Ha causato dodici morti e decine di dispersi, tra venerdì e sabato, il crollo di un ponte autostradale nel nord della Cina, dovuto alle fortissime piogge che hanno colpito il paese negli ultimi giorni. Sempre in Cina, nel sud, un evento simile aveva ucciso quarantotto persone appena tre mesi fa.
Non si può non pensare alle ultime notizie sul “nostro” ponte (o meglio, il loro), quello sullo Stretto di Messina, uno dei principali investimenti – per ora mediatici, ma il rischio che questa follia vada in porto è concreto – dell’accoppiata Meloni-Salvini.
A metà agosto scadranno i quattro mesi di tempo che la società Stretto di Messina ha chiesto al ministero dell’ambiente per rispondere alle centinaia di integrazioni pretese dalla commissione per la valutazione di impatto ambientale (nel progetto “definitivo” mancano “piccoli dettagli” come le valutazioni su qualità dell’aria e dispersione degli inquinanti a mare, sulla deformazione irreversibile della costa, l’impatto degli enormi pontili dei cantieri, la tutela della biodiversità, l’inquinamento acustico, le vibrazioni dovute al passaggio dei treni, e infine sul rischio maremoti).
Tra le altre cose, la commissione di esperti ha chiesto chiarimenti in merito a decine di pagine del progetto che risultano illeggibili, piene di tabelle o testi in cui i caratteri sembrano messi a caso e sovrapposti. Tutti i dati relativi allo studio sui flussi di traffico, uno dei più importanti, sono incomprensibili, probabilmente per una codifica sbagliata. (il post, 9 maggio 2024)
Una decina di giorni fa la commissaria europea per i trasporti ha spiegato che solo la parte ferroviaria del ponte sarebbe ammissibile al cofinanziamento dell’Unione. Ha anche detto che, a dispetto degli annunci, l’Italia non ha ancora comunicato una “decisione definitiva” sulla sua costruzione.
È la prova della malafede del governo: chiede soldi all’Europa per studi preliminari quando in Italia racconta di avere già adottato un progetto definitivo, annunciando addirittura, con reiterate forzature normative, l’apertura dei cantieri. O hanno preso in giro l’Europa chiedendo soldi per studi che non possono essere ‘preliminari’, visto che esiste un progetto ‘definitivo’, o il governo prende in giro gli italiani e il progetto è ancora in alto mare”. (comitato “invece del ponte”)
Sullo scempio di questo ponte ha scritto molto negli anni Antonio Mazzeo (sulla sua funzione militare e gli affari in ballo con la mafia, soprattutto), mentre sui provvedimenti legislativi che innalzano a livelli da stato di polizia le pene per chi protesta contro le grandi opere vale la pena seguire le evoluzioni via Osservatorio Repressione (senza dimenticare che da quattro mesi un attivista di Antudo, uno dei gruppi più battaglieri nell’opposizione al ponte, è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Alessandria con una folle accusa di terrorismo).
«[…] L’operazione può anche riuscire; questa volta ho un buon presentimento. Può riuscire, se si toglie il ponte di mezzo. Potremmo anche prendere Segovia. Guardate, vi mostro come faremo. Vedete: il valico non l’attaccheremo nel punto più alto, lì ci siamo già. Attaccheremo molto più avanti. Qui».
«Preferirei non saperlo», disse Robert Jordan.
«Bene», disse Golz. «Quando si va dall’altra parte è meglio viaggiare più leggeri che si può, vero?».
«Io preferisco sempre non saper niente. Qualunque cosa accada, non sarò stato io a parlare».
Golz si passò la matita sulla fronte. «È meglio non saper niente. Qualche volta vorrei non saper niente anch’io. Ma quell’unica cosa che dovete sapere, la faccenda del ponte, la sapete?».
«Sì, la so».
«Ci credo», disse Golz. «Non vi farò il discorsetto di prammatica. Beviamo invece un bicchierino. Quando parlo molto mi viene una gran sete, compagno Jordan. Il vostro nome, compagno Jordané, suona comico in spagnolo». (dialogo tra golz e robert jordan da: per chi suona la campana, hernest hemingway)
Uno degli album che mi hanno cambiato la vita è sicuramente Blood Sugar Sex Magic dei Red Hot Chili Peppers. L’ho sentito per la prima volta da adolescente, una decina d’anni dopo la sua uscita. All’epoca non era facile procurarsi i testi delle canzoni, ma riuscii ad averne tre o quattro grazie a un ragazzo della V C che suonava la chitarra e aveva trascritto, credo anche abbastanza bene, parole e accordi.
Il ragazzo (si chiamava Carlo) mi raccontò anche la storia di Under the bridge, la canzone più devastante dell’album. Kiedis l’aveva scritta in Messico, dove si era rifugiato dopo la morte di Hillel Slovack per overdose, e dove, preso dai sensi di colpa perché avrebbe voluto trovarsi al posto del suo amico, aveva ricominciato a farsi di eroina. Due anni dopo, durante la lavorazione di Blood Sugar Sex Magic, Rick Rubin, genio della musica, produttore di Beastie Boys, Public Enemy e Metallica, convinse Kiedis a musicare quella poesia che raccontava di un uomo pulito ma vuoto, dell’abbraccio della sua città e del suo ponte.
Sometimes I feel like I don’t have a partner / A volte mi sento come se non avessi un compagno
Sometimes I feel like my only friend / A volte mi sento come se il mio unico amico
is the city I live in, the city of angels / fosse la città dove vivo, la città degli angeli
Lonely as I am, together we cry / Solo come sono, piangiamo insieme
I drive on her streets ‘cause she’s my companion / Guido per le sue strade perché è lei la mia compagna
I walk through her hills ‘cause she knows who I am / Cammino per le sue colline, perché lei sa chi sono
She sees my good deeds and she kisses me windy / Lei vede le mie buone azioni e mi bacia col vento
Well, I never worry, now that is a lie / Beh, non mi preoccupo mai, ora questa è una bugia
I don’t ever wanna feel / Non voglio più sentirmi
Like I did that day / Come quel giorno
Take me to the place I love / Portami nel posto che amo
Take me all the way / Portami fino alla fine
[…]
It’s hard to believe that there’s nobody out there / È dura credere che non ci sia nessuno lì fuori
It’s hard to believe that I’m all alone / È dura credere che sono solo
At least I have her love, the city, she loves me / Almeno ho il suo amore, la città mi ama
Lonely as I am, together we cry / Solo come sono, piangiamo insieme
I don’t ever wanna feel / Non voglio più sentirmi
Like I did that day / Come quel giorno
Take me to the place I love / Portami nel posto che amo
Take me all the way / Portami fino alla fine
[…]
One time / Una volta
Is where I drew some blood / È dove ho versato il mio sangue
Under the bridge downtown / Sotto il ponte giù in città
I could not get enough / Non riuscivo ad averne abbastanza
Under the bridge downtown / Sotto il ponte giù in città
Forgot about my love / Ho dimenticato il mio amore
Under the bridge downtown / Sotto il ponte giù in città
I gave my life away / Ho dato via la mia vita.
(riccardo rosa)