
(diego)
La Regione cambia gli assessori e stanzia fondi per Acerra e Salerno. Intanto da Roma Prodi consente di incenerire le ecoballe per decreto

(diego)
Il 9 febbraio la città è di nuovo sommersa dai rifiuti. Ci sono 1400 tonnellate per le strade. L’Asìa raccoglie solo i rifiuti che possono essere stipati sui pochissimi camion ancora vuoti, perché da 48 ore è impossibile scaricare nei siti di stoccaggio o nei Cdr. L’impianto di Giugliano è in tilt, quello di Caivano funziona a corrente alternata. Ridotta al minimo l’attività della discarica di Macchia Soprana a Serre, l’unica della regione. Intanto, il processo sui rifiuti, in cui è coinvolto Bassolino, resta a Napoli. Respinta l’istanza dell’avvocato De Caro che aveva chiesto di trasmettere gli atti a Roma per una presunta incompatibilità “funzionale” dei magistrati della Corte d’Appello. L’11 il Comune presenta in Consiglio comunale il piano per la raccolta differenziata. Contestati il sindaco e l’assessore Mola. Sit-in e blocchi stradali che mandano in tilt il traffico. I disoccupati organizzati chiedono posti di lavoro nel ciclo della raccolta rifiuti. A Roma intanto De Gennaro chiede sostegno a Prodi e prospetta due nuovi siti: Chiaiano, dentro il Parco delle colline, per 15 mila balle provenienti dai Cdr (i vertici del parco oppongono un netto rifiuto) e la riapertura della discarica di Lo Uttaro, nel casertano, di cui si dispone il dissequestro per effettuare altre analisi. Lo stesso giorno blitz della polizia al Nuovo Policlinico in seguito a una segnalazione anonima per indagare su un’interruzione di gravidanza di una 39enne, che aveva in grembo un feto malformato. Polemiche. Il 12 rimpasto nella giunta regionale, Bassolino cambia cinque assessori, i due dell’Udeur ancora agli arresti e Armato, D’Amelio e Di Lello, che forse si candidano alle politiche. Entrano D’Antonio, Mazzocca, De Masi, De Felice e Ganapini, quest’ultimo responsabile di Greenpeace Italia, che diventa assessore all’ambiente. Il giorno seguente la Regione stanzia 25 milioni per il completamento dell’inceneritore di Acerra. Il 14 il pm Russo, dopo aver sentito il portantino che aveva denunciato e gli agenti del blitz in ospedale, stabilisce che non si ravvisano elementi di reato né degli agenti né degli operatori sanitari. In piazza Vanvitelli 300 donne manifestano in difesa della legge 194. Al Nuovo Policlinico su 58 ginecologi solo 4 non sono obiettori. Delle 12 strutture cittadine solo in 6 si pratica l’interruzione di gravidanza. Le liste d’attesa superano il mese.
Il 15, colpo di scena, il supercommissario De Gennaro dichiara che le vecchie discariche, da Villaricca ad Ariano Irpino fino a Lo Uttaro, non verranno più utilizzate. “Ho avuto dati falsi. Le carte mi dicevano che avremmo potuto riaprire alcuni impianti, purtroppo così non era”. Lo stesso giorno si conclude il processo di primo grado per associazione camorristica agli affiliati del clan Di Lauro: 15 anni a Cosimo Di Lauro, considerato il “regista” della faida di Scampia, 14 ciascuno ai suoi fratelli Ciro e Marco, quest’ultimo latitante. Cinque anni all’ex sindaco di Melito (eletto con la Margherita) Alfredo Cicala. Il 16 De Gennaro, dopo aver dato ragione a chi si opponeva a discariche sature e illegali, torna alla carica a Savignano Irpino, venti ettari di terreno coltivato a un chilometro dalla discarica “salvata” di Ariano, disponendo le opere per una discarica da 700mila tonnellate. Protestano tremila persone, abitanti, sindaci della zona e contadini. Il 18 a Savignano cariche della polizia contro i manifestanti, 18 feriti. Il 19, dopo gli scontri, tregua a Savignano: l’Arpac fornirà entro sette giorni un responso sulla utilizzabilità dei terreni. A Gianturco si fermano i lavori nell’ex Manifattura Tabacchi, in attesa dell’esito degli esami dell’Arpac su una infiltrazione di catrame. Festeggiano i comitati che si oppongono al sito di stoccaggio.
