Articolo pubblicato da www.espressonline.net il 18 luglio 2012.
È stato firmato negli scorsi giorni il protocollo d’intesa tra la regione Campania e Bagnolifutura, per la realizzazione del progetto “Parco urbano di Bagnoli” nell’area ex Italsider. A siglare l’intesa, il presidente Stefano Caldoro e il vicepresidente di Bagnolifutura, Massimiliano Di Gioia. I riflettori dunque sono di nuovo accesi sulla tanto discussa e finora inconcludente opera di bonifica e riqualificazione ambientale dell’area, che potrebbe trovare nuovo respiro dallo sblocco dei nuovi e tanto attesi finanziamenti regionali.
Il protocollo infatti sancisce una stretta collaborazione tra la società di trasformazione urbana, a cui nel 2002 fu affidata la “mission” di risanare Bagnoli, e la regione, la quale si impegna a garantire la disponibilità delle risorse finanziarie indispensabili per la fase attuativa. Si tratta di 199 milioni di euro in totale così ripartiti: settantasei finanziati attraverso fondi Por/Fse, che andranno a copertura di cinque progetti principali quali la piazza archeologica e i parcheggi alberati, il recupero e rifacimento di via Enrico Crocchia e della parallela a Via Nuova Bagnoli. I restanti centoventitre milioni proverranno invece da risorse private, vale a dire fondi che dovrebbe reperire Bagnolifutura. Il protocollo stabilisce che “la società si impegnerà a concorrere con eventuali risorse economiche aggiuntive alla realizzazioni di interventi ritenuti utili , per rafforzare l’intervento complessivo”.
Che però le casse della Bagnolifutura siano vuote non è un mistero, e che i debiti siano aumentati di anno in anno fino a raggiungere la cifra di trecento milioni di euro è un dato ormai di dominio pubblico. La cosa tuttavia non sembra preoccupare per nulla le amministrazioni, che anzi dimostrano grande soddisfazione e ottimismo per il risultato raggiunto. «Per la nostra amministrazione lo sblocco di queste risorse finanziarie ha sempre rappresentato una priorità, essendo una condizione indispensabile per poter avviare concretamente il progetto del Parco urbano in un contesto di generale ripresa dell’attività dei cantieri, che a breve porterà all’inaugurazione della Porta del parco, prevista nei prossimi giorni, dell’Acquario tematico e del Parco dello sport, che saranno inaugurati entro l’autunno», afferma il sindaco de Magistris, il quale assicura che il cronoprogramma annunciato a mezzo stampa sarà rispettato.
Per sanare e ricapitalizzare la Bagnolifutura, d’altronde, basta cederle in gestione proprio la Porta del parco, l’unica opera effettivamente conclusa nel progetto di trasformazione urbana, e il gioco è fatto. “Azioni di sostegno alla società Bagnolifutura”, si legge nella delibera 340 approvata dalla giunta l’11 maggio scorso. Quindi l’Auditorium, la Spa, le tre piazze e la caffetteria, passeranno sotto il diretto controllo della società e la stessa sorte toccherà poi al Parco dello sport.
Occorre sperare nel buon esito del nuovo bando di vendita dei terreni edificabili dell’area tematica 2, per rimpinguare un po’ le casse della società. Quel bando che negli anni passati è andato sempre deserto, ma che adesso si è dato nuove regole per attirare e agevolare gli investimenti privati. Prima di tutto uno “spacchettamento” dei terreni in quattro lotti dalle dimensioni e quindi dai costi minori, che oscillano tra i venti e i quindici milioni di euro. Volumi destinati sia al terziario che alla costruzione di residenze. Poi nuove regole nelle modalità del rilascio dei permessi a costruire da parte del Comune di Napoli. «Ci accolliamo una serie di costi e acceleriamo i tempi burocratici», ha affermato Omero Ambrogi, presidente della Bagnolifutura dal maggio di quest’anno. E ancora: “La terza asta per la vendita dei suoli è un appuntamento nevralgico: se fallisse, sarebbero guai per Bagnolifutura”. Il tutto mentre la data ultima per presentare le domande di interesse ai suoli è già slittata dal 19 giugno al 2 ottobre.
I privati però non sembrano interessati a investire sul futuro di Bagnoli. Come mai? Sarà forse colpa di un mare e di una spiaggia ancora fortemente inquinati che inficiano notevolmente la possibilità di creare una qualsiasi attività a livello turistico? O forse sarà la mancanza di garanzie a investire su un’area la cui qualità ambientale è del tutto incerta, come incerta è anche la bonifica sulla quale è ancora in corso un indagine della Procura diNapoli per ipotesi di reato pesantissime quali disastro ambientale, truffa aggravata, violazioni del codice ambientale, che vede coinvolti Comune, Provincia, vertici della Bagnolifutura e responsabili del Ministero dell’ambiente?
Certo è che il quadro si complica, e a tutto questo si aggiunge anche il progetto per la realizzazione di un impianto per lo smaltimento dei rifiuti, ipotizzato dal sindaco de Magistris e dal vicesindaco Sodano. Un impianto a «bassissimo impatto ambientale» e che si rende «quanto mai necessario perché permetterebbe di trattare lo smaltimento dell’umido in città». La sua localizzazione nell’area sarebbe ancora del tutto sconosciuta. Insomma, tra turismo, edilizia e rifiuti , l’affare Bagnoli non si fa mancare proprio niente. (roberta trama)
By michele minichino July 20, 2012 - 9:19 pm
La bonifica da Amianto?
a Bagnoli e vastissimi dintorni?
ma non fatemi ridere!
Non conoscete il sistema di autobonifica da Amianto a brevetto multiplo?
Brevettato da CGIL Fillea Campania, per conto lavoratori, e da regione Campaina e Comune per conto popolazione!
Il bervetto: vecchio come il mondo. Basta non parlare di amianto sul territorio, semplicemente dimenticare i morti, dare una bacchettatina qui e la’ a chi tira a’ capa a for’ o sacc’ . ed il gioco e’ fatto.
Il risultato: vendita di terreni immacolati, al migliore oferente. solo cosi’ il SUD ce la puo’ fare.
Michele, figlio di Amedeo Minichino. Reparto Torni a secco Eternit Bagnoli