L’antefatto: nel centro storico dell’Aquila, compostamente ridotta a un paradossale labirinto di ruderi e silenzio, dove anche i puntellamenti sono oramai stagionati o da puntellare a loro volta, e dove i soldi per ricostruire sono quasi finiti prima di cominciare, c’è un cantiere che lavora a pieno regime, notte e giorno. Dove gli operai rigorosamente del nord stendono quadrati di prato preconfezionato intorno ai manufatti come ai bei tempi della costruzione dei quartieri del progetto CASE, alla viglia delle visite trionfanti della premiata ditta delle catastrofi Bertolaso&Berlusconi. È il cantiere dell’auditorium di Renzo Piano. Un grande cubo poggiante su uno spigolo, fatto con il legno della Val di Fiemme, lo stesso dei violini Stradivari. Collocato all’ingresso del parco del Castello spagnolo. È un regalo del Sommo architetto ai terremotati, da sei milioni di euro di fondi pubblici gestiti dalla provincia autonoma di Trento. Una miseria, assicura chi se ne intende, per gente come Piano, abituata a ben altri cache. Grande è l’attesa per l’inaugurazione, con tanto di concerto diretto da Claudio Abbado, anch’esso regalato, dal costo di qualche centinaio di migliaia di euro. E con special guest il presidente Giorgio Napolitano. Sarà il taglio del nastro di una bella opera che si colloca bene all’interno del contesto storico e paesaggistico, un po’ meno in un tessuto sociale sempre più lacerato, dove sono migliaia gli sfollati sull’orlo di una crisi di nervi.
Leggere per credere la corrispondenza del nostro inviato Gelsomino Balla da Pescomaggiore.
Inaugurazione Auditorium: il sistema Gioiello seleziona il terremotato doc che assisterà al concerto di Abbado
L’Aquila – anno terzo e mesi sei Dopo Sisma – Non sono bastate le feroci diatribe sui costi, sulla localizzazione e sull’utilità dell’auditorium di Piano. Ora le polemiche investono la lista dei duecentocinquanta posti riservati in buona parte alle autorità e corporazioni cittadine per assistere al concerto inaugurale.
«Se lo suonano e se lo cantano», sentenzia un avventore della vicina cantina del Boss, scatenando a caduta commenti e note a margine di un bicchiere di montepulciano da parte di altri opinionisti da bancone: «Con quei soldi ci campavamo tutti per cinque anni», «Dice che è nò simbolo della ricostruzziò, ma io vorrei nà casa, che dentro a un simbolo non ci pozzo vive», «I pazzerelli del centro diurno stanno ancora nei container e non si trovano i soldi per dargli un posto meno infame…», « la cera si consuma e il morto non cammina!», «ma che ce tenemo fà co tutti stì auditorium, stiamo a L’Aquila, frà, mica a Broadway!», «A esse bello è bello, sò io che stengo brutto…».
Fiutato il crescente risentimento contro quella che a torto o ragione viene considerata una classe antagonista di borghesi radical chic al potere, che va ancora a cinema e a teatro in una città sempre più povera e chiusa a riccio, si ingrossa di ora in ora il numero di consiglieri comunali che decidono di rinunciare all’ambita poltroncina, recitando la parte di inediti Robin Hood del ‘’parterre al popolo’’. Uno dei consiglieri motiva il gran rifiuto affermando: «Tanto a me Abbado come cantautore non mi è mai piaciuto».
Su facebook, piazza virtuale frequentatissima in una città surreale senza più un centro e sparpagliata in quartieri post-sismici distanti anche decine di chilometri tra loro, così si commentano le illustri defezioni: «Oggi come oggi, se non cedi il tuo posto alle inaugurazioni e non vai dallo osteopata non sei nessuno» ; «Domenica, non potendo cedere il mio biglietto per il concerto di Abbado perché non ce l’ho, regalo per l’intera giornata l’abbonamento a Sky a chi ne ha impellente bisogno …». Le rinunce sono state comunque accolte con giubilo e sollievo negli ambienti dell’élite cittadina, perché ora ci saranno più posti a disposizione, e forse non sarà necessario contendersi a morsi e sputazze gli ultimi accrediti, oppure mediante più civili tornei di morra, canasta o di Trivial Pursuit. I vertici della politica comunale invece sono molto irritati e preoccupati. Si teme un danno di immagine, di apparire durante la gran serata di gala come privilegiati scrocconi e gaudenti che appena vedono una poltrona libera perdono il senno e non resistono ad occuparla.
Si era così pensato inizialmente di far assistere al concerto tutti i cittadini residenti a L’Aquila, a rotazione, con turni da tre minuti, chiedendo ad Abbado di allungare se possibile il concerto di qualche oretta. Neanche presa in considerazione invece l’idea di far pagare un biglietto al selezionato e benestante pubblico, e utilizzare poi l’incasso della serata per finalità sociali. Ciò potrebbe creare, è stato argomentato, un pericoloso precedente nell’agire politico del nostro paese, tra l’altro in odore di incostituzionalità, perché lesivo di un diritto acquisito.
Difficilmente percorribile è risultata essere anche l’ipotesi di erogare, a tutti i cittadini esclusi, un assegno straordinario di autonoma sistemazione per fabbisogno musicale post-sismico. L’ipotesi che infine ha prevalso è stata quella di riesumare dagli scantinati del comune il famigerato sistema di calcolo ”Gioiello”, quello che pare abbia stabilito i criteri per le assegnazioni dei terremotati agli appartamenti del progetto CASE, e far scegliere a lui, con scientifica e fredda oggettività, il cittadino comune, il terremotato doc, da invitare al concerto con grande onore e in rappresentanza del popolo minuto.
I calcoli di Gioiello hanno portato così all’insindacabile scelta del signor Augusto Pernacchia, casa sventrata dal sisma con massimo danno, in condominio litigiosissimo e vicini di casa che si odiano a seguito di antiche faide familiari, con pratiche burocratiche per la ricostruzione in mano ad un famelico amministratore di condominio elettore del Pdl, appassionato di poker, auto sportive e belle donne, casa inagibile in una frazione ancora ridotta ad un cumulo di macerie, disoccupato senza nessuna conoscenza di politici di maggioranza e/o dirigenti in comune, provincia e regione. Single pressochè cronicizzato a status di zitello. Senza profilo Facebook. Licenza media, e che campa a casa della vecchia madre con l’assegno di autonoma sistemazione.
Il signor Pernacchia, grande fan dei cantanti neo-rurali Roby Santini e Jo Donatello, avrà l’onore e l’onere di assistere al concerto di Claudio Abbado assieme alle Autorità politiche, militari ed ecclesiastiche, agli Alti rappresentati delle corporazioni delle arti e dei mestieri, al bel mondo dei sindacalismo e della cultura istituzionale e parastastale aquilana. Addirittura in prima fila, comodamente seduto su una grande poltrona a mo’ di tronista, con un caschetto giallo in testa e una maglietta sponsorizzata dai sempre presenti bagni Sebach. In scaletta è previsto anche un convinto e commosso applauso che il prestigioso parterre gli tributerà durante una pausa del concerto.
E sempre il signor Pernacchia sarà addirittura menzionato nell’alto e vibrante messaggio alla nazione del presidente Napolitano, quale esempio di compostezza e dignità, umile simbolo di una città che sta per tornare a volare, che come la fenice risorge dalle sue ceneri, a riprova che l’Italia è un grande paese, eccetera eccetera. (filippo tronca)
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