Venerdì 1 marzo, piazza Garibaldi, Napoli. Un folto gruppo di immigrati nordafricani, con tanto di valigie al seguito, rumoreggia all’esterno dell’hotel Virgilius. Hanno ricevuto il provvedimento di allontanamento dall’albergo, così come è successo nelle altre strutture del capoluogo partenopeo, e all’improvviso sembra di essere tornati all’aprile del 2011, nel pieno dell’emergenza scoppiata con l’arrivo di un importante numero di migranti provenienti dal nord Africa. «Les italiens veulent seulement de l’argent», grida uno dei ragazzi, che poi scompare in un vicolo col suo fagotto. Le persone radunatesi nella piazza provengono per la maggior parte dalla Libia, ma dopo un anno e mezzo hanno visto chiudere di fronte a sé la porta delle strutture che li avevano ospitati.
Stando a una circolare del Ministero degli interni l’emergenza cominciata nel 2011 sarebbe terminata questo 28 febbraio, una parola fine scritta però solo sulla carta, dopo la proroga di due mesi concessa a fine dicembre. Alle persone sgomberate è stato consegnato un pocket-money di cinquecento euro, e circa il 90% di loro – che hanno ricevuto dalla questura un permesso a titolo di viaggio – ha deciso di lasciare Napoli virando verso il nord del paese. A rimanere, soprattutto chi rientra all’interno delle cosiddette “fasce vulnerabili”: donne con bambini, anziani, minori non accompagnati, per la maggior parte. La consegna dei permessi, però, è stata un’operazione organizzata dalla questura in fretta e furia negli ultimi tre mesi: «In novanta giorni è stato fatto quello che non si è riuscito a fare in un anno e mezzo», spiega Simona, una delle responsabili dello Sportello immigrati della provincia di Napoli. «Le persone sono rimaste un anno e mezzo nell’indecisione, nell’anonimato, poi in tre mesi sono stati rilasciati i permessi umanitari e i titoli di viaggio, che tra l’altro sono validi per muoversi soltanto all’interno del paese che li rilascia».
La Libia è considerata uno dei punti nevralgici del flusso migratorio, poiché avendo offerto prospettive lavorative rilevanti negli ultimi anni, ha accolto nel tempo un gran numero di immigrati provenienti da Nigeria, Mali, Burkina Faso, Senegal: «Gli immigrati rimanevano lì per sei o sette mesi, facendo in questo modo abbastanza soldi per ripartire o stabilizzarsi nella stessa Libia, tanto è vero che dopo la caduta di Geddhafi sono arrivati anche ragazzi provenienti dal Ciad, che non si erano mai visti da queste parti».
Per quanto riguarda la Campania, l’emergenza è stata gestita dalla Protezione civile in maniera disastrosa. L’emblema, e ultimo esempio di questo disastro, è costituito dai famosi tirocini formativi organizzati per i ragazzi ospitati dagli alberghi e allontanati nelle ore successive. Il bando, infatti, è stato pubblicato appena cinque giorni prima degli sgomberi, creando una forte contraddizione tra il tentativo di stabilizzare per sei mesi i migranti, e i provvedimenti di “fine emergenza” che hanno visto togliergli a breve distanza persino l’alloggio: «La Protezione civile si occupa per lo più di disastri ambientali e non di risorse umane. Hanno trattato le persone come se fossero un terremoto o un’alluvione. È gente che non ha fatto dei corsi specifici, come per l’insegnamento dell’italiano agli stranieri e gli effetti sono stati devastanti».
All’interno di ognuno degli alberghi di piazza Garibaldi, così, sono stati ospitati tra ottanta e cento persone, sulla base di un accordo stipulato tra la Fedelralbergatori e la regione Campania, che ha scavalcato completamente tanto i comuni quanto le associazioni e le realtà del territorio. La gestione della situazione è rimasta fino al 31 dicembre di competenza della regione, che al termine dell’accordo ha trasferito tutto alla prefettura, anche se a elargire i fondi rimaneva comunque il ministero degli Interni. «Il sistema di accoglienza per i richiedenti asilo e i rifugiati – continua Simona – è gestito attraverso i CARA (Centri accoglienza per i richiedenti asilo), che però in Campania non ci sono, visto che la regione non li ha mai autorizzati. Si tratta di grandi centri come quelli di Crotone e a Siracusa, in cui vengono fatti anche alcuni corsi di italiano, ma che non garantiscono un’attività di accoglienza come quella del progetto Spar, che gestiamo per esempio in questo sportello, e che prevede un’accoglienza prolungata, integrazione, autonomia linguistica e lavorativa, accompagnamento ai servizi».
Anche Omar, mediatore culturale che ha seguito la vicenda dei rifugiati libici fin dall’inizio, denuncia la delicatezza della situazione: «Le autorità pensano che consegnando il permesso di soggiorno agli immigrati, il problema venga risolto. Ma ovviamente non è cosi». In generale, infatti, quello che sembra essere mancato è un quadro d’insieme della situazione, la cui conseguenza più diretta è stata lo spreco dei tanti soldi arrivati dall’Unione Europea, investiti in maniera poco produttiva e strategica. Una cifra, che secondo alcuni calcoli, supererebbe il miliardo e trecento milioni di euro. (rosario napolitano)
By Pierluigi March 15, 2013 - 10:34 pm
Appello di A3F, Alex Zanotelli e Forum Antirazzista Napoli sull’emergenza profughi dalla Libia: a Napoli cominciano i primi sgomberi:
https://www.a3f.org/en/content/appello-di-a3f-alex-zanotelli-e-forum-antirazzista-napoli-sullemergenza-profughi-dalla-libia
By Pierluigi March 15, 2013 - 10:35 pm
Source: altrevoci.blog.rainews24.it
Chi non è andato via dai centri di accoglienza dell’Emergenza Nord Africa potrà rimanere per almeno 6 mesi. Lo stabilisce una circolare del ministero dell’Interno sulla chiusura dell’Emergenza Umanitaria del Nord Africa datata 1 marzo. Chi potrà usufruire di questo beneficio? In studio con Josephine Alessio, Cristopher Hein, direttore del CIR (Consiglio Italiano Rifugiati) e Gianluca Petruzzo, fondatore dell’Associazione antirazzista interetnica 3 febbraio:
https://altrevoci.blog.rainews24.it/2013/03/11/emergenza-nord-africa-sei-mesi-di-proroga/
By Pierluigi March 15, 2013 - 10:36 pm
Comunicato A3F Napoli sulla situazione dei profughi dalla Libia del 1 Marzo 2013:
https://www.a3f.org/en/content/comunicato-a3f-napoli-sulla-situazione-dei-profughi-dalla-libia-del-1-marzo-2013