L’ALTROLIBRO – percorsi di resistenza e liberazione – VIII Rassegna della piccola e media editoria
Croce di Lucca Piazza Miraglia Napoli ore 10,00 – 23,00
Giovedì 28 aprile – ore 20.00 – Le lunghe ombre del diritto
“Sovranità e Polizia ”: una discussione sullo stato di eccezione a partire dalla nuova traduzione del testo di W. Benjamin “Per la critica della violenza” e dal volume “Strategia del processo politico” di J. M. Verges. Vogliamo (ri)proporre una riflessione sulla “penalizzazione della società”. Espressione questa che porta in sé l’ambivalenza dei processi che si vogliono analizzare: le trasformazioni del diritto in quanto norma e l’estensione dello stesso a tutti gli ambiti sociali tanto da prefigurare una società sottoposta e governata dalla penalità. È del tutto evidente che questo processo ha lavorato precedentemente su una interiorizzazione culturale massificata che si costituisce come presupposto: l’identificazione del piano della giustizia penale con il piano della verità e del crimine come elemento centrale per la definizione delle politiche di governo.
La giustizia è lo strumento per la determinazione della verità. Laddove esista una potenziale colpa, o forma di disequilibrio, il tribunale è il luogo atto a ristabilire la corretta dinamica dei fatti e quindi a ripristinare una condizione di ordine imponendo le necessarie sanzioni. Prima ancora di occuparci delle sanzioni va detto che questa affermazione è falsa. Il tribunale non ha né gli strumenti né la volontà di stabilire quella che è la verità dei fatti, la dinamica delle relazioni, il senso dell’operato della parti in causa. Il tribunale, al più, può stabilire con una imprevedibile dose di approssimazione il comportamento dei soggetti rispetto alla norma, collocarli e stabilire se e come l’abbiano infranta. Ma la norma stessa non ha alcuna ambizione a farsi verità. Però l’idea che ciò che è legale è giusto e viceversa si dimostra di grande efficacia e la ritroviamo sorprendentemente anche in ambiti antagonisti al sistema dominante. Questo deve farci riflettere sulla sua potenza comunicativa. Una razionalità securitaria si esplica su un immaginario in cui la società è vittima del terrorismo, una comunità è vittima di altre comunità e perfino un individuo è vittima di determinati comportamenti di altri individui. La segmentazione sociale è tra vittime e carnefici e induce un sentimento di identificazione con la vittima CONTRO il colpevole. Questo arriva a declinare i bisogni sociali: ho diritto di dormire rispetto agli schiamazzi, ho diritto di passeggiare senza vedere persone con bottiglie in mano o secchi ai semafori ecc. ecc. e legittima implicitamente, anche per chi non ne avrebbe né intenzione né desiderio, le politiche di repressione ed esclusione.
La conseguenza, quindi, è che la sfera del diritto si stia allargando in maniera impressionante e il numero e la qualità dei comportamenti normati aumenti di giorno in giorno. È facile in questo modo tendere a far rientrare negli ambiti del diritto i comportamenti che risultano ‘deviare’ dal luogo comune della ‘acquiescente normalità’ siano essi espressione di una consapevole alterità rispetto all’organizzazione sociale dominante o siano invece una inconsapevole espressione di incompatibilità con i modelli di vita ritenuti leciti. (a cura dell’Archivio Primo Moroni, libreria Calusca, OLGa)
Venerdì 29 aprile – ore 20.00 – Proiezione del documentario Bandite
di Alessia Proietti e Giuditta Pellegrini
Il documentario Bandite restituisce alla storia della Resistenza italiana, quella lotta di liberazione che fu anche espressione di parità e di eguaglianza tra i generi, quel momento in cui le donne escono dal ruolo storico di madre, casalinga e sposa per assumere quello di bandita, clandestina, partigiana. Le donne non furono, come la storiografia ufficiale ci riporta, solo assistenti dei partigiani, cuoche o infermiere, in molte furono guerrigliere, pronte ad imbracciare le armi per la liberazione di tutti e tutte.
Il documentario Bandite è una produzione indipendente, non abbiamo avuto alcun tipo di sostegno economico: tutte le spese di produzione, post produzione e distribuzione sono state affrontate dalla squadra tecnico-artistica (figure che hanno offerto inoltre al progetto il loro lavoro volontario). Non riteniamo il nostro in alcun modo un prodotto commerciale per questo non abbiamo intenzione di venderlo o metterlo sotto copyright.
Sabato 30 aprile – ore 19.00 – Presentazione del volume: Full time blues
di Antonio Festival- Magmata Edizioni
Questo racconto descrive la vita di Andrea, un giovane libertario, tra gli anni Settanta e Ottanta, tentando di trasmettere “gli umori” di quel periodo e restituire, attraverso la cifra biografica, un affresco delle “tante azioni/relazioni dirette che trasformarono man mano gli animi ed i rapporti sociali/personali di molti di noi”. Frasario e lessico del “diario” riflettono questo intento. Ne deriva una scrittura carica delle melodie dell’italiano di Napoli e dei tormentoni dello slang freak. Un diario dei ’70 libertari, quelli delle opportunità/possibilità, quelli che non intendevano sostituire poteri ma negarli in toto. Fino al riflusso: “Sembra che ognuno inizi a fare i propri conti; il futuro non è più così radioso, le soluzioni collettive sono solo ricordi lontani. I ritrovi, i locali stanno spuntando come funghetti, ormai ci si intrattiene”.
Ore 21.00 – Perché parlare di letteratura? – Presentazione del volume: Ereticus. L’ultima verità di Galileo
di Jacob Popper – Castelvecchi
Il romanzo di Popper ci catapulta negli anni in cui la controriforma spegne con severità gli ultimi bagliori del rinascimento, anni in cui Galileo Galilei inventa il telescopio e spalanca il libro del cielo davanti agli occhi di tutti. In un mosaico di rara erudizione e bellezza, lo scrittore incastra la drammatica vita dello scienziato nel suo tempo, dipingendo con toni intensi e vivi, a tratti brillanti, la società dell’epoca: infinite passioni e vili tradimenti vedono alterarsi ardenti amanti, avventurieri, viaggiatori e principi, studiosi, poeti, liberi pensatori e saggi, saltimbanchi, assassini e viscidi ladri, vescovi e papi sulla scena di questo grande libro, alla cui fine si pone immancabilmente la domanda se verità e libertà non siano altro che due facce della stessa medaglia.
Intervengono: Paolo Baldari, Luca Popper e Daniele Ventre – letture di Salvatore Castaldo
Domenica 1 maggio – ore 20.00
La messa delle cinque – documentario sulla lotta degli abitanti di Plogoff contro la costruzione di una centrale nucleare
The atomic cafè (1982) – documentario realizzato interamente a partire da filmati americani di propaganda sul nucleare degli anni ’40, ’50, ’60
a seguire:
Sui CIE e sulla lotta per liberarsene – riflessioni, percezioni e punti di vista
“Viviamo in tempi di guerra. Se in alcune parti del mondo lo urlano le bombe e gli eserciti, in altre lo sibilla il terrore di non avere di che sopravvivere, di finire in carcere, di dover lasciare le proprie terre in cerca di migliori condizioni di vita, per poi essere sfruttati e derubati della propria esistenza allo stesso modo, ma altrove. Questo altrove è allora dovunque. ma se siamo in grado di riconoscerne le cause e nominarne gli artefici, può cessare di essere un’odiosa e inevitabile realtà, per tramutarsi in mille possibilità di riscatto, aprendo prospettive di lotta e angoli di attacco”.