Il 20 la Procura manda sei persone agli arresti domiciliari per un’inchiesta su una società immobiliare che attraverso prestanome riscuoteva affitti milionari. Tra gli arrestati il consigliere regionale del Pd Roberto Conte, oltre a due imprenditori, un funzionario regionale, un medico e un commercialista. Sabato 22 migliaia di persone in piazza Dante per la giornata organizzata dagli amici di Beppe Grillo; sul palco il comico punta l’indice contro inceneritori, banche, imprese e giornalisti. Il 24 si scopre che il Consiglio dei ministri ha revocato la dichiarazione di “grande evento”, e con essa la dotazione di cospicui fondi, per il Forum delle culture del 2013. Iervolino e Oddati si incazzano. Intanto in Regione di dimette dopo appena dieci giorni l’assessore al turismo De Masi, lo sostituisce Claudio Velardi, già braccio destro di D’Alema. Il 27 i risultati delle analisi danno esito positivo per la discarica a Savignano. Gli espropri continueranno e il cantiere aprirà in breve tempo. Da Roma arrivano 80 milioni per gestire la crisi e la conferma per decreto che ci saranno gli incentivi statali Cip6, per chi si occuperà di gestire l’inceneritore di Acerra. Il 28 riapre – per soli 5 giorni, garantisce il Commissariato – il sito di stoccaggio di Taverna del Re. Il sindaco di Giugliano annuncia battaglia. Lo stesso giorno viene arrestato Nunzio Di Lauro, latitante, considerato il reggente dell’omonimo clan e quinto figlio del boss Paolo, detto Ciruzzo o’ milionario, ad andare in cella. Abitava a Ischitella con la famiglia, sul comodino le biografie di Eduardo Contini, boss del Vasto, e di Luigi Giuliano di Forcella. Il suo processo comincia il 17 marzo. È imputato per associazione camorristica, traffico di armi e di stupefacenti. Il 29 Lucia De Cicco si da fuoco per protestare contro la riapertura del sito di Taverna del Re. Ricoverata, venti giorni di prognosi. L’1 marzo a Ercolano prima uscita pubblica del governatore Bassolino dopo il rinvio a giudizio per l’inchiesta sui rifiuti; ripete che non ha fatto niente di male e che non si dimette… Lo stesso giorno tafferugli davanti al sito di Taverna del Re, due agenti contusi e un manifestante fermato. I camion cominciano a entrare nel sito. Domenica 2 ci sono 5mila tonnellate di spazzatura per le strade. Il Cdr di Giugliano è fermo, la Fibe non ha i soldi per pagare gli straordinari ai dipendenti. Lanciate cinque bombe carta contro la polizia davanti al sito di stoccaggio di Marigliano. In serata il Napoli batte la capolista Inter al San Paolo, con un beffardo pallonetto di Zalayeta al 3’ del primo tempo. È la prima sconfitta dell’Inter in campionato.
Il 3, un altro colpo di teatro. I 7 milioni di tonnellate di balle composte da immondizia indifferenziata, quindi fuori norma, uscite da impianti di Cdr imperfetti, potranno essere bruciate nell’inceneritore che si sta costruendo ad Acerra. Lo sancisce un’ordinanza firmata il 20 febbraio dal premier uscente Prodi, che ribalta le decisioni prese due anni fa dal ministero dell’ambiente. “Si rispetteranno comunque i livelli delle emissioni inquinanti già fissati”, precisano da Palazzo Chigi. Ma chi ci crede? Intanto, come previsto dai manifestanti, il sito di Taverna del Re resta ancora aperto e accoglierà balle per altri cinque giorni. Il 4 il sindaco Iervolino annuncia a malincuore che il Comune sarà parte civile al processo sui rifiuti che comincia il 14 maggio. Intanto la Regione stanzia 75 milioni per costruire l’inceneritore a Salerno. L’assessore Ganapini aveva dichiarato qualche giorno prima che quello di Acerra poteva bastare. Soddisfatto il sindaco De Luca: “Aprirò un mio ufficio nell’impianto per dimostrare ai cittadini che non c’è alcun rischio per la salute”. Intanto il prestigioso hotel Vesuvio, a causa dell’emergenza rifiuti, annuncia la chiusura del suo ristorante a cinque stelle situato sulla terrazza dell’albergo. Da domani tutti in pizzeria.