da: Il Corriere del mezzogiorno del 13 marzo
Il manufatto dell’Ospedale del mare è pronto e oggi – pur con limiti e contraddizioni – viene inaugurato un poliambulatorio per sedici discipline, in cui opereranno venti medici e trenta infermieri. È una buona notizia per una città in cui il degrado ambientale, la pessima qualità della vita, lentezze amministrative connotano il quotidiano di noi cittadini. L’Ospedale del mare rappresenta un capolavoro di ingegneria sanitaria e modernità tecnologica e la svolta per la sua realizzazione ha preso corpo nel 2009 con la nomina dell’ingegner Verdoliva, quale commissario ad acta da parte della regione Campania. Oggi è una bella giornata per la nostra comunità, ma non si possono sottacere le preoccupazioni legate al futuro dell’ospedale, che gettano ombre sul funzionamento a pieno regime entro il 2016 di questo plesso. Il presidente Caldoro ha certamente sostenuto l’azione del commissario, e di ciò gli va dato merito, ma ha colpevolmente chiuso gli occhi e voltato la faccia dall’altra parte su altri problemi, per la cui soluzione avrebbe avuto tutto il tempo, accompagnato in questa inazione dal silenzio delle opposizioni, e oggi si inaugurerebbe un’opera certamente molto più completa in termini di organizzazione sanitaria.
Sono due — a parer mio — i nodi irrisolti per il futuro dell’ospedale. Uno. Il personale. Qualche giorno fa sul Corriere il segretario regionale dell’ANAAO ha indicato il fabbisogno di nuovo personale per questo presidio. Queste unità lavorative in parte si trasferiranno dagli ospedali riconvertiti del centro storico, in parte dovrebbero essere reclutati ex novo. Non è dato sapere da parte dei vertici di ASL1 e regione quale sia la dotazione organica prevista per l’Ospedale del mare e se sia stata presentata richiesta di dotazione organica alla regione Campania. Nonostante il blocco del turn-over e la disponibilità annunciata del ministro Lorenzin, la peculiarità di quest’opera avrebbe potuto far vivere un largo schieramento per una trattativa in sede romana sul problema assunzioni che merita grande attenzione. Ecco perché temo che l’Ospedale del mare possa diventare — per carenza di personale — un presidio sotto utilizzato.
Due. Gli ospedali Ascalesi, San Gennaro, Incurabili e Loreto Mare saranno riconvertiti in presidi territoriali e non saranno chiusi, rimanendo in detti plessi una parte del personale che attualmente vi lavora. Si tratta di ospedali storici, che per secoli — e il Loreto mare per decenni — hanno rappresentato un punto di riferimento sanitario e sociale per la comunità napoletana. Il quadro di riconversione approntato dalla ASL1, che spero esista, va comunicato al Municipio, alle municipalità, al sindacato e alle associazioni, accompagnando quindi un processo di transizione che tranquillizzi i cittadini utenti e gli operatori sanitari, preoccupati di perderne improvvisamente la fruizione e spiegando a tutti i vantaggi derivanti dalla riconversione. La mancata conoscenza di questo piano organico programmatorio potrebbe ingenerare tensioni, come già accaduto qualche giorno fa, in occasione dell’apertura di un consultorio al San Gennaro.
Mi sorge infine spontanea una domanda: per quanti giorni alla settimana, per quante ore al giorno e con quanto e quale personale funzioneranno gli ambulatori? E una preoccupazione: con le criticità sopra indicate, fino a che punto l’apertura dei poliambulatori, a due mesi dalle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale della Campania, non avrà un carattere meramente mediatico? (franco verde)