Durante l’ultimo anno, in particolare dall’inizio del genocidio in Palestina, le pratiche di resistenza e opposizione alla guerra si sono moltiplicate in tutto il paese e all’estero. Dalle acampade studentesche per fermare gli accordi tra università italiane e israeliane, ai cortei cittadini ogni fine settimana, alle azioni di protesta e sabotaggio contro le aziende italiane di armi e munizioni, fino al blocco di diversi porti, tra cui quello di Genova, snodo strategico nella logistica della guerra.
Il filo rosso che lega questi eventi è la graduale presa di consapevolezza da parte di movimenti, studenti e lavoratori che anche se le guerre in corso sembrano lontane, cominciano qui, coinvolgono i nostri territori e hanno degli effetti sulle nostre vite.
Dire che la guerra comincia qui e individuarne le origini locali significa mettere in risalto che l’Italia partecipa ai conflitti in corso in tutto il mondo, essendo uno dei primi esportatori di armi e munizioni in Europa. Armi, munizioni, bombe, siluri, razzi, accessori, sistemi di puntamento, mappature e altri componenti sono prodotti da aziende come la Leonardo o la Fiocchi Munizioni di Lecco, e circolano poi sulle stesse rotaie, le stesse strade, attraverso gli stessi porti e le stesse rotte marittime di qualunque altra merce. Il mercato bellico coinvolge stati ed eserciti regolari, ma la sua logistica è in mano privata, quindi non trasparente.
Il manuale per Weapon Watcher scritto dall’Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei si propone come uno strumento per riconoscere armi o loro componenti durante il trasporto dei container nei porti, aeroporti, magazzini, strade e stazioni, luoghi sempre più centrali nella collaborazione internazionale e nel funzionamento degli apparati tecnico-industriali degli stati.
A Santa Fede Liberata, sabato 28 settembre alle 18, si terrà un’assemblea con Carlo Tombola dell’Osservatorio, per analizzare la centralità della logistica nelle guerre in corso, i commerci nel Mediterraneo verso e da Israele e non solo, ma anche le possibilità di resistenza nei territori, le conquiste dell’ultimo anno, le nuove alleanze, i terreni di lotta contro tutte le guerre degli stati.
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