Termovalorizzazione accelerata
Ora si parte davvero. Perché con la concessione di otto ettari a Napoli Est, da parte della Regione al Comune, si imprime un colpo d’acceleratore alla costruzione del termovalorizzatore. «Adesso c’è il via libera per le fasi successive: non ci dovrebbero essere più intoppi», spiega l’assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano. Che sono, secondo un cronoprogramma di massima: «Capitolato di gara, progetto preliminare e il via ai lavori». La palla passa ora a palazzo San Giacomo che potrebbe espletare la gara già entro dicembre. Poi ci vorranno all’incirca trentasei mesi per costruire l’impianto che tratterà quattrocentomila tonnellate di rifiuti l’anno. Poco più di mille al giorno e tutti provenienti dagli impianti Stir.
[Da "Napoli Est, concessi i suoli si accelera sull’inceneritore", di Adolfo Pappalardo, Il Mattino, 7 settembre 2010]
Siti che sbucano fuori come i funghi
Rifiuti speciali bloccati nei depositi: finanziamenti per un milione di euro pignorati dai creditori. Mille chili di rifiuti speciali – pile e farmaci – stivati in depositi che dovrebbero essere sicuri (almeno cosi sì lascia trapelare) perché non ci sono i soldi per mandarli nelle discariche adeguate, ci vorrebbero cinquecentomila euro. Non è finita qui: in altri siti sbucati fuori come funghi all’epoca dell’emergenza sono state stoccate tonnellate e tonnellate di rifiuti solidi urbani, quelli dei sacchetti neri, che hanno un valore di smaltimento pari a tre milioni e mezzo. Anche in questo caso niente soldi e rifiuti imboscati.
[Da "L’ambiente, il caso Asìa senza fondi, stop allo smaltimento dei veleni", di Luigi Roano, Il Mattino, 8 settembre 2010]
Bonifiche sperate e territori off limits
C’è il Comune, la Provincia, l’Arpac. Ma anche il ministero dell’ambiente e, soprattutto, i vertici di Bagnolifutura, la società di trasformazione urbana nata con una mission di alto profilo: bonificare la zona dell’ex Italsider, recuperare una fetta di territorio urbano, restituire a Napoli e alla Campania respiro turistico, sbocchi residenziali, rilancio sotto il profilo ambientale. Ci sono Palazzi cittadini, ma anche un pezzo di ministero dell’ambiente nell’ultima inchiesta della Procura di Napoli, nell’ultima mossa dell’ufficio guidato da Giovandomenico Lepore. Indagine choc per molti versi, che va raccontata senza provocare allarmismi e rispettando la cautela dovuta a una vicenda non ancora approdata a uno snodo conclusivo. Fatto sta che da due anni, la Procura di Napoli sta battendo una pista delicata, a voler ripercorrere le mosse di due sezioni di polizia giudiziaria. Detto in soldoni, l’accusa è questa: dopo alcuni anni di gestazione, la bonifica non avrebbe ottenuto i risultati richiesti, non avrebbe raggiunto i livelli sperati, tanto che il territorio destinato a ospitare il futuro della metropoli napoletana sarebbe rimasto ancora per molti versi off limits.
[Da "Mancata bonifica a Bagnoli: s’indaga per truffa" di Leandro Del Gaudio, Il Mattino, 8 settembre 2010]