FESTAMMARE
23 giugno 2015 / Bagnoli
Lido Pola (via Nisida 24, Coroglio) / dalle 20,33, ora del tramonto.
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Tra musiche, balli e il canto delle sirene, attraverso un labirinto autocostruito, il fuoco a mare, per finire in un bagno rituale e comune nelle acque del golfo di Nisida.
con: MARIA NAZIONALE, BRUNELLA SELO, DOLORES MELODIA
e: Fabiana Martone, Fede ‘n’ Marlen, Brigitta Casieri, Maya Gras, Gabriella Pascale, Gabriella Rinaldi
accompagnate da: Antonino Anastasia, Marcello Squillante, Dario Franco, Piero De Asmundis, Marcello Giannini, Massimo Carola, Ciro Imperato, Vincenzo Lamagna, Ciro Riccardi, Federica Ottombrino, Marilena Vitale
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“Li femmene la sera de san Gianne
jevane tutte ‘nchietta a la marina
allere se ne jeano senza panne”.
(…dai versi del Velardiello, poeta napoletano del cinquecento)
La festa di San Giovanni, nella notte tra il 23 e il 24 giugno, ha in realtà un’origine pagana, conosciuta In centro Europa come Nit de les bruixes (“Notte delle streghe”) o Nit del foc (“Notte del fuoco”). Il processo di purificazione dell’antica festa, che celebrava l’arrivo della stagione calda, prevedeva l’accensione, allo scoccare della mezzanotte, di enormi fuochi e una serie di riti purificatori con l’acqua di mare o di fiume.
A Napoli la festa era molto sentita già in età antica. Talmente tanto che a metà del 1600 il vicerè Garcia de Haro Sotomayor ne vietò due elementi sconvenienti: il ballo e il bagno comune in mare. Secondo le cronache del Quattrocento, a Napoli il rito rappresentava il matrimonio tra la terra e il mare. Il fulcro delle celebrazioni era rappresentato dalla zona del Carmine, a quell’epoca una enorme insenatura affacciata sulle acque cittadine. La popolazione, e in particolar modo le donne, si abbandonava quella notte a sfrenati canti e balli (la “mperteata” e la “ntrezzata”), bagordi e a una festa che durava fino alla mattina seguente, in una atmosfera magica che culminava con il bagno collettivo a mare. Soltanto la mattina dopo, i carri con i devoti venivano guidati verso la chiesa di San Giovanni a Teduccio, dove venivano benedetti.