Ariete
Mentre racconta della sua educazione, l’imperatore Adriano rivela: “L’impero l’ho governato in latino, in latino sarà inciso il mio epitaffio, sulle mura del mausoleo in riva al Tevere; ma in greco ho pensato, in greco ho vissuto”. Lui studente, ad Atene, aveva appreso l’essenza della vita dal suo maestro greco che gli “insegnò a preferire le cose alle parole, a diffidare delle formule, a osservare piuttosto che a giudicare. Quel greco amaro mi insegnò il metodo”. La lezione per le settimane che portano all’estate è questa, ci vogliono almeno due lingue, una per vivere e l’altra per pensare. E che il metodo, infine, altro non è che preferire le cose alle parole.
Toro
Publio Elio Traiano Adriano, meglio noto come Adriano, fu un imperatore insolito nella storia di Roma. Colto, raffinato, esperto di arti militari, rafforzò i confini dell’impero e approvò molte riforme della macchina amministrativa. E, in più, viaggiò moltissimo, a differenza dei suoi predecessori, attraverso gli immensi spazi del suo impero. Viaggi lunghi e non semplici. Solo il giro delle province orientali lo portò, una prima volta, per ben due anni lontano da Roma. Ben dodici anni, sui venti di governo, li trascorse fuori dalla capitale. Questa smania di conoscere, vedere in prima persona forse dipendeva dal suo “sentirsi responsabile della bellezza del mondo”. Ecco, ricordate, è con il viaggio che si difende la bellezza, con il movimento si proteggono le cose che vogliamo tener ferme.
Gemelli
Non è certo facile diventare un imperatore. Non è come oggi, che bastano soldi e televisioni, allora il lavoro sul carattere e sull’educazione assumevano aspetti fondamentali. Lui, l’imperatore Adriano, la mette così: “Usavo la cortesia indispensabile verso tutte quelle persone tanto diverse: deferente verso gli uni, compiacente verso gli altri, triviale quando occorreva, abile ma non troppo. La versatilità mi era necessaria; ero multiforme per calcolo, incostante per gioco. Camminavo su un filo”. Nei prossimi giorni sarà così anche per voi, come camminare su di un filo. E mi raccomando, non dovete iscrivervi ai corsi di attore, ma a quelli di acrobata.
Leone
Marguerite Yourcenaur, nei suoi appunti, parla della sua amica e compagna G.F. e del ruolo che ha avuto la loro amicizia così unica e rara. A volte, racconta, deve pur succedere nell’esistenza di una persona fortunata “che ci sia stato qualcuno, un poco in disparte, che non lascia passare la frase inesatta o debole che per stanchezza vorremmo lasciare, (…) qualcuno che ci sostiene, ci approva, alle volte ci contraddice; (…) e non è la nostra ombra né il nostro riflesso e nemmeno il nostro complemento, ma se stesso; e ci lascia una libertà divina, ma al tempo stesso, ci costringe a essere pienamente ciò che siamo”. A volte succede, siate pronti a riconoscere chi vi è compagno e ospite. E a non perderlo.
Cancro
Ragione e sentimento, potrebbe essere questa la vostra traccia astrale per quel che resta di questo anno intenso e bisestile. O, diciamolo chiaro, è questa la traccia astrale di tutta la vostra prossima vita, così come quella che fin qui avete vissuto. E, per tipi svegli come voi, il problema non è la ragione, ma il sentimento. Scrive Marguerite Youcenaur, “non è necessario per un bevitore abdicare all’uso della ragione, ma l’innamorato che conservi la sua non obbedisce fino in fondo al suo demone”. Che dire, voi che non obbedite quasi a nulla, sapete a quale demone obbedire. Ci sono legami che è impossibile infrangere, ma non ci sono legami che sarà impossibile sciogliere. Con ragione difendete i vostri sentimenti.
Vergine
Se scrivere non è impresa facile, scrivere un libro per il quale bisogna documentarsi richiede un lavoro immenso. Ma si possono imparare delle regole, insegna Yourcenaur, “le regole del gioco: imparare tutto, leggere tutto, informarsi di tutto e, al tempo stesso, applicare al proprio fine gli esercizi di Ignazio di Lodola o il metodo dell’ asceta indù, che si estenua anni ed anni per metter a fuoco con maggior precisione l’immagine che ha creato sotto le palpebre chiuse”. Direi che sono regole che valgono per vivere e non solo per scrivere. Dato che voi, per definizione astrale, le regole del gioco le applicate già, siete in grado di definire l’immagine che da tempo custodite sotto le palpebre? Allora è il tempo di aprire gli occhi.
