Ogni carpentiere che si sveglia alle cinque del mattino per andare a lavorare sa che il suo è un lavoro duro ma onesto.
Elton, uno dei tanti ragazzi albanesi emigrati ad Atene, ha pensato per molto tempo che nessun poliziotto avrebbe mai chiesto i documenti a un uomo con i pantaloni sporchi di calce e la borsa degli attrezzi da muratore. «Per tre anni non ho saputo mai se il pomeriggio sarei riuscito a tornare a casa», spiega. «Poi mi hanno preso mentre andavo al lavoro e mi hanno rinchiuso per due settimane».
La polizia l’ha trattenuto in un centro di identificazione per controllare se avesse commesso altri reati, ma la sua unica colpa era di non essere andato via allo scadere del permesso di soggiorno. Prima di rilasciarlo la polizia gli ha affibbiato un provvedimento di espulsione. Ha pensato di ricorrere alle vie legali per ottenere la cancellazione della pena, e si è rivolto a un avvocato per fare ricorso. Le possibilità di riuscita erano poche e il legale voleva quattromila euro soltanto per iniziare le pratiche.
Insieme con altri immigrati pakistani e georgiani ha conosciuto un greco che gli ha prospettato una soluzione diversa. «Se mi date duemila euro ciascuno, parlo con un amico – ha detto – e vi prometto che il provvedimento di espulsione sarà cancellato, non ne sentirete più parlare». Non hanno più rivisto né i soldi né l’uomo.
Pochi giorni dopo Elton ha conosciuto in metropolitana Luca, un precario italiano che fa il professore in una scuola media ad Atene, e hanno cominciato a parlare dei film che trasmetteva la Rai. In Albania molti hanno imparato la nostra lingua grazie alla televisione e sono rimasti affascinati vedendo le pubblicità trasmesse da Mediaset fino al punto da pensare che l’Italia sia una specie di succursale del paradiso. Luca non è un santo, ma forse è la prima persona in Grecia dopo tre anni che ascolta la storia di Elton e si offre di dargli una mano. Suo cognato, a Bagnoli, ha una ditta che si occupa di edilizia e potrebbe offrirgli un posto di lavoro. Si apre uno spiraglio di luce per il ragazzo albanese che decide, dunque, di tornare in Albania per poi trasferirsi in Italia. Ritorna nel suo Paese per affrontare un nuovo viaggio verso Napoli. Attraversare la frontiera è facile, nessuno bada troppo ai documenti di chi se ne va ed Elton, dopo molti anni, può riabbracciare sua madre.
Ma la felicità dura poco, Luca è costretto a comunicargli una brutta notizia: il provvedimento di espulsione nei confronti di Elton è valido non solo per la Grecia, ma per tutti i paesi europei. La prospettiva di vivere con un salario di quindici euro al giorno lo spaventa. Come spesso succede, quando si è in difficoltà si è disposti a tutto. Elton si rivolge a un’organizzazione criminale che gliene chiede 800 per aiutarlo a reintrodursi clandestinamente in Grecia. Parte di notte a piedi percorrendo attraverso i boschi i chilometri necessari per oltrepassare il confine. Arriva ad Atene distrutto e ricomincia a lavorare in nero. Ma nel frattempo la crisi economica ha investito l’Europa.
Oggi guadagna e si ritiene fortunato ad avere ancora un posto. Molti suoi connazionali lo hanno già perso e alcuni sono finiti a dormire per strada. Se i greci hanno la possibilità di ricorrere alla solidarietà delle loro famiglie, per gli immigrati la situazione è insostenibile. Reclutati durante le Olimpiadi, quando c’era bisogno di manodopera a basso costo, sono diventati un peso dopo i pesanti tagli che la Grecia ha dovuto fare per evitare il default.
Elton sogna ancora di andare in Italia. Ha pagato l’avvocato e sta aspettando da tre anni che le cose migliorino. Quando ci siamo salutati, non me la sono sentita di dirgli che, qui in Italia, la situazione per gli immigrati e per i lavoratori non è quella che ha visto in televisione quando era bambino. Non sarebbe servito a molto. Certi sogni non muoiono mai. (ivano cirillo)