Guardare avanti
In copertina – Vi è mai capitato di stare seduti in un vagone dell’accelerato cigolante che da Gianturco arranca fino a Pozzuoli – quello che gli ottimisti e i furbi si ostinano a definire Metropolitana – e di avere davanti un ragazzino in tuta e scarpe da ginnastica, con una tavoletta elettronica in mano, che gioca a una specie di videogioco in cui i personaggi sono cartoni animati tridimensionali che lui fa muovere con rapidi tocchi dei polpastrelli e brevi ordini vocali? È in momenti simili che si avverte lo spaesamento, la vertigine. Siamo nel 1967 o nel 2013? Il mio mondo è quello del vagone che lentamente, stridendo e sbuffando mi trasporta, o quello del ragazzino che interagisce con la sua tavoletta ultrasottile? La risposta, naturalmente, è: tutti e due. Napoli, come tante città dei nostri tempi, è un luogo stratificato. Non solo nello spazio, ma sempre di più nel tempo. […]
Nella nostra città, però, si comincia a esagerare. Tutto è immobile da anni, da decenni. Non uno straccio di piano messo in atto, non una realizzazione completata, non una promessa mantenuta. La città cambia volto, si trasforma ogni giorno sotto la spinta di nuove esigenze, di nuove generazioni. Sono micro-mutamenti, ai quali chi governa non riesce a tenere dietro. Pezze, rattoppi, emergenze. È la via nostrana alle grandi trasformazioni. Per chi cerca di raccontarlo, tutto questo a un certo punto può venire a noia. Noia di descrivere l’inadeguatezza, di deprecare l’incapacità, di denunciare la malafede. Così ci siamo presi una pausa. Una vacanza dalla realtà. E vi proponiamo una breve fuga nella fantascienza. Per continuare a illuderci che possa esserci un futuro.
Pag. 2 e 3 – Napoli, calate il sipario. I prossimi sette mesi sull’orlo del precipizio, dall’inaugurazione del Forum all’ultimo saluto del ministro. Mentre Bagnoli sogna il rinascimento e i tifosi provano a trattenere Marek Hamsik
Pag. 4 e 5 – Amore, è tempo di colera. Il ritorno del morbo è accolto senza grossi patemi. Poi la psicosi collettiva nel ricordo delle vecchie epidemie. La ricerca di un capro espiatorio, la necessità di interventi strutturali e la mancata riqualificazione. Cosa ha lasciato il colera del 2013
Pag. 6, 7, 8 e 9 – La parabola dell’Evento. Il Forum delle culture, disastro annunciato nel 2013, prenderà una piega imprevista. Cambia la linea di costa e si depurano le acque; nasce il lido Partenope, l’energia pulita, il centro di ricerca d’avanguardia. La (fanta)scienza della trasformazione urbana
Pag. 10 e 11 – Treni, frontiere, velocità. Il testo con cui nell’aprile 2013 Francesco Migliaccio ha vinto la terza edizione del Premio reportage Napoli Monitor. Il racconto di un attraversamento, seguendo una linea ferroviaria dismessa tra la Francia e il Belgio
Pag. 12 e 13 – Un caporale a Mondragone. “Ma che dovete fare? Siete sicure? Due ragazze da sole… Che ci andate a fare?”. I bulgari vivono nel centro della cittadina, in una specie di 167 balneare, e lavorano nei campi. Ivan li prende sul suo furgone e il porta al lavoro
Pag. 14 e 15 – La capitale del Sistema. Tutti dicevano che dovevo andare a Milano per capire come “fare cultura”. La casa d’aste Sotheby’s. I galleristi, i collezionisti, i soprintendenti. Tutti parlano d’arte e nessuno nomina i soldi. E se non hai gusto, puoi rivolgerti all’art advicer
Pag. 16 e 17 – Un’altra idea di Sicilia. Raccontare la lotta eterna tra i poteri e le povertà. Descrivere la vita del popolo siciliano negli ultimi cinquant’anni, ai margini della storia ufficiale. Parlare di mafia evitando le commemorazioni. I film, la ricerca e i progetti futuri di Malastrada film
Pag. 18 e 19 – Dodici Pollici. Libri (Di Vaio-Lombardi, Arminio), mostre (Witkin) e strisce disegnate
Con i testi di – riccardo rosa, umberto piscopo, marcello anselmo, francesco migliaccio, emma ferulano, alessandro cocorullo, luca rossomando, dario stefano dell’aquila
E i disegni di – malov, ottoeffe, cyop&kaf, rosario vicidomini, eno, giulia d’anna, paper resistance, diego miedo