Spenta. Così vede l’insegna del negozio al di là della strada. Strano, non è ancora l’ora di chiusura. Negli occhi di Aniello si spegne all’improvviso la luce dell’insegna, si spegne la vita. Lo scooter che lo investe fugge via senza soccorrerlo. Lui resta a terra mentre tutto intorno diventa buio. Corso Secondigliano, novembre scorso. Sono le 18 ed una folla di persone fa capannello lungo la carreggiata all’altezza del civico 259. Tentano di aiutare Aniello che ha una gamba bloccata. Qualcuno gli sorregge la testa, qualcuno ha preso il numero di targa del mezzo, qualcuno chiama l’ambulanza che arriva solo dopo quarantacinque minuti. Sosta selvaggia, traffico, indisciplina. Il corso è un tragitto a ostacoli, tra grossi avvallamenti, veicoli in doppia fila, motorini che sfrecciano sui marciapiedi e segnaletica vandalizzata, buttata giù a colpi di spranga. È l’arteria che unisce la città all’hinterland a nord di Napoli. Un tempo la via dello “struscio” secondiglianese, della chiacchiera serale, dell’incontro al bar o al cinema. L’appuntamento “ncopp ’o corso” era d’abitudine. Aniello aveva conservato il rito, e quella sera rientrava a casa dopo una passeggiata, la solita.
La vettura del 118 riesce con difficoltà a raggiungere il luogo dell’incidente, quarantacinque minuti sono tanti. Aniello viene trasportato all’ospedale Cardarelli, con una frattura al femore e una serie di politraumi. Le condizioni all’inizio non appaiono gravi, ma d’improvviso la situazione precipita. Aveva una vineria in corso Italia, Aniello. Prima ancora era una cantina. Nelle foto d’epoca è ritratto fuori la locanda accanto a un’antica botte. Ottantasette anni, tutti trascorsi a Secondigliano con i suoi sei figli. Una decina d’anni fa la decisione di lasciare l’attività, dedicarsi ai nipoti, la passione per le bocce, l’impegno nella Pia unione dei sacri cuori. Affabile, cortese, di compagnia. Al suo funerale il sagrato della chiesa è gremito all’inverosimile. Amici, familiari, conoscenti, insieme per ricordare Aniello, scomparso in un’assurda tragedia che poteva essere evitata. Lo conoscevano tutti nel quartiere.
Come Ada. Ada la muta, Ada dei gatti. Quella che assisteva i randagi miagolanti del rione dove viveva. A metà tra le case celesti, al confine con Scampia, e il rione terzo mondo. Sulla carta è il Rione dei fiori, ma nella realtà è il rione di Ciruzzo ’o milionario, dello spaccio di droga. Ada spesso soccorre, nel silenzio, anche coloro che vanno a rifugiarsi in una vecchia fabbrica abbandonata per bucarsi o quelli che si trovano lì in crisi di astinenza. L’andirivieni dei tossici tra via Limitone d’Arzano e via Cupa dell’arco è continuo. Uno di loro, in un pomeriggio di febbraio, per fuggire ai controlli della polizia, la travolge in via Privata detta Sacra. Ada nell’impatto cade a terra rovinosamente. Entra in coma, morirà due mesi dopo in un letto d’ospedale. Commoventi le esequie nella parrocchia di Maria SS del Carmine: la sua cagnetta non abbandona un attimo la bara, la graffia di continuo con le zampette come a voler chiamare la sua padrona.
Aniello Corcione, Ada Evangelista, morti a Secondigliano. Il loro sangue sul selciato è andato via con una getto acqua e una spolverata di segatura, senza lasciare traccia. Una fiaccolata spontanea dei residenti, poche settimane dopo, ne ha ricordato la memoria. I cittadini hanno sfilato lungo il corso chiedendo l’attivazione di una Ztl, “zona tranquilla libera”, per il diritto alla sicurezza. “I have a dream: camminare per le strade del mio quartiere”, è la scritta stampata nero su bianco su un cartello.
