Domenica 14 luglio va in scena in diversi luoghi della città la “presa della battigia”, una manifestazione organizzata dai comitati per il diritto a un mare libero, pulito e gratuito in città. Alla giornata partecipano tante persone molto diverse tra loro, con una connotazione politica non necessariamente caratterizzata da conflittualità estrema o antagonismo sociale. Lo stesso giorno una distesa di pesci morti viene trovata tra la foce e il Lago Patria. Gli sversamenti delle aziende e delle abitazioni abusive non integrate al sistema fognario sono state oggetto negli anni di continue denunce da parte di attivisti, associazioni, residenti della zona.
Lunedì 15 la settimana si apre con la visita della premier Giorgia Meloni a Bagnoli. La presidente del consiglio firma un protocollo di intesa con il sindaco di Napoli per il finanziamento delle opere di bonifica e rigenerazione urbana dell’ex area industriale. Nonostante i ripetuti e numerosi rinvii e le ripartenze da zero nel corso dei decenni, gli esponenti istituzionali locali e nazionali hanno ancora l’ardire di millantare un cronoprogramma inderogabile, che vedrebbe la chiusura della partita entro il 2031. Sostengono che “finora sono sempre mancate le risorse” (eppure la Corte dei Conti nel 2020 ha dichiarato che i soldi spesi fino a quel momento per la mancata bonifica di Bagnoli ammontavano a novecento milioni di euro). Mentre Meloni e Manfredi firmano e sorridono soddisfatti l’accordo, un corteo di centinaia di persone, perlopiù abitanti, studenti, lavoratori e disoccupati del quartiere viene bloccato dalla polizia qualche decina di metri prima del luogo previsto per un presidio. Ne nasce una mattinata di tensione, ma senza scontri tra manifestanti e polizia. “Prima Renzi poi Meloni, basta passerelle sui nostri territori” recita un lungo striscione tenuto in testa alla manifestazione per tutta la giornata.
Martedì 16 partono le celebrazioni. Ottavio Ragone, direttore di Repubblica Napoli, parla di “positiva attitudine riformista” del sindaco e di esigenza da parte della premier di investire energie e risorse al Sud; ancora, cita il ritrovato dialogo istituzionale e il “gioco di squadra”. Infine, ci regala un’immagine da Libro Cuore, emozionandoci mentre condividiamo con lui tutte le gioie dell’ennesimo momento epocale per Bagnoli: “Forse è la volta buona e può essere un ottimo viatico la mano di Manfredi poggiata sulla spalla di De Luca alla fine della cerimonia, quasi come a dirgli: «Dai Enzo, stavolta puoi fidarti, tutti insieme ce la possiamo fare»”.
Più di tutti esulta ovviamente Il Mattino, che celebra la Meloni come la donna della svolta, quella che “ci ha messo la faccia”, che ha creato degli equilibri efficaci tra istituzioni e così via. Come “voce del quartiere” il giornalista Gennaro Di Biase sceglie di far parlare Angelo Russo, ex operaio, anche lui fiducioso per questo nuovo corso, dopo una vita di illusioni. Russo, ottantaquattro anni, è stato per anni il delegato in fabbrica della Uil, non esattamente la Confederacion General del Trabajo. Zero interviste, per altri due o tre ex operai che erano in strada insieme ai militanti più giovani per contestare la passerella della premier (alcuni di loro, coetanei di Russo, hanno pure rischiato di essere menati dalla polizia). Ci sono, in compenso, sempre sul Mattino, un migliaio di battute di virgolettato del leader degli industriali napoletani, Costanzo Janotti Pecci, che si sente di escludere, con la Meloni, incidenti di percorso nell’attuazione del progetto.
Mercoledì 17 un grosso incendio divampa in via Vicinale Ravioncello a Ponticelli, all’interno di un’area deposito di un’azienda di autotrasporti. Una enorme nube di fumo nero, dovuta alla combustione di alcuni cartoni avvolti dentro teli di plastica, si alza in cielo, rendendosi visibile da tanti punti della città. L’incendio travolge oggetti e materiali di diverso tipo, come tessuti e altri prodotti in plastica.
