foto di Irene Angelino
La comunità bengalese che vive da decenni nella provincia di Napoli, tra Sant’Antimo, Casandrino, Grumo Nevano e Frattamaggiore, è scesa in piazza ieri a Sant’Antimo, dopo aver denunciato negli scorsi giorni, con una lettera aperta, le violenze e le estorsioni che cittadini e commercianti sono costretti a subire periodicamente da criminali tanto italiani quanto provenienti dalla loro stessa comunità (denunce relative ad almeno cinque episodi specifici sono state presentate anche alle forze dell’ordine negli ultimi mesi).
Riportiamo a seguire la lettera scritta ai cittadini e alle istituzioni, firmata da “uomini, donne e bambini della comunità del Bangladesh” e sottoscritta, tra gli altri, dall’Associazione Manden (Mali), l’Associazione Lankitalia (Sri Lanka) e l’Associazione dei senegalesi di Napoli.
Siamo uomini, donne e bambini del Bangladesh. Viviamo a Sant’Antimo, Casandrino, Grumo Nevano, Frattamaggiore. Qui lavoriamo, andiamo a scuola, viviamo la nostra vita. Siamo qui da anni, dopo aver lasciato il nostro paese. È nata qui anche una nuova generazione che arricchisce e apprende a vivere insieme agli italiani. Amiamo la terra in cui siamo seppur la vita per noi non è semplice. Viviamo i problemi che vivono tutti in questi tempi difficili in cui alle condizioni già complicate si è aggiunta la pandemia. Crediamo che possiamo vivere bene insieme e che la nostra libertà, la nostra serenità, la nostra vita felice è quella di voi tutti.
Da qualche tempo si è aggiunto un problema grande: ci sono gruppi di criminali che ci aggrediscono, ci impediscono di lavorare, che distruggono i nostri negozi e terrorizzano i bambini. Abbiamo paura anche a fare una passeggiata. Questi provengono dalla nostra stessa terra ma vogliono il male delle persone non il bene comune. Sappiamo che il problema della criminalità riguarda anche l’Italia. La provenienza, il colore della pelle, la religione che si professa, non dicono di per sé se una persona è buona o cattiva. Sono le scelte e i comportamenti delle persone a rivelarlo.
Vi chiediamo una mano. Siate con noi per dire sì alla vita e all’umanità e no alla violenza e alla disumanità. Uniamoci nella solidarietà e nella fratellanza.
Uomini, donne e bambini della comunità del Bangladesh
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