Ricordo che quando ero piccolo Miss Italia andava forte. Magari nessuno seguiva tutto l’evento in tv, ché noioso lo era già allora, però in molti si sintonizzavano per vedere chi vinceva e per commentare. Era un evento televisivo importante, insomma, come Sanremo o il Festivalbar. Potevi anche ignorare i fatti dal mondo, ma chi era Miss Italia, quello sì, lo sapevi per forza. I telegiornali per alcuni giorni riprendevano la notizia, mostravano lacrime e incoronazione, intervistavano le ragazze e criticavano la scelta.
Sarà che sono cresciuto e oramai scelgo quanto e come informarmi – ma no, non è questo. È che proprio da qualche anno Miss Italia è una manifestazione decaduta, relegata al rango di fiera di paese o poco più. Che però continua a trascinarsi dietro un enorme carrozzone, una interminabile lista di eventi più piccoli che coprono il paese, distribuendo sogni e illusioni. Uno di questi si è tenuto ieri alla rotonda Diaz, una manifestazione alla quale trentacinque ragazze partecipavano per contendersi due titoli: Miss Eleganza Silvian Heach Campania e Miss Napoli. Per loro, come soleva dire Frizzi, la strada è ancora lunga: i due titoli vinti garantiscono l’accesso alle semifinali nazionali. Miss Napoli incontrerà Miss Benevento, Miss Caserta e così via, e solo la vincitrice andrà alle finali a Montecatini Terme.
Quando arrivo, verso le 9 di sera, noto un notevole dispiegamento di media. Due o tre torri sono posizionate a dieci metri dal palco, in alto le postazioni per le telecamere, poi diversi operatori che lavorano a spalla e si aggirano sudati. Sotto il palco una decina di fotografi. Intorno, un centinaio di sedie rosse, che vengono lentamente occupate. L’area è totalmente transennata: oltre palco e sedie ci sono i chioschi, i famosi chioschi che si lamentano della Ztl e che stasera non hanno di che lamentarsi. Si lavora bene, c’è gente. Dietro il palco, bagni chimici e diversi gazebo per trucco e parrucco delle ragazze. Ragazzotti della security bloccano l’accesso a quelli che si autodefiniscono rattusi.
Arrivano le femministe, saranno in cinque (di cui due uomini) ed espongono uno striscione: “Essere una donna non è una competizione, è una lotta”. Lo manterranno, da lontano, per un’ora, poi andranno via ignorate. A condurre la manifestazione è Erennio De Vita, un brillante entertainer che ha al suo attivo migliaia di conduzioni di Miss Italia. Radio Quinta Rete trasmette “Tutto Miss Italia minuto per minuto”, con commenti in diretta. Erennio è frenetico. Ringrazia tutti gli sponsor, una lista lunghissima e infarcita di aggettivi: «Grazie a Diadora, presente in sessantotto paesi del mondo… Con le pantofole Planters è vietato invecchiare… Nuova Panda: cento per cento italiana!». Partono le prove audio e video. Forse è questa la parte migliore: una voce irrompe sul palco, è la regista che chiede al pubblico di applaudire tre minuti di seguito, in modo da registrare gli applausi. «Ancora una!»… «Scusate, l’ultima». Il pubblico non si spazientisce mai. L’evento, come non si stanca di ripetere Erennio (che in tutta la serata non subirà mai un calo) è anche sostenuto dal C.m.n, il consorzio media napoletani che riunisce quattro tv locali, e andrà in onda il 3 agosto.
Arriva Patrizia Mirigliani, la figlia dell’inventore della competizione: «Non ci stancheremo mai di ringraziare Patrizia per tutto ciò che ha fatto per Napoli», dice Erennio. Patrizia rivela succulente novità: «In tempo di crisi, abbiamo aumentato il numero delle partecipanti alla fase finale, arrivando a centouno. E poi abbiamo aperto la competizione alle nuove italiane, quelle che mangiano come noi, hanno l’accento come noi». Parte l’inno d’Italia, Erennio dirige il coro delle trentacinque ragazze atteggiandosi a direttore d’orchestra, con tanto di “Poropò – poppò – poppò”. All’evento non poteva mancare il patrocinio della Camera di commercio, il presidente Maurizio Maddaloni guadagna il palco e, col fiatone, pronuncia le parole di rito (rilancio, bellezza, partenopee, crisi).
Il rituale, appunto, vuole che le ragazze si presentino da sole. Trentacinque presentazioni uguali, «Ciao bella Napoli, mi sono classificata quinta alle provinciali di Atena Lucana». Il pubblico fischia o applaude a seconda del gradimento. Alcune ragazze al di là delle transenne commentano, forse invidiose: «Maronn, comm’è brutta chest’!». Dopo un’ora si esibiscono Luca Sepe, Marco Fasano e Monica Sarnelli, che canta “Un posto al sole” con tutte le ragazze. Ai gazebo non si può accedere, ma è comunque possibile guardare le ragazze dalle inferriate: si abbracciano, scherzano e ballano, sguardi ammiccanti ai fotografi. Indossano tutte un costumino rosa.
Il titolo di Miss Eleganza lo vince la numero ventinove, Rossella Trovato; il titolo di Miss Napoli lo vince la numero cinque, Antonella delle Cave. Nessuno piange, esultanze contenute, parte “Nessun dorma”. È mezzanotte. Le ragazze vengono accompagnate al Tennis Club per cambiarsi, scortate dalla security che evidentemente teme qualche approccio troppo deciso. Sfilano con i tacchi sul lungomare, qualcuna inciampa, altre si sostengono a vicenda. A seguirle solo pochi parenti e qualche passante disinteressato. (davide schiavon)