Seconda giornata di occupazione della sede del Forum delle Culture, in vico Giuseppe Maffei 4, a opera de La Balena, collettivo di lavoratori “dello spettacolo e dell’immateriale”. L’assemblea pubblica di oggi pomeriggio, alle 16.30, è dedicata al welfare e alla mancanza di tutele per i lavori creativi, con Roberto Ciccarelli (autore del libro La furia dei cervelli) e Alessandra Ferraro (C.Re.S.Co). La sera jam session con Crosso Roads Impro Ring, Claudio Domestico (Gnut), Foja, Slivovitz, Luca di Maio (Insula Dulcamara). Nel corso della giornata saranno anche proiettati alle 11.00 Cimap di Giovanni Piperno; alle 13.00 Pasta nera di Alessandro Piva; alle 19.00 La salita di Mario Martone; alle 20.00 Happiness di Todd Solondz.
L’assemblea di ieri sui beni comuni ha cercato invece di tracciare punti di convergenza tra le varie esperienze di istituzioni culturali autogestite in Italia in questo momento, come il Teatro Valle o il Cinema Palazzo di Roma, e lasciato molte domande aperte sui progetti futuri della Balena.
Come si costruisce la cultura come bene comune? Nella grande sala del terzo piano dell’ex Filangieri occupato ieri erano venuti a discuterne Federica Giardini, ricercatrice di filosofia politica all’università di Roma Tre, Giso Amendola, docente di Filosofia del diritto all’Università di Salerno, e Maurizio Zanardi, uno dei fondatori della casa editrice Cronopio. Insieme a loro, i lavoratori dello spettacolo di diversi teatri occupati, insieme ad attivisti dei movimenti napoletani, agli studenti, ai lavoratori di diversi settori. «Oggi lavoriamo anche con la nostra conoscenza, con le nostre capacità linguistiche e relazionali – ha osservato Giardini – la nostra cultura entra nei meccanismi della produzione. Inserendo la cultura tra i beni comuni recuperiamo politicamente il senso delle nostre azioni». In questo senso la cultura non sarebbe da difendere, ma da «mettere in campo ex-novo», sostiene Amendola; «intendere quest’occupazione solo come difensiva sarebbe una scelta di rimessa, bisogna puntare a riappropriarsi dell’intelligenza che è di tutti ma, come l’aria e l’acqua, viene privatizzata ed espropriata».
La discussione viene intermezzata anche da un collegamento audio con un gruppo di attivisti che contemporaneamente stanno presidiando la sede della Regione Campania, inscenando il “funerale dei diritti e del welfare”. Un rappresentante del teatro Coppola di Catania prova a riportare l’assemblea verso obiettivi più tangibili. «Partecipo con piacere a questa tre giorni di incontri e discussioni, ma dopo che cosa ne volete fare di questo spazio?». Incalza anche Federica Giardini: «Quali di queste pratiche di autogestione La Balena vuole mettere in atto qui a Napoli?». Per il momento l’obiettivo dichiarato è quello di porre una serie di domande, più che fornire risposte. Intanto portatili apple sparsi un po’ ovunque, smartphone in attività e collegamento ai siti e pagine dei vari collettivi presenti rendono l’assemblea un incontro ad alta densità tecnologica.
Tra le esperienze più interessanti, oltre a quella del Valle, anche l’occupazione del Cinema Palazzo di Roma. Ciro racconta di come, dopo undici mesi di occupazione dello stabile, una sentenza della magistratura abbia riconosciuto gli occupanti come “moltitudine resistente”, una definizione che sembra uscita più da un volantino che da un atto di tribunale. Nel loro caso, spiega, si è trattato di entrare «senza intenzione nell’ambito estremamente eterogeneo dei beni comuni, che comprende rivendicazioni che vanno dall’acqua alla Tav alla cultura. Ma se non mettiamo in evidenza quali sono gli elementi che non ci stanno bene di una determinata gestione manca la base per un dialogo con le istituzioni. Soprattutto a Napoli, dove il comune dice di essere apertissimo alla partecipazione. Senza un sapere specifico e una critica mirata non si va avanti». Proprio durante l’assemblea è arrivata infatti la notizia che il sindaco de Magistris plaude all’iniziativa degli occupanti, dicendo di condividerne tutte le premesse e di volere puntare tutto sulla partecipazione per la gestione del Forum delle Culture. «Più che uno sgombero qui rischiate una conferenza stampa del sindaco che vi spiega cos’è l’occupazione», dice Giardini. La discussione continua oggi, sulle pratiche del welfare da reinventare per i lavoratori dell’immateriale. (viola sarnelli / giulia beat)