Nel weekend del 15 e 16 giugno esplode l’estate. Le temperature salgono e i giornali riprendono il testo di una ordinanza sindacale emessa dal comune di Napoli il 7 giugno, che impone una misura specifica in caso di ondate di calore: il divieto di utilizzo dei cavalli per trasportare le carrozzelle con i turisti nei giorni in cui ci sono più di trenta gradi. L’ordinanza, tuttavia, ha un certo interesse perché parla più in generale dei cambiamenti climatici nella città partenopea, richiamando i dati di un rapporto del 2020 del centro studi Plinius (di cui Manfredi è stato presidente, e che è partner del comune di Napoli nel progetto Horizon che ha prodotto questo rapporto). Il report suggerisce una serie di azioni di adattamento climatico, come sistemi di ombreggiatura, verde urbano e alberatura, con l’obiettivo di mantenere la temperatura entro la soglia limite ideale di ventotto gradi. Di queste azioni, ovviamente, non c’è traccia tra il 2020 e il 2024, e anzi il verde pubblico è sempre più in stato di abbandono, trascuratezza, dismissione. Anche alla luce di ciò, il rapporto spiega come la temperatura percepita in alcune zone della città, a cominciare dal centro storico, potrebbe arrivare in caso di forti ondate di calore fino ai sessantacinque gradi (in alcune aree di Posillipo si potrebbe arrivare a settanta, e questo naturalmente non ha niente a che vedere con l’ecocidio di decine e decine di alberi abbattuti in zona negli ultimi anni dopo il colpevole abbandono da parte del Comune).
Sempre domenica, in vico Taverna Penta ai Quartieri Spagnoli, una mezza dozzina di colpi viene esplosa dalle pistole di due uomini appartenenti a bande rivali. Tra i feriti c’è sicuramente Pietro Savio, colpito al gluteo destro, medicato al vecchio Pellegrini di Montesanto. Pietro è figlio di Mario Savio, storico boss del clan Mariano, condannato all’ergastolo dopo l’ultimo arresto nel 2012. La sua ultima carcerazione (di Pietro) è durata circa tre anni, per rapina, ed è terminata lo scorso agosto. Già a marzo una sparatoria era avvenuta nei pressi della sua abitazione.
Lunedì 17 arriva in libreria Quel rapido 904, libro in cui il pentito Giuseppe Misso (settantasette anni) racconta la sua verità sulla strage del rapido Napoli-Milano nel 1984. Misso fu accusato di aver procurato l’esplosivo consegnato poi al gruppo di Pippo Calò per distogliere con l’attentato l’attenzione investigativa sulle attività di Cosa Nostra (da quell’accusa fu assolto dopo anni di carcere, tra cui alcuni nell’isolamento di Pianosa). Misso era notoriamente vicino al Msi e aveva rapporti con Giorgio Almirante. Nel suo libro, senza troppi giri di parole, l’ex boss si prende anche il merito dell’arrivo di Maradona al Napoli, grazie all’opera di Antonio Juliano, tornato al Napoli come dirigente – a suo dire – dopo una serie di minacce con tanto di bombe fatte dallo stesso Misso e da Nino Galeota all’ex presidente del Napoli, Corrado Ferlaino.
Sempre lunedì Repubblica Napoli intervista la preside della scuola Marie Curie di Ponticelli, sul tema della violenza giovanile. Il punto non è tanto il problema, grave, dell’uso delle armi da parte dei giovani, quanto l’illuminata soluzione della preside Pirone: “La possibilità di un eventuale dispositivo, come potrebbe essere un metal detector, che possa inibire il possesso di un’arma a scuola. Non ho ancora verificato la fattibilità di questo provvedimento. Ciò nonostante, mi sono ripromessa di studiarlo nel periodo estivo”.
Se la preside vede criminali nei suoi studenti, e gli dichiara guerra, martedì 18 sui giornali finisce un’altra guerra, quella interna all’Anm, l’azienda dei trasporti pubblici napoletana. Il giorno prima, infatti, circa cento bus sono rimasti fermi nel deposito di via Nazionale delle Puglie: al momento della partenza dei pullman del primo turno, gli autisti hanno segnalato dei malfunzionamenti alle loro vetture e si sono rifiutati di partire. La protesta (non dichiarata, ma di fatto) sarebbe dovuta al rischio per i posti di lavoro a causa del possibile trasferimento ad altra azienda della maggior parte delle linee in partenza dalla struttura in questione (nei giorni scorsi l’Anm ha deciso di spostare i dieci autobus più nuovi su altre linee e di sostituire i filobus che non dispongono di aria condizionata con i più inquinanti bus a gasolio).
Nel pomeriggio di mercoledì 19 la cenere copre buona parte della città. Non è il Vesuvio, e non sono i Campi Flegrei. È il frutto di un incendio doloso che brucia una parte consistente della collina dei Camaldoli, restando parzialmente acceso per oltre ventiquattr’ore. Grosse polemiche sugli interventi dei vigili del fuoco, dal momento che i tre Canadair che hanno dato il contributo decisivo allo spegnimento totale dell’incendio, sono potuti intervenire soltanto la mattina dopo il fatto (erano impegnati, la risposta ufficiale).
Giovedì 20 va in scena nella sala Giunta del comune di Napoli l’imbarazzante iniziativa “Napoli cresce con il turismo: presentazione dati e brand della città”. A presiedere l’iniziativa – che dominerà i giornali nel giorno successivo – il sindaco, l’assessora al turismo e alle attività produttive Teresa Armato, il presidente della commissione turismo, e l’entusiasta Valentina Della Corte, coordinatrice di un tavolo che dovrebbe essere un osservatorio scientifico ma che evidentemente lavora più come un ufficio marketing. Per il racconto della giornata vi rimandiamo a questo articolo. Chiudiamo invece la rassegna proponendovi i titoli e gli occhielli dei giornali cittadini su questa notizia e su quelle a essa connesse (tema: Napoli e la Campania stanno cambiando? Sono cambiate? Cambieranno?). Come sempre i nostri quotidiani ci aiutano a capire le cose con la chiarezza e l’onestà intellettuale che li contraddistingue.
Il cambio di paradigma, la rigenerazione urbana
Pnrr, la sfida di Napoli a tempo di record. Cantieri per 751 milioni
(il mattino, 21 giugno)
Bankitalia: la Campania rallenta
Frena la crescita del Pil. Revisione del Pnnr: sono stati persi settecento milioni
(il corriere del mezzogiorno, 21 giugno)
Il cambio di paradigma, la produttività
L’asse produttivo del Sud è il nostro nuovo Nord
Nel 2019-2023 il Pil della Campania cresce più di quello della Lombardia
(il mattino, 21 giugno)
Turismo, oltre un milione di visite, ma in Campania l’economia rallenta
(repubblica napoli, 21 giugno)
La città che piace
Turisti, dati da boom: vola il brand Napoli qui soggiorni lunghi
(il mattino, 21 giugno)
Campania, aumenta l’occupazione, ma la crescita dell’economia rallenta
(repubblica napoli, 21 giugno)
(redazione)