(credits in nota 1)
Si alza il vento, bisogna tentare di vivere (paul valery, il cimitero marino)
S’erano nascosti oltre l’undicesimo piano della Vela numero 6 vicino alla porta che dava sull’enorme terrazzoscempio del caseggiato. Lì o si andava a fare o si andava a pomiciare. […] Quel giorno di agosto c’era molta calma in giro, era controra, la calura asfissiante aveva portato al mare un po’ tutti, quelli che erano rimasti erano troppo apatici e asfittici per arrampicarsi sul terrazzo. Altri ragazzi in giro non se ne vedevano. Lele e Mariagrazia, con le spalle alla porta del terrazzo della loro Vela guardavano da un finestrone enorme tutto ciò che si offriva loro all’orizzonte. […] Dopo qualche minuto Lele le regalò l’America la Spagna e la Cornovaglia, e Mariagrazia che ne sapeva lei? Si lasciò sorprendere rossa in viso tesa emozionata accucciata vicino a lui sotto a lui che era una colonna e guardandolo poi fumare gli chiese: “Questo è l’amore?”. “Questa è una specie di amore”. “E l’amore che cos’è?”, chiese Mariagrazia. “L’amore lo fanno i grandi – rispose Lele – a letto, gli sposati o i fidanzati che vanno negli alberghi, nelle macchine. E poi a te che interessa? Sei grande tu? Già vuoi fare l’amore tu?”, e sorridendo mentre le sfiorava i capelli chiese: “Lo vuoi un gelato?”. (peppe lanzetta, gelato pistacchio e limone, in: figli di un bronx minore)
(credits in nota 2)
Dopo il terremoto occupammo la Vela gialla, il 13 dicembre 1980. Le situazioni al Centro storico in parte si trasferirono nell’edilizia pubblica denominata “167”, e in particolare al lotto C, qui a Scampia. La provenienza era in gran parte dai Quartieri Spagnoli. All’epoca c’erano dei progetti di radere al suolo i Quartieri Spagnoli. […] Tante persone provenienti dal Centro storico si insediarono qui con noi al lotto G e in altre parti della città. Tanti furono espulsi attraverso la legge 219 in paesi di provincia […] All’epoca le Vele non erano abitate. Quella dove noi ci insediammo, questa qui del Comitato, la gialla, non era completata neppure. C’erano tanti alloggi laterali, praticamente senza nulla, infatti tra gli inquilini che occuparono questa struttura, alcuni venivano definiti i “senza niente” perchè gli alloggi non erano stati completati. Alla fine riuscimmo a farli terminare e far rientrare gli occupanti. (vittorio passeggio intervistato da giuseppe de stefano in: cartografie sociali, rivista di sociologia e scienze umane, novembre 2016)
Facce ‘e paura, sotto ‘e Vele scagnate
Tonino ‘a casa nun è turnato.
Maradona nun po’ turna’
pe’ continua’ a sunna’…
(franco ricciardi, 167)
Il mio letto è come un veliero:
Cummy alla sera mi aiuta a imbarcare,
mi veste con panni da nocchiero
e poi nel buio mi vede salpare.
Di notte navigo e intanto saluto
tutti gli amici che attendono al molo,
poi chiudo gli occhi e tutto è perduto
non vedo e sento più, navigo solo.
(robert louis stevenson, da: il mio letto è una nave)
(credits in nota 3)
Ngopp’ ‘e culonne ‘e Scampia,
a Marianella aret’ ‘a casa mia,
ce sta scritta sta frase
ca’ dice tutt’ cos’.
(enzo avitabile, quando la felicità non la vedi cercala dentro)
Tre vele sono state abbattute, non è che vediamo grandi risultati, a me il modo in cui si sta sviluppando questo progetto mi sa di computo metrico per capire come demolire tre vele e mettere a posto la quarta. La qualità di vita del quartiere non è un tema, non è chiaro cosa si è deciso di mettere dopo in quello spazio, e con quali soldi procedere. […] Certo, sulle Vele si sta dialogando con il Comitato, che è un soggetto importante per il territorio, ma a Scampia ci sono quarantamila abitanti. Non mi pare siano stati tenuti in considerazione nel decidere il loro destino. (daniela lepore, intervista del 2016)
(credits in nota 4)
Spettatori innocenti non ne esistono. Prima di tutto: che cosa ci fanno lì? (w.s. burrough)
(credits in nota 5)
Disgustato ‘a stu clamore ‘e l’informazione
votto ‘nterra ‘a radio e sputo int’ ‘a televisione.
È bello a jì a Cannes c’a pellicola
a fa’ scalpore p’e ridicol’,
a fa’ ‘o meglio share cu ‘na fictiòn,
cu l’uocchie ‘ncuoll’ ‘e tutta ‘a nazione,
n‘e maje capito over’ chi so’.
(co’sang & fuossera, nun saje niente ‘e me)
«Dentro le Vele – continua Benfenati – al momento ci sono ancora circa cinquecento nuclei familiari, che hanno avuto un riconoscimento attraverso una delibera comunale; attendono un alloggio da circa quindici anni; abbiamo avuto la sfortuna del Covid mentre era in corso il processo di abbattimento, questo ha tenuto fermi i cantieri due anni. Oggi i lavori sono ripresi, anche grazie all’arrivo dei fondi del Pnrr. Noi abbiamo detto fin dall’inizio che chi vive in posti del genere non può essere considerato benestante, deve necessariamente essere in una situazione di indigenza, quindi deve stare dentro una graduatoria speciale sul diritto all’abitare, che poi in questo caso è anche diritto alla salute, all’infanzia, a un’esistenza degna». (omero benfenati intervistato da luca rossomando, napolimonitor.it, maggio 2024)
(credits in nota 6)
E ogni riferimento è puramente casuale, brò! Quello che vogliono mostrare di noi in tivvù è totalmente diverso da ciò che siamo. Ma la sveglia sta suonando. La televisione ci droga con i suoi programmi del cazzo. Apri gli occhi: Dove Ognuno Nasce Giudicato! …tanto alla fine capiscono sempre il cazzo che gli pare. (enzo dong, italia1)
(riccardo rosa)
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¹ Vittorio Passeggio e i bambini delle Vele in: L’uomo col megafono, di M. Severgnini (2012)
² Felice Pignataro in: Felice!, di M. Antonelli e R. D. Klain (2006)
³ Vittorio Passeggio, i bambini e gli abitanti delle Vele in: L’uomo col megafono
⁴ Felice Pignataro in: Felice!
⁵ Mirko Calemme, Giuseppina Cervizzi, Christian Giroso, Vincenzo Nemolato, Valeria Pollice, Tonino Stornaiuolo, Emanuele Valenti, Gianni Vastarella in: Il Convegno. Azione teatrale sul tema delle periferie, di Punta Corsara (2011)
⁶ Marina Suma in: Le occasioni di Rosa, di Salvatore Piscicelli (1981)
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