Il primo ottobre i giornali raccontano la morte di Luigi Procopio, quarantacinque anni, ucciso alla Duchesca il pomeriggio del giorno precedente, mentre era in compagnia di suo figlio undicenne. Qualche giorno dopo per l’omicidio verrà fermato a Milano Antonio Amoroso, nipote della vittima, vicino agli ambienti criminali di Forcella. Il movente parrebbe essere un debito di cinquemila euro non saldato. Leandro Del Gaudio (Il Mattino) se la prende quasi più con le persone che avrebbero assistito all’omicidio e non denunciato, che con la barbarie del delitto. Parla di “omertà e paura a fette”, “un misto di rassegnazione e indifferenza”, che incredibilmente accomuna i commercianti e i lavoratori (descrive minuziosamente le attività commerciali del vicolo), stranieri e napoletani. Sempre Il Mattino titola in spalla: “Quartiere sospeso tra droga e rilancio. Tanti turisti, ma servono più controlli”. Gennaro Di Biase scrive: “Il boom turistico da queste parti non ha fatto capolino: qui persiste un melting pot di etnie. Cinesi, georgiani, magrebini, napoletani e nigeriani dal vicinissimo Vasto occupano gli stessi spazi”. Francesco Emilio Borrelli invoca “fermezza totale e presenza frontale delle forze dell’ordine”.
Il giorno successivo sempre sulle colonne del Mattino si dà conto con compiaciuta ambiguità del gesto di una banda di ladri che ha restituito, dopo gli appelli pubblicati sul giornale, il cagnolino a una famiglia a cui aveva svaligiato la casa. Il cagnolino era un supporto fondamentale per la dodicenne R., che soffre di una grave malattia genetica degenerativa. In un biglietto, il cui contenuto è riportato integralmente dal Mattino, i ladri hanno scritto: “Siamo ladri, ma onesti”.
Sempre il 2, si conteggiano le domande per la partecipazione all’ultimo concorso indetto dal comune di Napoli. I posti sono centotrenta, le domande quasi dodicimila. Per gli otto posti a tempo determinato di vigile urbano, le domande sono duemila centoquarantotto.
Sabato 5 un ventiseienne viene arrestato a piazza Garibaldi con l’accusa di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, e denunciato per porto irregolare d’armi. Ai militari e ai carabinieri intervenuti è necessario un grosso sforzo per bloccare l’uomo che se ne andava in giro brandendo una katana giapponese.
Il 6 Daniela Di Maggio, madre di Giovanbattista Cutolo, ventiquattrenne ucciso a piazza Municipio il 31 agosto 2023, si esprime sulla condanna (vent’anni) emessa nei confronti dell’assassino del figlio: “Sono soddisfatta perché la condanna è diventata definitiva ma mi batterò perché le leggi penali minorili siano al passo coi tempi e non concedano tanti sconti come avviene ora. […] La stretta sulle armi ai minori, l’introduzione del reato di stesa, il ripensamento della messa alla prova, che non deve essere concessa a chi commette reati tanto gravi, sono frutto delle mie battaglie che hanno trovato ascolto in sede governativa. […] Bisogna auspicare che si intervenga al più presto per garantire deterrenza e riabilitazione, rigore ed effettività della pena. In sintesi: niente abbreviato (sconto di un terzo della pena), niente Cartabia (sconto di un sesto per chi accetta di non inoltrare appello) e rafforzare il processo minorile”.
Il 7 settanta famiglie lasciano la loro abitazione nelle Vele, che le istituzioni hanno scoperto “non sicure” e “non abitabili” dopo il crollo di quest’estate. Il Comune rende noto che entro novembre sarà allestito il cantiere per l’abbattimento delle vele Rossa e Gialla e che la totalità delle nuove case sarà completata entro il 2026. Intanto, gli abitanti “in uscita” denunciano di continuo di non riuscire a trovar casa, sia per i prezzi altissimi che per la poca predisposizione da parte dei proprietari ad affittare a chi proviene dai palazzoni di Scampia. La Curia mette a disposizione degli immobili transitori: ogni famiglia vi potrà stare quindici giorni.
Venerdì 11 la prefettura comunica i risultati di una settimana di task force e interventi che hanno coinvolto carabinieri, guardia di finanza, polizia locale e ausiliari dell’Anm. Tra i risultati: trentasei verbali ad altrettanti parcheggiatori abusivi, cinquantacinque denunce per recidiva, centotrentacinque veicoli rimossi per sosta irregolare, trecentoventi verbali per violazioni del codice della strada. La prefettura non lo dice ma è evidente come, senza bisogno di scomodare Batman, la città ora possa dormire sonni tranquilli.
Il 12 due enormi striscioni con scritto “No war” e “No G7” vengono calati da un gruppo di attivisti da uno dei balconi principali di Palazzo Reale. Dal 18 al 20 ottobre si terrà a Napoli, per la prima volta nella storia, un meeting tra i ministri della difesa dei “grandi sette”. Fin dal giorno 17 il palazzo sarà circondato da una “zona rossa”.
