Da Internazionale del 21 maggio 2013
E così il 26 maggio la cittadinanza bolognese andrà a votare. Referendum consultivo sui finanziamenti comunali alle scuole d’infanzia paritarie private. Alla cittadinanza viene chiesto di esprimere un parere su quale sia la forma “più idonea” di utilizzo dei finanziamenti comunali per garantire “il diritto costituzionale all’istruzione dei bambini e delle bambine”: dare oltre un milione di euro alle scuole pubbliche comunali e statali (A) o continuare a darlo alle scuole paritarie private (B). Un piccolo caso locale che ha attirato l’attenzione da tutta Italia per il forte valore simbolico (qui la prima e la seconda puntata) e che, comunque andrà a finire, ha già messo in evidenza un dato innegabile: un comitato di poche decine di volontari è riuscito a far tremare i colossi dai piedi d’argilla che saturano lo spazio politico italiano, ritrovandoseli tutti contro, dal Pd alla Cei.
Con il passare delle settimane, il clima in città è andato surriscaldandosi a causa dei toni assunti dall’amministrazione comunale e dal sindaco Merola, a ogni uscita pubblica sempre più nervoso e offensivo nei confronti dei referendari. Il refrain dura da mesi, ma ultimamente è diventato un disco rotto: ideologici, strumentalizzati, estremisti, nemici della scuola, nemici dei bambini, discriminatori, e chi più ne ha più ne metta.
Il motivo di tale aggressività è presto detto: l’appoggio al fronte referendario annovera, oltre a Sel, sindacati di base, M5s, Fiom e Flc-Cgil, tutti gli ultimi esponenti della sinistra italiana. Da Stefano Rodotà a Salvatore Settis, da Luciano Gallino ad Andrea Camilleri, da Gino Strada a Margherita Hack, da Dario Fo a Michele Serra, da Corrado Augias a Marco Revelli, da Paolo Flores D’Arcais a Francesco Guccini. Per non parlare della sfilza di attori, registi, scrittori. Perfino i Forever Ultras del Bologna Fc 1909, che domenica scorsa, in curva allo stadio, hanno srotolato uno striscione con su scritto: “MerolA: BolognA + scuola PubblicA = A”. Last but not least, la Scuola di Barbiana e gli alunni di don Milani hanno aderito alla battaglia del comitato referendario, dimostrando una volta per tutte che non di guerra di religione si tratta, come piacerebbe far credere a certi altrpa, cei tifosi.
Sull’altro fronte, dalla parte dell’amministrazione comunale e dei sostenitori dei finanziamenti pubblici alle scuole private è sceso in campo niente meno che il presidente della Cei, il cardinale Bagnasco. Poi i tre “Maurizii”: Lupi, Sacconi, Gasparri. Il Pdl è in prima linea insieme alla Lega Nord. E ovviamente il Pd, il primo partito in città, con tanto di endorsement del decano Romano Prodi. Perfino il papa qualche giorno fa si è pronunciato, con un tempismo non casuale, ricordando che «la scuola cattolica costituisce una realtà preziosa per l’intera società, soprattutto per il servizio educativo che svolge, in collaborazione con le famiglie. Ed è bene che sia riconosciuto il suo ruolo in modo appropriato». (wu ming – continua a leggere)