da: horatiopost.com
Riassumendo, in un finale d’anno un po’ concitato, si è deciso di stanziare quattro milioni e mezzo di euro per la S.S.C. Napoli e altre società sportive, più mezzo milione per la diretta televisiva dello show di D’Alessio a piazza del Plebiscito e per un ciclo di spot, da mandare in onda sulle reti Mediaset e sulle TV locali, da qui alla Befana. L’obiettivo è quello di rilanciare, a partire dallo sport e dallo spettacolo, l’immagine di una Campania positiva, salubre e ilare, contrastando così la cattiva nomea che ci siamo fatti con la Terra dei fuochi. I finanziamenti vengono dal Fondo di Coesione e Sviluppo, gestito dal governo centrale, ma si tratta di un’illusione ottica, perché si tratta di risorse comunitarie che le regioni del sud non erano riuscite a spendere, e che sono state riprogrammate a Roma quando era ministro Fabrizio Barca. Insomma, erano soldi già nostri, lo stato centrale sulla Terra dei fuochi non ha ancora sganciato di suo nemmeno un euro.
Questo cospicuo investimento in immagine – cinque milioni, ma il programma complessivo vale una ventina di milioni – supera di gran lunga quanto abbiamo speso finora per attuare il decreto “Terra dei fuochi” e per sostenere concretamente un comparto agricolo finito nell’occhio del ciclone. Pare di capire che la scelta sia quella di giocarcela tutta sulla comunicazione, ma rimane a questo punto da stabilire quanto i gorgheggi di D’Alessio e le piroette di Zapata siano veramente efficaci nel controbattere, all’interno di una narrazione pubblica fortemente suggestionata, l’ennesimo strampalato servizio delle Iene, o il sermone apocalittico sul “biocidio”.
La recente sentenza della Cassazione, che ha di fatto smontato l’impianto accusatorio alla base dei sequestri dei suoli agricoli di Caivano, parrebbe indicare una strada diversa per uscire dalla crisi, basata su azioni e conoscenze pertinenti. La verità dei fatti alla fine ha la possibilità e la forza diaffermarsi. La nostra credibilità è tutta legata alla capacità che avremo nei prossimi anni di mettere ordine in un territorio scasciato da mezzo secolo di illegalità, e di proteggere quanto rimane di un patrimonio rurale e di un’economia agricola di inestimabile valore.
In ogni modo, è questo l’ultimo post che penso di dedicare per il momento a questa vicenda. Dal mio punto di vista, per quel poco o molto che sono riuscito a comprendere, e che ho cercato di raccontare nelle cronache e nei commenti di questi ultimi quindici mesi, le cose da fare e da sapere sono ormai note, sarebbe stucchevole ripeterle ancora, alimentando una rappresentazione pubblica sterile, che rischia di replicarsi a tempo indefinito. Da grande non aspiro a fare il “terrafuocologo“, ci sono cose più importanti e urgenti per la Campania. Auguri a tutti. (antonio di gennaro)
By antonio marfella January 14, 2015 - 10:48 pm
carissimo di gennaro, ci dipingono in antagonismo ma non lo siamo mai stati, tranne che nella tua a mio parere improvvida sortita non di tua competenza sul danno alla salute da tombamenti profondi di rifiuti tossici. amiamo di amore infinito la nostra terra, e la sappiamo stuprata con pericolo serissimo non solo per il comparto agroalimentare ma anche per la salute pubblica come ormai e definitivamente spero, i dati di ISS hanno indicato. anche io condivido che si dovrebbero indirizzare i soldi in modo ben diverso pensando anche che persino per analisi su uomo specifiche e mirati sono stati investiti una quantità infinitamente minore persino che per le pummarole. a mero titolo di esempio, 250 mila euro per il pessimo studio sebiorec di biomonitoraggio su uomo con 84 analisi per 3 milioni di persone indagate….molto meno sia di ecoremed (5.774.000) che di gigi d’alessio (600mila)….insieme a te quindi concordo nell’affermare…MEGLIO CHE ME ‘MPARAVO ZAPATORE…..O ZAPATORE NUN SA SCORDA A MAMMA……