Fa caldo già alle nove, quando arrivo davanti a questa specie di Alcatraz che è l’ingresso – chiuso da doppia rete – della Porta del parco, a Bagnoli. Uno schieramento di polizia consistente per la seconda o terza inaugurazione in pochi anni di questa struttura che dovrebbe diventare, secondo la voce istituzionale di turno, sempre altro da quello che si vede oggi. Un continuo lavoro di immaginazione.
Sulle ceneri dell’ex polo industriale dove sorgevano l’Italsider e la micidiale Eternit, che tanto amianto ha regalato ai nostri morti di lavoro e alle loro famiglie, è grande festa: si inaugurano (di nuovo) auditorium, caffetteria, piazza e centro benessere. Tutto ad opera di Bagnolifutura, società di trasformazione urbana del comune di Napoli che ha il compito di riqualificare e bonificare l’area. In dieci anni il più grande risultato ottenuto dalla società è stato il buco milionario di bilancio, con le istituzioni che ora stringono i cordoni della borsa e con tanto di indagine della Corte dei conti. E poi, sempre a proposito di conti, è notizia recente che non ci sono più i fondi per la bonifica: addio a sessantacinque milioni di euro. La riqualificazione e la pulizia ambientale di uno dei luoghi più inquinati d’Europa resterà probabilmente un grande interrogativo. Secondo la società, la bonifica è al sessantacinque per cento, ma basta guardarsi intorno per concedersi il beneficio del dubbio. E proprio sopra questo enorme dubbio sono stati mostrati i lavori, ma soprattutto i progetti: si è parlato di centro benessere, di macchinari avveniristici per la salute e la bellezza, di turtle point, di parco dello sport, di mirabilia sull’archeologia industriale.
Ma io questo capolavoro della tecnica non ve lo posso raccontare perché, così come ad altri, mi è stato negato l’ingresso all’inaugurazione. Ho persino mostrato il famoso tesserino da giornalista professionista che per la prima volta mi sono illusa potesse servirmi a qualcosa. Ma niente: forse le interviste che stavo facendo ai manifestanti erano un’onta che non poteva essere lavata. La definizione giusta, che evidentemente cozza con l’idea di democrazia partecipativa alla quale ha fatto ricorso il sindaco de Magistris in campagna elettorale, sarebbe quella di inaugurazione blindata.
La Porta del parco, anziché essere un punto di accesso a qualcosa, fa da separazione netta. Divide quello che è dentro da ciò che è fuori. Dentro le autorità, i vertici aziendali, la stampa “autorizzata”. Fuori tutti gli altri: i cittadini, gli studenti, i disoccupati, la stampa “non autorizzata”. E molti di loro – lavoratori, disoccupati, studenti, associazioni – si sono fatti sentire. «Chiediamo un tavolo interistituzionale – afferma Peppe, del movimento disoccupati flegrei – tra comune, provincia e regione per affrontare seriamente la questione della riqualifica e della bonifica di questo quartiere, dando prospettive di lavoro a tanti tra noi». Una richiesta che meritava almeno una risposta.
Ma lì fuori nessuno risponde, e allora i toni si fanno esasperati, l’aria è pesante mentre dentro – suppongo – il sindaco sta tagliando il nastro per l’ennesima volta. Volano insulti, si sfiora la rissa. Qualcuno fa il gesto di tirar fuori i manganelli, partono i cori contro la polizia. Poi li guardi in faccia e vedi quanto è grottesca questa situazione: dieci agenti a guardia di un casermone perché qualcuno, lì dentro, non vuole noie. E allora spintoni su spintoni, cariche, maleparole, sudore e rabbia sotto un sole che rende il tutto ancora più esasperante.
Se li senti parlare, i poliziotti hanno le stesse parole dei manifestanti, ma giungono a conclusioni opposte. Finiti i tafferugli, mi avvicino a un agente e gli chiedo perché non hanno lasciato entrare quelli che protestavano. Prima mi trascina in un universo fatto di massimi sistemi sulla tutela dell’ordine pubblico. Poi si lascia andare: «Io te la do la risposta – mi confida il giovane poliziotto – Ma non ti piacerà. Il motivo per cui non li facciamo entrare è che là dentro quelli sono i forti, mentre qua fuori, loro sono i deboli». Semplificato al massimo, ma efficace. (gaia bozza)
By stafe July 28, 2012 - 12:10 pm
ma allora, perché proteggere loro? io direi invece che quelli dentro erano i deboli, e quelli fuori i forti da cui proteggersi con le armi…
By giordanrino July 28, 2012 - 3:17 pm
io ho votato questo sindaco.e un pagliaccio ,pensa a fare le manifestazioni.america’s cup ,le sagre del cazzo.vive in un altro mondo,aveva promesso la differienzata porta a porta!aveva promesso che le gare di appalto fossero regolari,come sempre succede le grande aziende della camorra con tanto di foglio regolare di antimafia vincono le gare di appalto nelle strutture pubbliche.noi che siamo napoletani sappiamo bene chi comanda a napoli,questa e la tua rivoluzione caro de magistris .sei un buffone