Bilancia
C’è una dimensione dell’intimità che non necessariamente si trova nell’amore. Adriano così descrive il sentimento che lo lega alla imperatrice Plotina: “Era casta per disdegno delle cose facili, generosa per elezione più che per natura, saggiamente diffidente, ma pronta ad accettare tutto da un amico, persino gli errori inevitabili. L’amicizia era un fatto elettivo per lei, vi si abbandonava totalmente, come a me è solo accaduto con l’amore. Nessuno mi ha mai conosciuto quanto lei: ho lasciato che vedesse cose che ho accuratamente dissimulato a chiunque altro: per esempio qualche viltà segreta (…). L’intimità dei corpi, che non è mai esistita tra di noi, è stata compensata da questo contatto di due spiriti intimamente fusi l’uno con l’altro”. È di questa forma di intimità che c’è grande bisogno, per noi e per voi.
Scorpione
Le cose non nascono per caso. E le cose belle nascono per di più non con l’intuizione, necessaria ma non sufficiente, ma con il lavoro. Marguerite Yourcenaur cominciò a scrivere Memorie di Adriano quando aveva vent’anni. A venticinque si fermò e distrusse i suoi manoscritti. Riprese i lavori cinque anni dopo e li interruppe più volte. Poi ancora il progetto fu abbandonato per altri nove anni. “Affondava, scrisse, nella disperazione dello scrittore che non scrive”. Poi un giorno ritrovò, quasi per caso, un baule perso dieci anni prima, durante la guerra, nel quale vi erano gli appunti, le lettere e frammenti di manoscritti. Riprese a scrivere e tre anni dopo il libro fu pubblicato. Questo a testimoniare che le cose che devono avvenire, avvengono. Non importa come, non importa quando.
Sagittario
Libertà. Quanto potremmo discutere con voi di questa parola che, lo sappiamo, per voi conta come l’aria. Ma non siete soli. Adriano, l’imperatore, spiega al suo lettore di avere cercato la libertà più che la potenza, e quest’ultima solo perché funzionale alla libertà. “Quel che mi interessava”, dice l’imperatore, “non era una filosofia dell’uomo libero – mi hanno sempre tediato tutti quelli che ci provano – bensì una tecnica: volevo trovare la cerniera ove la nostra volontà s’articola al destino; ove la disciplina, anziché frenarla, asseconda la natura”. Ecco, se volete la libertà, cercate una disciplina che assecondi tutti i vostri desideri.
Capricorno
Piccolo gioco riflessivo. Come immaginate la vostra vita? Come una direzione lineare, suppongo, una linea che vi conduce da un punto all’altro? Per carità, conoscendovi, ci può stare. Ma noi vi suggeriamo questo, che il grafico della vita umana non si compone mai di una sola linea orizzontale ma, come insegna Yourcenaur, “piuttosto di tre linee sinuose, prolungate all’infinito, ravvicinate e divergenti senza posa: che corrispondono a ciò che un uomo ha creduto di essere, a ciò che ha voluto essere, a ciò che è stato”. Quale di queste linee sinuose ripercorrete nei prossimi giorni?
Acquario
Quando saranno alleviate anche le schiavitù più inutili, le sventure non necessarie, resteranno comunque dei mali da cui l’uomo dovrà difendersi. Questa la riflessione dell’imperatore Adriano. E nella lunga serie dei mali veri e propri compaiono l’amore non corrisposto, l’amicizia respinta o tradita, la “mediocrità d’una vita meno vasta dei nostri progetti e più opaca dei nostri sogni”. Ora non ci preoccupiamo per voi, per amore e amicizia, saprete difendervi (o l’avete già fatto) da ogni delusione o tradimento. Considerata l’ambizione dei vostri sogni, è il terzo punto che ci preoccupa. Qualunque cosa accada non rassegnatevi alla mediocrità e alla opacità di una vita meno vasta dei vostri desideri.
Pesci
Questa la tenevamo in serbo per voi da un po’ di tempo. Per questo tempo in cui provate a chiudere gli occhi invece che aprirli al sole. “Nel sonno, una cosa ci rassicura, ed è il fatto di uscirne, e di uscirne immutati dato che una proibizione bizzarra c’impedisce di riportare con noi il residuo esatto dei nostri sogni”. Questo l’inizio della riflessione dell’imperatore Adriano sul dormire, sul sonno perfetto che è quasi necessariamente un’appendice dell’amore. E se invece di essere rassicurati dal sonno che non ci muta, provassimo a superare la proibizione che impedisce di riportare nella vita reale i nostri sogni?