Domenica 30 giugno Piotr Zielinski saluta i tifosi napoletani con un video e una lettera sui social che in poche ore diventano virali. Il numero 20 azzurro si trasferisce all’Inter dopo otto stagioni e altrettanti tentativi di vincere lo scudetto. Iconico il suo “crollo” liberatorio sul terreno di gioco dello Juventus Stadium dopo il gol di Raspadori che, nell’aprile 2023, decretava di fatto la vittoria del titolo. Sempre domenica sulle pagine dei giornali finisce l’opera del writer Luciano Ranieri che, a Casoria, ritrae il volto gigante di Antonio Conte, allenatore del Napoli solo da pochi giorni. Il Mattino celebra allora Napoli come la capitale dei murales, e snocciola l’elenco di tutti gli eroi locali che la foga iconografica di imbrattamuri e istituzioni ha portato a dilagare sulle pareti della città.
Nel pomeriggio alcuni attivisti dell’ex Opg irrompono sul palco del Pride napoletano per denunciare l’assenza nella piattaforma di lancio della manifestazione del tema del genocidio in corso in Palestina e l’ormai decennale propaganda pink-washing dello stato di Israele. In una nota, il giorno successivo, Antonello Sannino, vicesegretario di Arcigay, accusa i fautori della protesta di “squadrismo”, di “essere più fascisti di Vannacci”, diffusori di “odio antisemita”.
Il primo luglio i giornali pubblicano dettagli dell’indagine della DDA di Napoli secondo cui il boss Oscar Pecorelli, in carcere dal 2010, avrebbe continuato a gestire dalla sua cella gli affari illeciti del proprio gruppo criminale (area nord di Napoli, clan Lo Russo) attraverso un telefonino che utilizzava con tranquillità dai padiglioni del penitenziario di Milano Opera. In particolare, Pecorelli, partecipava ai summit collegandosi attraverso WhatsApp e Skype e da lì contribuiva all’elaborazione delle strategie del clan, soprattutto imprenditoriali (riconducibili a lui ci sono varie società e una ditta individuale che si occupano di pellame, ristorazione, autotrasporti, commercio di orologi di lusso, in prevalenza Rolex).
Martedì 2 l’avvocato Pisani rilascia un’intervista al Mattino sulla recente sentenza (24 giugno) della Corte di giustizia tributaria a proposito del lungo contenzioso tra il fisco italiano e Diego Armando Maradona. La sentenza stabilisce che Maradona non doveva affatto i quaranta milioni che gli venivano richiesti ma appena 951,82 euro. Il figlio napoletano del campione argentino, Diego Jr., chiede l’avvio di un nuovo procedimento contro il sequestro di beni e soldi di cui Maradona è stato oggetto per anni ogni volta che si recava in Italia (orecchini, orologi, compensi per prestazioni lavorative per un ammontare di due milioni di euro circa).
Sempre il 2, Repubblica Napoli fornisce dettagli rispetto al progetto per realizzare trecentocinquanta nuovi posti barca a Mergellina, un investimento privato spinto dall’Afina – Associazione della filiera nautica italiana per il valore di dieci milioni di euro. Il progetto prevederebbe l’allungamento di duecentocinquanta metri del molo di sopraflutto di Mergellina, dove verrebbero installati sei pontili da cento metri l’uno. I comitati cittadini diffondono un appello denunciando lo scempio in programma su un’area vincolata e l’inopportuno entusiasmo delle istituzioni locali per il progetto.
Mercoledì 3 Il Mattino accoglie con fervore la svolta della procura di Napoli adoperatasi nei giorni precedenti su due fronti molto caldi: la chiusura dei chioschi di bibite e cornetti a cui mancavano i permessi sul lungomare di Napoli e la cacciata delle famiglie degli ex custodi di alcune scuole cittadine che erano rimaste a vivere, anche loro senza permesso, negli istituti. “Lezione di legalità”, è il titolo emblematico, accompagnato da un editoriale del direttore Napoletano: “La tolleranza che non ci possiamo permettere”. “Soprattutto – scrive quest’ultimo – è importante che sono arrivate le sanzioni e sono spariti dal lungomare tavoli e sedie non autorizzati. Sono spariti frigoriferi abusivi. Sono sparite le cucine di strada fuori regola. […] Questo è davvero un bel segnale. Dobbiamo capirlo una volta per tutte. Dobbiamo acquisirlo come metodo comune e patrimonio della coscienza civile collettiva della nostra comunità. Perché siamo diventati un catalizzatore di attrazione del turismo globale, di boom di servizi e di ricercatori di qualità”.
Sempre il 3 muore sullo scalone centrale della Reggia di Caserta un operaio quarantanovenne, impegnato nelle operazioni di smontaggio dell’allestimento di un evento collegato al Campania Beer Expo. L’uomo lavorava per conto di una ditta esterna ed è stato colto da un malore dovuto alle elevatissime temperature. Nelle stesse ore si viene a sapere che la ditta vincitrice del bando per le opere di riqualificazione e manutenzione della Foresta di Cuma si era aggiudicata irregolarmente l’appalto regionale del dicembre 2022. L’opposizione di destra al governatore De Luca denuncia poca trasparenza anche nell’assunzione dei lavoratori da impegnare nelle opere. Ancora, in un bunker sotterraneo di una casa tra Agnano e Pozzuoli vengono ritrovati circa cinque milioni di euro in contanti, quarantotto orologi di lusso e un diamante da dieci carati. I beni appartenevano ai vertici dell’Alleanza di Secondigliano, che investiva i soldi in un complesso sistema di riciclaggio costruito su società fantasma specializzate, sulla carta, nell’elettronica e nel commercio di metalli preziosi. Il procuratore Gratteri commenta dicendo che i boss comunicano troppo facilmente dal carcere con l’esterno e che il 41-bis è un regime troppo morbido.
Giovedì 4 viene pubblicato il report di una ricerca effettuata da Demoskopica secondo cui nelle regioni meridionali ci sono quattro milioni di poveri in più che in quelle settentrionali, con una differenza del reddito familiare medio di diciassettemila euro (aumentata in dieci anni di quattromila euro circa). La sera stessa, gruppi di banditi tornano a sparare nel quartiere Fuorigrotta: c’è ancora luce per strada quando, nella trafficatissima via Leopardi, irrompono due scooter i cui passeggeri si fanno fuoco uno con l’altro. Pochi metri distante dal luogo dell’agguato una donna cinquantenne fu ferita il 4 aprile da un proiettile vagante mentre era con la figlia undicenne alle giostrine di piazza Italia. Per il vicesegretario del Pd di Fuorigrotta servono “controlli, videocamere, illuminazione e una rete territoriale che operi con le comunità parrocchiali e le associazioni”.
Lo stesso giorno un operaio di cinquantasette anni viene travolto da un pallet di materiale a Volla. L’uomo, ricoverato all’Ospedale del Mare, rischia di morire. Va un po’ meno peggio a un altro operaio, sessantenne, dipendente di una ditta di pulizie, caduto da una scala alta quattro metri mentre lavorava al Palazzo Reale di Napoli. L’uomo batte la testa ma sembra non essere in pericolo di vita.
Venerdì 5, a pochi giorni dal quarto anniversario della morte di Mario Paciolla, i giornali riportano le dichiarazioni dei genitori del cooperante deceduto in circostanze assai ambigue in Colombia. Nel corso di un’iniziativa organizzata da Amnesty International, Cgil e Articolo 21, i coniugi Paciolla tornano a parlare per denunciare le ripetute e assurde richieste di archiviazione del procedimento da parte della procura di Roma. (redazione)
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