Lo sport è, ci dicono, l’unica leva capace di ridurre la pendenza del piano inclinato su cui rotola abitualmente la città. Un movimento rotatorio ben più energico darà infatti spettacolo l’anno prossimo sull’asfalto cittadino: il Giro d’Italia 2013 partirà da Napoli, e arriverà pure a Napoli.
Cinquant’anni dopo – era il 1963 – la città torna a essere il palcoscenico del grande evento. La 96esima edizione della Corsa Rosa prenderà il via sabato 4 maggio dal capoluogo campano col Prologo. Subito dopo, dal 14 al 19 maggio, a Napoli ci saranno anche le barche dell’America’s Cup per le preregate del 2013 e per un mese nel quale l’immagine della città farà costantemente il giro delle tv di tutto il mondo. (paolo cuozzo, il corriere del mezzogiorno, 26 giugno 2012)
Le telecamere, scopo supremo. A proposito,
Dal 20 giugno sono accese le telecamere di via del Sole (…) via Miroballo al Pendino (all’altezza di via Arte della Lana) e in via Santa Sofia (all’altezza di via Oronzio costa). La fase di preesercizio … ha lo scopo di testare il corretto funzionamento del sistema per trenta giorni durante i quali saranno gli agenti della polizia municipale ad accertare e contestare eventuali violazioni alla disciplina di accesso all’area. Il 20 luglio il controllo degli accessi sarà affidato solo agli “occhi elettronici”…. (anna paola merone, il corriere del mezzogiorno, 26 giugno 2012)
Un passo avanti. E uno indietro. Mambo!
I cambiamenti per la mobilità urbana non si fermano neanche quest’estate. Sono entrate in funzione quattro nuove telecamere al centro storico. Ma questo non fermerà il taglio dei mezzi pubblici. Sabato dovrebbe essere inaugurata la nuova stazione della metropolitana della linea 1 Toledo, che però sarà attiva meno di un mese per poi richiudere di nuovo. (claudio silvestri, il giornale di napoli, 26 giugno 2012)
Parlando di doppi passi e false partenze, per la gestione rifiuti c’è una nuova parola d’ordine: “miasmi a go go”.
Salerno. La commissione regionale bonifiche e siti di stoccaggio lancia l’allarme sulle discariche di Parapoti e Macchia Soprana. Percolato che si raccoglie in parte o per niente, progetti che non si finanziano, miasmi a go go perché non si capta il biogas, il provvisorio che, allestito con precarietà, diventa definitivo e fa danni. (margherita siani, il mattino di napoli, 26 giugno 2012)
Questo senza volere oscurare i progetti a lungo termine che non mancano, e puntano a mettere finalmente in chiaro la distinzione tra “alti” e “bassi” della città.
È un mare di soldi che trasformerebbe la città prima in un mare di cantieri, poi in un paradiso di servizi che funzionano e di funzionalità ai massimo livelli. Il piano annuale dei lavori pubblici contiene gli investimenti che il comune di Napoli intende fare nel corso dei prossimi 12 mesi per ristrutturare scuole, strade, realizzare opere di grande importanza per migliorare la vivibilità del territorio. […] Una città moderna, però, secondo la visione dell’attuale amministrazione comunale, non può più permettersi di avere così tanti “bassi”, abitazione a livello strada (destinate a garage, o negozi) all’interno delle quali vivono intere famiglie. Per risolvere questa situazione c’è un progetto da 4.2 milioni di euro per riconvertire i bassi dei Quartieri Spagnoli, da concludere entro ottobre 2014. (giuseppe palmieri, cronache di napoli, 26 giugno 2012)
Intanto, non di solo sport e ordine pubblico vive una città. C’è anche la cultura.
Madre, il Pistoletto dove lo metto?
… intitola oggi il Corriere del Mezzogiorno analizzando il dissesto finanziario del museo Donnaregina e nuovi dubbi sorti circa la proprietà e il valore di alcune opere.
Altra vicenda tipica della cultura napoletana è quella dei figli rinnegati, costretti a ripiegare su altri lidi. L’estratto che vi propongo è un po’ lungo, ma merita come parabola esemplare.
… la Santella, che aveva già recitato con i più grandi, da Carmelo Bene a Vittorio Gassman, a metà degli anni Ottanta decise ugualmente di salutare Napoli. […] Un visto di sei mesi per l’Australia con il nuovo compagno e sodale, il pittore Michele Gentile, e via. […] Nel continente aborigeno i due artisti ci sono rimasti però undici anni, costruendo carriere coronate di successi tanto che a Maria Luisa viene assegnata una cattedra all’Academy of Performing Arts di Perth. […] Poi arriva una telefonata. […] «Intuii che a Napoli qualcosa stava cambiando, che c’era energia per un rinnovamento reale e fu lo stesso Bassolino a chiedermi di tornare e a volermi come simbolo cinematografico di quella salita: il Rinascimento… ». […] «Così andammo dal sindaco che ci indirizzò all’ufficio patrimonio per cercare un locale per il nostro lavoro, in comodato gratuito ci dissero, ma nessuno lo mise per iscritto. Ce n’era uno che nessuno voleva perché troppo devastato. Lo prendemmo noi: largo Cesarea 5, palazzo del 1601, ex Lazzaretto, ex manicomio». Di questo grande posto il genius loci Maria Luisa occupa un appartamento di 300 metri quadrati con un teatrino, un grande archivio di dischi, video, libri e quadri.[…] … ora il comune chiede attraverso la Romeo Gestioni gli arretrati e nega il fitto agevolato al 10% concesso nel 2011 dall’assessore della giutnta Iervolino Marcello D’Aponte. (natascia festa, il corriere del mezzogiorno, 26 giugno 2012)
Come disse qualcuno, è finita la zizzinella! Meno male che possiamo ancora rifugiarci nel “continente aborigeno”, come viene definito nell’articolo con un vago aroma da atlante colonialista dell’Ottocento. Bei tempi quando in Australia ci mandavano tutti gli indesiderati per fare un po’ di pulizia… Di questi tempi un continente di certo non basterebbe. Pianeta cercasi!
a cura di nina d’alessio
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