Il report “Indicatori ambientali urbani” dell’Istat, pubblicato a fine luglio, dice che nel 2011 nei comuni capoluogo di provincia la raccolta dei rifiuti urbani indifferenziati diminuisce del 3,1%, poiché cresce la raccolta differenziata. A Napoli la differenziata porta a porta continua a riguardare solo duecentoquarantamila dei novecentosettantamila residenti. Il numero non è di per sé esiguo (la nostra è la seconda città d’Italia per numero di utenti raggiunti dal porta a porta, dicono i dati ufficiali), ma siamo ancora lontani da una rivoluzione nel trattamento dei rifiuti solidi urbani.
Dal punto di vista numerico, com’è noto, la raccolta porta a porta è ferma ai quartieri dei Colli Aminei, Chiaiano, Rione Alto, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio, Centro Direzionale, Bagnoli, Scampia e Posillipo. In alcune zone, come Bagnoli, che continua a registrare i numeri più alti di differenziazione dei rifiuti, si registrano ritardi sistematici – per mancanza di mezzi preposti al ritiro, si dice nel quartiere – ma con l’arrivo dei nuovi fondi annunciati dal vicesindaco i problemi dovrebbero risolversi, e i numeri raddoppiare entro fine anno. Sperando sia la volta buona, e che si riesca a introdurre anche un sistema di premialità che permetta di ridurre la Tarsu a chi differenzia correttamente.
Il problema, però, non sta tanto – o quantomeno non solo – nella quantità dei rifiuti differenziati, ma nella qualità del ciclo di raccolta e recupero. Le alternative a discarica e incenerimento sono ancora pallide. Già a un anno dall’insediamento della nuova giunta è apparso chiaro che diversi punti rimangono fermi, in settori chiave del piano rifiuti, a livello regionale oltre che comunale. Primo tra tutti, l’autonomia nel trattamento della frazione organica, che è ancora un miraggio.
L’ipotesi di un impianto per il trattamento della frazione organica a Scampia ha sollevato parecchie polemiche, non tanto per l’idea in sé ma per le modalità di interazione tra cittadinanza coinvolta e giunta partecipativa più a parole che nei fatti, a detta dei movimenti antidiscarica. L’impianto di cui si è discusso finora più nel concreto però è soprattutto quello di Bagnoli. Anche in questo caso dalle parole ai fatti il viaggio sarà lungo. Almeno fino ai nuovi annunci che arriveranno a settembre.