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5 Ottobre 2020

Contro lo sgombero di Frigolandia

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(disegno di diego miedo)

Avevo vent’anni quando partii da Napoli per stabilirmi qualche tempo a Bologna. Lasciavo la mia città per staccarmi dalla noia e dalla consuetudine in cui mi ero cacciato e concentrarmi appieno su quello che mi interessava davvero: disegnare fumetti. Negli anni Settanta e Ottanta un gruppo di fumettisti aveva riscritto le regole del fumetto proprio in quella città e sembrava un sogno poter ripercorrere le stesse strade. Il mio sogno naufragò presto e dopo mesi di povertà estrema cominciai a lavorare in un supermercato. Bologna cominciò a starmi stretta e dopo due anni ritornai a Napoli. In quel periodo però ebbi l’opportunità di approfondire la mia conoscenza dei fumetti. Quasi ogni giorno, dopo il lavoro, passavo alla Biblioteca Sala Borsa e prendevo in prestito libri su libri. Ho letto praticamente ogni cosa prodotta da Pazienza, i libri di Scozzari della Primo Carnera Editore, le storie di Alack Sinner di Muñoz e soprattutto valanghe di numeri di Frigidaire. Finalmente fumetti che raccontavano la realtà e il mondo circostante, senza disdegnare incursioni nella follia e nella letteratura di genere. Colori sgargianti, reportage incredibili ed editoriali taglienti. Coordinatore di tutto questo e sommo direttore è stato (ed è tutt’ora) Vincenzo Sparagna.

L’anno scorso è uscito un mio libro disegnato, in cui percorro la storia del fumetto a Napoli con interviste e racconti. Il libro si chiude con un’intervista a Vincenzo Sparagna, nato a Napoli, ma presto partito. Riuscimmo anche a organizzare una presentazione all’aperto, in cui Vincenzo fu l’ospite speciale e raccontò la sua esperienza di vita. Partì da infanzia e adolescenza, continuò con la rocambolesca avventura del creare riviste in giro per l’Italia e concluse il racconto con l’esperienza di Frigolandia. Nel 2005 il comune di Giano dell’Umbria aveva affidato alla società Frigolandia Srl (quindi a Vincenzo Sparagna come presidente) la gestione del complesso turistico “La Colonia” per la creazione della Città Immaginaria Dell’Arte Mai Vista. Immersa nel verde delle campagne umbre, Frigolandia nel corso degli anni è cresciuta in modo considerevole, grazie all’apporto di tantissime persone. Partendo come sede e redazione per le riviste storiche Frigidaire e Il nuovo male, è poi diventata un archivio storico che conserva migliaia di pubblicazioni; un museo per opere di artisti come Pazienza, Liberatore, Scozzari, Tamburini, Mattioli, Echaurren, Muñoz, Igort, Mattotti; un punto d’incontro per famiglie, studiosi, studenti, artisti, semplici curiosi, turisti. Dal 2005 a oggi sono tante le mostre, le feste, le presentazioni, gli eventi che hanno avuto luogo a Frigolandia.

L’11 marzo di quest’anno, in piena emergenza Covid, la giunta comunale di Giano, capitanata da un sindaco leghista, ha emanato un’ordinanza di sgombero per la chiusura di Frigolandia, cercando di annullare un contratto firmato sulla base di un bando pubblico. Da quel giorno Sparagna, scandalizzato per il tentativo di sopprimere un centro culturale che non ha mai ricevuto aiuti pubblici, ha cominciato a diffondere la notizia. Sono innumerevoli le interviste rilasciate ai giornali, alle tv, alla radio, gli articoli scritti da lui stesso o da amici storici della rivista. Vincenzo ha anche lanciato una petizione diretta al presidente della Repubblica e al ministro dei beni culturali. La petizione è arrivata a quasi quindicimila firme.

Già nel 2008 il comune di Giano avviò una causa di sfratto per una morosità inesistente, che si concluse nel 2012 con la condanna del Comune al pagamento delle spese legali. Oggi un nuovo atto di ostilità. Vincenzo, però, non si lascia intimorire e continua caparbio per la sua strada. In questo periodo buio di chiusure selvagge e barbaro isolamento, chiudere anche un posto come Frigolandia rappresenterebbe l’ennesima prova dell’oblio in cui stiamo precipitando. (diego miedo)

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