Da stamattina è in corso una violenta repressione nel cuore di Istanbul, nella piazza di Taksim e lungo la Istiklal caddesi, il viale pedonale dello shopping e dei bar. È questa la risposta a una protesta pacifica iniziata il 28 maggio contro un intervento urbano che prevede la distruzione di un parco pubblico, l’abbattimento di centinaia di alberi che devono lasciare spazio alla ricostruzione in stile di un edificio militare, demolito nel 1940, che deve fungere da centro commerciale.
Da tre giorni centinaia di persone hanno occupato il Gezi Parki, il parco che si trova a ridosso della piazza, opponendosi in modo pacifico alla polizia e alle ruspe. Al quarto giorno, la protesta si è trasformata in uno scontro durissimo nel quale gli attacchi della polizia sono diventati continui e sempre più violenti. Da stamattina è in corso di fatto una battaglia che vede da un lato la polizia che tenta di disperdere in ogni modo i manifestanti e dall’altro un numero sempre più folto di persone che accorrono per partecipare. La protesta si è ampliata allargandosi a tutte le strade laterali di Beyoglu, dove è un continuo avanzare e indietreggiare sotto i lanci di gas della polizia. Allo stesso tempo dilaga su internet, non solo sui social network dove si inseriscono notizie utili (soccorso medico, giuridico) (#DirenGeziParki; fb: taksim platformu), ma anche su siti web blog dove si trasmettono in diretta le immagini da diversi punti del quartiere (https://geziparkitv.blogspot.com/).
#Occupy Taksim ha assunto dimensioni molto più ampie, per quanto non sia mai stata, nemmeno all’origine soltanto una battaglia ecologista, come hanno scritto alcune testate straniere. È una protesta che rientra in un importante movimento di opposizione a una politica di rigenerazione urbana che negli ultimi anni sta trasformando Istanbul sotto gli occhi di tutti, rendendola una città a uso e consumo di turisti, stranieri e nuovi ricchi, e con sacche di povertà sempre più ampie spinte ai margini della città.
Anche se è notizia delle ultime ore che la Corte ha sospeso il progetto, al tramonto del quarto giorno è anche vero che la protesta ha oramai raggiunto dimensioni molto più ampie, assumendo i toni di una dura critica al governo e di insofferenza nei confronti di una repressione che diventa di giorno in giorno sempre più pesante. Da quando è stato impedito di celebrare il 1° maggio trasformando il quartiere di Beyoglu in una enorme zona rossa con posti di blocco ad ogni incrocio, e chiudendo tutte le vie di accesso e i mezzi di trasporto, le strade intorno a Taksim si sono riempite dei fumi di lacrimogeni con una frequenza sorprendente. Ogni singola manifestazione e corteo, anche di gruppi singoli, è stata impedita con gas e blocchi di polizia, nelle stesse strade dove ogni giorno si consuma il divertimento della cool Istanbul. Il processo di democratizzazione continua a subire colpi bassi e l’immagine positiva che la Turchia si è guadagnata all’estero negli ultimi anni, anche grazie a un rampante sviluppo economico, sta già mostrando al suo interno tutte le sue crepe. (ln)
By antonio mantelli June 1, 2013 - 11:37 am
Continuando l’ultimo pensiero… riguardo al processo di democratizzazione della Turchia, ho paura che si sia e stia basando soprattutto sull’immagine di apparire europea. Nella realta’ la Turchia politica sta cambiando rotta anche per motivi economici. Cosi’ come la Grecia non crede piu’ all’Europa, ancora meno ne ha motivo di crederci la Turchia. Il potere politico ed economico ha fatto un passo indietro (non di ”sviluppo” ma di direzione) verso i vecchi valori e poteri islamici, ma i giovani laici non ci stanno. Soprattutto ora che vedevano una possibilita’ di dialogo maggiore con culture differenti dalla loro e aperte al dialogo. Sono i giovani delle primavere del mediterraneo.
Gli scontri sono molto forti. La polizia lancia i lacrimogeni (gas CS) ad altezza uomo andando a colpire direttamente alcuni manifestanti. Ancora non ci sono conferme, ma da quello che sento ci sono stati almeno 3 morti e un centinaio di arresti (qui in Turchia, possono rinchiuderti anche 5 anni per aver partecipato ad una manifestazione anti-governo).
Nella notte, nei vari quartieri europei di istanbul, c’erano luci di stanze che si accendevano e spegnevano visibili dalle varie colline del bosforo; gente per strada ad urlare canti per la presa di coscienza della prima vera manifestazione contro il governo filo-islamico; e donne e bambini affacciati ai balconi con pentolino e mestolo a far sentire il loro canto di protesta.