Sempre mercoledì, Il Mattino, in uno dei suoi soliti articoli sul “cambio di paradigma”, si fomenta per l’apertura della stazione della metropolitana Linea 6 in città. Nell’occhiello del pezzo viene evidenziato che l’operazione è dovuta a un raggruppamento di imprese di cui fa parte il Gruppo Caltagirone (che guarda caso è anche editore del giornale). Paolo Barbuto esalta la capacità delle istituzioni di sbloccare la situazione dopo un’odissea durata trentaquattro anni. Nei primi tre giorni di corse la tratta si bloccherà tre volte, per molte ore ognuna: due per guasti tecnici e una per uno sciopero.
Lo stesso giorno, ancora il giornale diretto da Roberto Napoletano pubblica un’intervista a uno dei due vice commissari per Bagnoli, Filippo De Rossi, docente di fisica alla Federico II. L’intervista sembra a tratti uno scherzo, per la continua capacità di contraddirsi di De Rossi, sotto gli occhi di un imbelle Luigi Roano. Prima, De Rossi ostenta sicurezza e idee chiare, dicendo che tutte le opere sono finanziate, hanno un preciso “nome e cognome” e cronoprogramma. Subito dopo, però, sembra ammettere di navigare a vista, quando dice che nel Parco dello Sport sarà la Federazione Tennis a dover decidere se vuole installare un centro sportivo (cosa succederà se dicono di no non si sa) e quando parla della non rimozione della colmata in maniera super-generica, palesando tutta la poca chiarezza del soggetto commissariale su questo punto. Siamo sicuri che però De Rossi conosce a memoria nome e cognome dei soggetti privati che si precipiteranno per riempire la nuova terrazza a mare di bar e ristorantini.
Giovedì 18, alle otto del mattino, nuova forte scossa di terremoto con epicentro Campi Flegrei, magnitudo 3.6. Sempre il 18, su proposta del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, il manager Fulvio Maria Soccodato viene nominato Commissario straordinario di governo per l’attuazione degli interventi pubblici nell’area dei Campi Flegrei. Il commissario avrà il compito “di assicurare la celere realizzazione degli interventi di riqualificazione sismica sugli edifici di proprietà pubblica esistenti nella cosiddetta zona di intervento”. In passato, Soccodato è stato direttore generale della manutenzione di Anas – Azienda nazionale autonoma delle strade statali; è stato commissario straordinario governativo per numerose grandi opere e ha gestito la discussa ricostruzione post-terremoto di Amatrice.
Lo stesso giorno, dopo poco più di una settimana di ritiro, l’allenatore del Napoli Antonio Conte comincia a fare quello che sa fare meglio: dire alla stampa e ai tifosi che la sua squadra non è un granché e che la società deve comprargli dei giocatori nuovi, e forti, possibilmente levandogli dalle scatole quelli che non gli piacciono. In una intervista al Tg1, dopo gli slanci entusiasti mostrati finora, manda un messaggio al presidente De Laurentiis: “Durante questo ritiro mi sto accorgendo che abbiamo tanto, tanto da fare. Non si parte da una situazione alta, ma da una situazione media. […] A volte la vittoria copre tante magagne e invece bisogna essere obiettivi e capire dove si può migliorare per continuare a essere competitivi e vincenti. […] Non tutto è da buttare. Ma quello che è da buttare, lo devi buttare!”.
Venerdì 19 anche l’aeroporto di Capodichino, così come tanti altri in Europa, va in tilt a causa del bug che colpisce i sistemi informatici internazionali. I sistemi operativi della Gesac, società che gestisce l’aeroporto, non vengono intaccati, ma la reazione a catena dei disservizi non risparmia nessuno. Decine di voli vengono cancellati. Lo stesso giorno, a Grumo Nevano, una banda di rapinatori si introduce aprendo una breccia in una parete, e approfittando della pausa pranzo degli impiegati, in una filiale della Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Al momento della pubblicazione di questo articolo i malviventi sono ancora in fuga, con un bottino di oltre centomila euro. (redazione)