Nessun riflettore acceso, mentre capita che altro sangue si raggrumi sul selciato e diventi il red carpet per i protagonisti del festival politico della retorica, oltre che per i mass media, modello inviato di guerra. Morti eccellenti, che fanno notizia. Filari di parole, immagini in serie che raccontano di Secondigliano, di Scampia, terra di agguati e di una nuova faida; di botta e risposta tra gli scissionisti di Scampia e i girati di Vanella Grassi, di nomi come Marino e Abete, ultime vittime, fratelli di elementi di spicco di clan nemici; di blitz in divisa e rioni blindati. Mai archiviata, qui, l’armeria pesante dai clan della camorra, mentre la gente perbene va sul retro di una cantina, per consumare il quotidiano. Lì vive la periferia. In silenzio. (claudia procentese)
By giuseppe September 9, 2012 - 7:51 pm
Prima di tutto voglio complimentarmi con Claudia Procentese.
Esiste un progetto urbanistico che dovrebbe snellire il traffico del c/so Secondigliano.
By giuseppe September 9, 2012 - 8:19 pm
Il progetto si riferisce all’apertura di via detta Scippa con via Monte Grappa.L’apertura di queste due strade costerebbe una settimana di lavori e qualche pratica burocratica che giace da anni sulla scrivania di qualche dirigente da licenziare. Basti pensare che, via Scippa è l’unica strada di Napoli senza illuminazione e senza arredi urbani,in questa strada sorgerà la stazione della metropolitana di via Regina Margherita,e sempre in questa strada ci sono due luoghi di culto: la chiesa evangelica e la chiesa dei testimoni di Geova;una scuola calcio;una palestra;una scuola coperta di pallacanestro e alter attività. Scriviamole queste cose,chiediamoci come mai i lavori non sono mai iniziati nonostante fossero stati espropriati i terreni interessati?forse ci sono forze contrarie allo sviluppo economico della zona e qualcuno che si è impossessato dei terreni dello stato traendo un illecito arricchimento.Cara Claudia Procentese, si accerti su quanto asserito dal sottoscritto.
Giuseppe.
By Gianluca Attanasio September 10, 2012 - 6:32 am
I Morti sono Morti e restano Tali.
Complimenti a Claudia, il racconto di questa realtà di Napoli mi è piaciuto, di solito quando leggo mi fermo al terzo rigo e cambio canale.. ma no! questa volta ho letto sino alla fine, e mentre leggevo, le immagini arricchivano quanto scritto, frutto della fantasia, ma accompagnato alla piacevolezza di leggere anche tanto sconforto per una Città che non cambierà mai, neanche se venisse Gesù in persona….. Forse per mettere un po a posto le cose ci vorrebbe l’Arcangelo Vendicatore, che sterminerebbe tutti gli impuri di cuore.. ma questo è un estratto di un film della nostra mente che ci propone degli eccessi che pero’ esistono, e sono una reazione a quello che di terribile ci circonda senza che nessuno di noi spesso se ne accorge se non quando il male viene a bussare alla nostra porta. Scampia, Secondigliano, Napoli, rappresentano l’amore e’ l’odio il fuoco e l’acqua, ma non nego che la voglia di scappare, non andare via… scappare letteralmente e’ davvero forte, se oggi aggiusti una cosa domani se ne guastano 8, la gente preferisce vivere a modo suo, nel NON rispetto delle regole, nel NON rispetto degli altri, dell’Ambiente, della vita altrui, MI chiedo e ti chiedo Claudia, cosa vuoi cambiare in certe persone? cosa si può Cambiare? IO credo nulla, da ottimista che sono passo allo stato di rassegnato DOC! Napoli? è una Città Persa da tempo, i politici possono ben poco, una massa di pecoroni locali che cercano di gestire un piccolo potere che li pone talvolta come paladini di una Città. A dirlo è uno che un fratello in politica lo tiene, e più volte gli ho detto di lasciar perdere, l’Onestà non paga, non ne vale la pena, Ma lui da anni si ostina a cercare di cambiare le cose, TROPPO SCOMODO essere politico onesto a Napoli, si da troppo fastidio. Io credo che il Sistema sia malato proprio nella Pubblica Amministrazione dove personaggi si sono fatti spazio per anni, ed oggi con nuove vesti si sono ripresentati a questa nuova amministrazione convinti di poter continuare.. Molti di loro oggi ci stanno riuscendo, il trasformismo di molti funzionari e dirigenti sta ottenendo i loro frutti, e’ bastato solo Indossare un Fazzoletto Arancione e l’Ingenuo Sindaco si è fatto fregare per troppo buonismo.
By peppe September 10, 2012 - 12:38 pm
sempre complimenti alla redazione di NAPOLI MONITOR che svolge un lavoro eccezionale in tutto e per tutto.