
In Italia, la richiesta di asilo prevede una procedura lunga e complessa, che a Napoli, è questione nota, inizia con una sorta di “gratta e vinci” elettronico cui, come per ogni lotteria, sono in tanti a giocare ma in pochi a “vincere” (in questo caso la banale possibilità di inviare la domanda con cui inizia l’iter burocratico procedurale). Dal gennaio 2018, infatti, la questura di Napoli, con il concorso del dipartimento di Ingegneria elettrica e delle tecnologie dell’informazione della Federico II, ha attivato la Agenda On Line, piattaforma informatica che è diventato l’unico strumento, una volta alla settimana, il giovedì dalle 10:00 del mattino, per produrre la domanda necessaria a fissare (di lì a qualche mese) un appuntamento per presentare la documentazione per la richiesta di protezione. La piattaforma accetta solo le prime quaranta domande, poi il sistema si blocca e annuncia che le prenotazioni non sono più consentite, dando appuntamento alla settimana successiva. In pratica alle 10:05 già non è più possibile presentare l’istanza. Con la motivazione di superare le indecorose file di migranti costretti ad attendere il loro turno anche più notti per strada in via Galileo Ferraris, si è dato vita a un sistema anche più discriminatorio, tenendo fuori chiunque non abbia dimestichezza on line e, soprattutto, un collegamento internet ultraveloce.
Nell’ultimo periodo, però, la situazione sembra anche peggiorata. Questa settimana, per esempio, il sistema è andato immediatamente in crash, e già alle 10:01 dava l’impossibilità di presentare l’istanza. Il testo a scorrimento, però, ha continuato a dare appuntamento alle 10:00 dello stesso giorno, non riuscendo nemmeno ad aggiornarsi, e facendo paventare a molti che il 20 settembre la procedura non sia stata, in realtà, mai attivata. Insomma, questa settimana è saltata qualsiasi possibilità di richiesta. Si tratterà certamente di un imprevedibile bug informatico, ma a fronte delle strane coincidenze che coinvolgono troppo spesso gli uffici della polizia italiana, in rete molti tra attivisti e migranti hanno iniziato a chiedersi se in questura non stessero piuttosto iniziando ad adeguarsi al decreto Salvini, non ancora promulgato, eppure già ampiamente pubblicizzato nelle sue linea guida e in alcune sue previsioni (tra l’altro palesemente incostituzionali e incompatibili con molti principi di diritto internazionale).
C’è poi un’altra peculiarità di questo sistema della questura napoletana, che funziona, indistintamente, tanto per donne e uomini con maggiore età quanto per chi non ha ancora compiuto i diciotto anni. Anche i minori non accompagnati presenti sul territorio napoletano, infatti, per avere accesso alla richiesta di asilo, devono provare (evidentemente per il tramite, che non sempre si realizza, delle comunità di accoglienza) la lotteria del giovedì e il conseguente lungo, incerto e faticoso iter destinato agli adulti richiedenti protezione, in spregio a tutte le dichiarazioni internazionali di tutela e promozione dei diritti dei minori e alle correlate prassi giurisdizionali, che pure richiedono trattamenti specifici e differenziati canali burocratici e procedurali. Nessuna autorità pubblica sembra aver posto la questione sui tavoli istituzionali, seppure la responsabilità della permanenza di questi minori sul territorio ricada sull’amministrazione comunale e in Campania esista, presso la Regione, un garante per l’infanzia, attualmente Giuseppe Scialla. Lo stesso garante ha attivato nei mesi scorsi i corsi di formazione per tutori volontari di migranti minori non accompagnati, ed è proprio da alcuni di questi tutori che oggi giunge la richiesta di un intervento di merito che consenta, almeno, l’accesso a procedure differenziate per i minori richiedenti asilo. Si spera che gli uffici regionali, al di là dei corsi, si attivino anche per renderli funzionali.
Date le premesse, è difficile comprendere cosa si determinerà realmente per i migranti dopo l’emanazione del nuovo decreto sicurezza di Salvini. Se è facile ipotizzare un ulteriore decadimento delle garanzie, è infatti già evidente un abbrutimento delle prassi realizzate da funzionari, addetti e agenti degli uffici prefettizi e di pubblica sicurezza. Questo comporta, nella realtà quotidiana, un immediato peggioramento delle condizioni di vita, una maggiore ricattabilità, nuove aree di illegalità diffusa. Nel frattempo, a fine mese, nel salernitano, ci sarà il Primo raduno regionale della Lega Campania, che si concluderà con il concerto di Povia. L’importante, evidentemente, è che a fare “ooh” siano solo bambini bianchi, figli di genitori di pura razza italica e battezzati. (antonio esposito)