Li chiamano left behind, lasciati indietro. Sono i figli di genitori emigrati, bambini che crescono senza padri perché una legge antic,a quella della sopravvivenza, ha costretto la famiglia a dividersi e i genitori a viaggiare all’estero in cerca di lavoro. Non è poi una novità. In paesi come la Romania già negli anni Ottanta si vedevano i bambini girare da soli per le strade di villaggi e città, con le chiavi di casa al collo, aspettando che i genitori tornassero dal lavoro nelle fabbriche di stato.
Oggi, quelle stesse fabbriche sono chiuse o vendute a privati mentre la condizione di questi figli dell’est rimane sostanzialmente la stessa. Articoli su articoli sono stati pubblicati dai giornali europei su queste giovanissime vite solitarie animando, così, una demonizzazione della figura genitoriale che veniva ridotta al ruolo di ingiustificato assente nella vita familiare.
Per un moment,o però, lasciamo da parte la pila di pezzi giornalistici che ci dice questo e proviamo a metterci nei panni di una famiglia rumena in cui entrambi i genitori, lavorando come pazzi in una delle tante fabbriche nate nel paese grazie all’esternalizzazione della produzione da parte dei grandi capitalisti europei, riescono a mettere da parte a fine mese la cifra record di cinquecento euro. Ducentocinquanta a testa!
Ecco allora che la criminalizzazione del migrante perde un po’, forse tutta, la sua essenza. Chi parte lo fa per garantire un futuro migliore proprio a quei figli che vengono lasciati a casa, non soli ma con parenti e vicini di casa, in alcuni casi in condizioni migliori di quelli in cui versano i piccoli italiani affidati alle cure della tv baby sitter. Le storie, tristi, di chi ha dovuto abbandonare i propri figli, la propria famiglia e il proprio villaggio per cercare fortuna all’estero ci parlano anche del conseguente successo di tanti, dell’università pagata ai figli, dei debiti saldati e di case ristrutturate.
Queste stesse storie raccontano anche altro, ci dicono che se grattiamo la crosta del pregiudizio, della facile criminalizzazione delle madri e dei padri, riusciamo a scoprire mostri diversi che hanno le sembianze di governi assenti e distratti e di una Unione Europea che mentre critica gli abbandoni dei minori, ordinando tagli e falciate sulle conquiste sociali, costringe l’oriente europeo a cercare maggior fortuna nelle vicine Americhe d’Europa. (marco stefanelli)