MONiTOR
  • Home
  • Ultimi
  • temi
    • ambiente
    • casa
    • detenzioni
    • iniziative
    • lavoro
    • migrazioni
    • notizie
    • sanità
    • scuola
    • spazi pubblici
    • storie
    • turismo
  • Città
    • bologna
    • milano
    • napoli
    • roma
    • torino
    • altre città
  • linee
  • culture
    • arti
    • cinema
    • fotografia
    • libri
    • musica
    • teatro
  • Foto
    • fotogallerie
    • fotoreportage
  • storie disegnate
  • Autori
  • edizioni
iniziative
9 Febbraio 2016

Giulio Regeni, una petizione internazionale per fare chiarezza sull’assassinio

Dario Stefano Dell Aquila egitto, giulio regeni, pasolini, ricercatore, siria
(archivio disegni napolimonitor)
(archivio disegni napolimonitor)

Sono addolorati, preoccupati, tristi di fronte a un dolore che non trova spiegazioni. Forse increduli, ma altrettanto determinati per cercare verità e giustizia. Gli amici di Giulio Regeni, ricercatori, dottorandi, studiosi sparsi in tutto il mondo, hanno lanciato una petizione (tradotta in arabo, francese, inglese, spagnolo) per chiedere che si faccia chiarezza sulle cause di questo omicidio. Perché se ancora sono opache le circostanze e ignoti i nomi degli assassini, appare evidente che Giulio sia stato rapito, torturato e ucciso con un obiettivo preciso da parte dei suoi aguzzini e che la sua scomparsa si inserisce in quella delle centinaia di vittime dell’attuale regime. I motivi, però, come la ricostruzione dei fatti, sono ancora tutti da chiarire. Scriveva Pasolini: “Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti  di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi”.

Stefania Villanacci, studiosa di lingua araba, laureata all’Istituto Orientale di Napoli, è tra gli amici di Regeni promotori della petizione. «Abbiamo conosciuto Giulio in Siria, nell’estate del 2010. Seguivamo un corso di arabo standard all’Università di Damasco, perciò abbiamo avuto modo di condividere con lui, oltre che la casa, i pasti, le ore di studio, le conversazioni. Eravamo mossi dalle medesime intenzioni e a un certo punto siamo diventati come una famiglia. Poi, negli anni, ci siamo tenuti costantemente in contatto. Quando abbiamo appreso della sua scomparsa e del suo macabro omicidio abbiamo deciso di partecipare attivamente alle vicende. Vogliamo che la verità venga fuori, che nessun accordo commerciale prevalga dinanzi alla tutela dei diritti umani. In questi giorni abbiamo pensato spesso a lui ed abbiamo condiviso bei ricordi. Si è verificata una cosa meravigliosa: ci siamo riuniti tutti, in una chat, e ognuno dalla parte del mondo in cui si trova ha fatto la sua parte».

L’ultimo contatto di Stefania con Giulio risale al 23 gennaio. Le chiedo se avesse avuto la sensazione che si sentisse in pericolo o particolarmente preoccupato, e se ha una idea del perché il suo tema di ricerca potesse preoccupare così tanto il governo. «Giulio era una persona consapevole e prudente. Se avesse avuto sentore di un rischio o timori personali non si sarebbe esposto a rischi eccessivi. Studiava l’economia egiziana e approfondiva, come oramai tutti i giornali raccontano, i temi legati al sindacalismo indipendente e al lavoro. Peraltro non era la prima volta che si trovava in Egitto per motivi di studio. In questa ultima settimana sono circolate tante notizie diverse sulla vicenda. Se è vero che si è trattato di un crimine politico, ci chiediamo se la strada intrapresa dalle nostre istituzioni sia la più opportuna. Riteniamo che l’Europa e l’Italia dovrebbero intraprendere indagini indipendenti, e non collaborare con i probabili assassini di Giulio. Le cose di cui si occupava Giulio potrebbero essere state pericolose per il governo egiziano. Il controllo dell’informazione è fondamentale ai regimi. Dovremmo saper riflettere sul fallimento delle primavere arabe e sulla tutela dei diritti: molte di quelle esperienze si sono risolte con una restaurazione e non sono riuscite a consolidare quelle conquiste che si prefiggevano, e l’Egitto ne è un esempio lampante. Quanto all’informazione, a volte è così parziale e filtrata da non riuscire nel suo intento. Per questo persone come Giulio si rivelano fondamentali, e andrebbero tutelate».

Quando le chiedo come intendono proseguire, spiega: «La nostra volontà non è solo ricordare Giulio ma, partendo dal nostro dolore, dare un messaggio. Vogliamo che la petizione sia un punto di partenza e che il dibattito coinvolga soprattutto coloro che, concretamente, potrebbero fare qualcosa per Giulio e per tutti quanti noi. Vogliamo la verità. Per lui e anche per noi che, proprio come lui, abbiamo scelto di conoscere il mondo coi nostri occhi e non soltanto dallo schermo di un computer. Vogliamo non avere paura di viaggiare». (dario stefano dell’aquila)

Share on Facebook Share on Twitter Share on Google+
Previous Article Attento, Bassolino ti ascolta. Gli zombie del Rinascimento verso le primarie
Next Article Timoni al Vento. Diario di bordo dalla Città vecchia

Related Posts

  • Antiterrorismo, conflitto sociale e fine della storia. Giovedì a Santa Fede Liberata

  • Il seme sotto la neve. Un ciclo di seminari a Napoli

  • Terzo settore e turismo a Napoli. L’impresa del bene, venerdì a LaterzAgorà

  • L’impresa del bene, terzo settore e turismo a Napoli. Giovedì allo Scugnizzo Liberato

Appuntamenti

Edizioni MONiTOR

Le case dei sogni

Un compagno

Lo stato delle città, n°13

Lo stato delle città, n°12

Lo stato delle città, n°11

Lo stato delle città, n°10

Lievito

La memoria bucata

Lo stato delle città, n°9

Confini

Le guarattelle

Lo stato delle città, n°8

Le fragili alleanze

Lo stato delle città, n°7

La settimana santa

L’estate è finita

La Venere degli stracci

Lo stato delle città, n°6

Baby Gang

Lo stato delle città, n°5

Lo stato delle città, n°4

Solidi

Detti

Lo stato delle città, n°3

Lo stato delle città, n°2

Risalendo la china

Quartieri Spagnoli

L’infelicità italiana

Lo stato delle città, n°1

Lo stato delle città, n°0

Heroes

Lo sparo nella notte

Qualcosa che bruci. Oroscopo di Foucault

Il cielo in una stanza

Lo sparo nella notte

La città orizzontale

Grigio

Primavera breve

Fino all’urdemo suspiro

Vai mo

Palude

iL SINDAKO

Lo stato della città

Il fuoco a mare

La sfida

Odissee

SUPPORTA NAPOLIMONiTOR

AUDIODOC, PODCAST, VIDEO

GALLERIE E REPORTAGE

Storie Disegnate

Lo stato delle città / LA RIVISTA

Newsletter

Loading

Chi siamo

Napoli Monitor è stato un mensile cartaceo, in edicola dal 2006 al 2014.
A partire dal 2010 è un sito di informazione e approfondimento.
Dal 2015 pubblica anche libri e dal marzo 2018 la rivista “Lo stato delle città”.

contatti

La redazione di Napoli Monitor si trova in via Broggia, 11; 80135 – Napoli – info: [email protected]

MONiTOR

© Copyright 2015 - 2023. Proudly supported by dopolavoro and Shift-Left