Il 13 indignazione sul Mattino, e pubblicazione di un “Dossier sulla borghesia”. Il quotidiano di Caltagirone prende atto che “senso civico e ceto sociale non sono sinonimi”, come dimostrano “i dati sui parcheggiatori abusivi e le loro clientele” e “i marciapiedi intasati dagli scooter in via Nazario Sauro”. Lo stupore più grande è rappresentato dai numeri sulla raccolta differenziata che evidenziano come “i virtuosi non sono residenti di Chiaia ma di San Giovanni a Teduccio e Barra”. A corollario viene pubblicata un’intervista allo scrittore Maurizio De Giovanni. Titolo: “Stop indecisioni. Il ceto illuminato sia da esempio”.
Il 14 De Luca torna sulla sua possibile terza candidatura consecutiva a presidente della regione Campania. Citando numerosi esponenti del Pd o vicini al partito, afferma: “Io mi ricandido comunque. Potete immaginare che tutto il lavoro in corso lo buttiamo a mare per fare un favore a questi cafoni?”.
Il 15 il garante regionale per i diritti dei detenuti, Samuele Ciambriello, spiega a margine di un convegno gli effetti del Decreto Caivano e della stretta legislativa contro i minori: “La giustizia minorile è in crisi, si è avviata verso un modello meramente criminalizzante e privo di prospettive. Da ottobre a oggi c’è stato un aumento di più di duecento adolescenti entrati in cella”.
Il 21 otto persone rimangono ferite e quattro vengono arrestate dopo un’aggressione a danno dei veterinari della clinica universitaria di Napoli. Gli aggressori attribuivano al personale sanitario le responsabilità della morte del proprio cane. Particolarmente importante nella cronaca del fatto, per Piero Rossano (Corriere del Mezzogiorno), riportare le frasi in dialetto, con annessa traduzione, anzi parafrasi, pronunciate dagli aggressori mentre pestavano i medici.
Il 22 Dalma Maradona, figlia del campione argentino, denuncia lo spiacevole trattamento che riceve dal presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ogni qual volta prova a mettere piede nello stadio che porta il nome di suo padre: “Non mi ci fanno entrare”, spiega. “Credo sia iniziato tutto quando il Napoli ha realizzato la maglia con il volto di mio padre. Noi ci complimentammo ma chiedemmo dei soldi per lo sfruttamento dei diritti di immagine, dicendo che li avremmo utilizzati per fare beneficenza, a Napoli. Avremmo voluto aiutare una scuola o un ospedale per bambini. Su queste cose nostro padre non si è mai tirato indietro. De Laurentiis disse di no”.
Lo stesso giorno si apprende delle torture subite un paio di settimane prima da un uomo colpevole di aver truffato altre persone con un “pacco” (la vendita di un certo quantitativo di telefoni cellulari, molti dei quali non funzionanti). Il truffatore è un nordafricano di circa trent’anni, i truffati (che per riavere i soldi avevano inviato svariate foto via whatsapp ai familiari della vittima, chiedendo un riscatto) sono napoletani vicini al clan Mazzarella. L’autore del pacco è stato torturato con bruciature di sigarette su tutto il corpo, percosse e l’estrazione di alcuni denti con una pinza.
In Colombia, intanto, viene arrestato dopo anni di latitanza Gustavo Nocella, principale intermediario tra i clan napoletani Rinaldi, Formicola, Amato-Pagano, De Micco, e i cartelli della droga centro-sudamericana. Il boss è stato incastrato grazie alla sua passione per il biliardo: in ognuno degli appartamenti, che di continuo cambiava nella città di Medellin, veniva fatto portare infatti un tavolo verde per poter tirare di stecca.
Il 23 si apprende dai giornali della confessione di un sedicenne che ammette di aver ucciso il suo amico ventenne Gennaro Ramondino per questioni legate ai traffici criminali di Pianura, su indicazione di più importanti elementi dei clan della zona. Il giorno dopo, per mano di un suo coetaneo, a morire, al corso Umberto, è un quindicenne, Emanuele Tufano, vittima di una sparatoria tra due gruppi di giovanissimi. La polizia fa fatica a ricostruire i motivi del conflitto a fuoco e i nomi dei circa venti partecipanti che si sono sparati addosso per quasi duecento metri (ne abbiamo parlato qui).
Il 28 vengono arrestati Antonio e suo padre Rosario Piccirillo, quest’ultimo elemento di spicco dei clan della zona della Torretta. L’accusa è estorsione aggravata dal metodo mafioso, per richieste nei confronti di imprenditori che gestiscono gli ormeggi per imbarcazioni sui moli di Mergellina. Antonio Piccirillo era noto alle cronache per essersi dissociato dalle attività camorristiche del padre, e aver organizzato numerosi eventi (cortei, manifestazioni, presentazioni di libri) contro la criminalità organizzata.
Lo stesso giorno più di cinquecento persone sfilano e presidiano dall’esterno l’aula bunker del carcere di Poggioreale, in protesta contro le vessazioni giudiziarie di cui sono oggetto i disoccupati organizzati che lottano in città, da quasi dieci anni, per ottenere un lavoro sicuro, stabile e dignitoso.
Il 29 la Corte di appello di Napoli si pronuncia in chiusura del secondo processo sul presunto disastro ambientale che riguarda i dirigenti di Bagnoli Futura. Gli imputati vengono tutti assolti: Gianfranco Caligiuri, Sabatino Santangelo, Mario Hubler, Giuseppe Pulli e Alfonso De Nardo. La Corte li aveva già assolti in precedenza, ma la Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza, rinviando la decisione a un’altra sezione di Appello.
In serata, il Napoli batte per due a zero il Milan a San Siro, consolidando il primo posto in classifica e dando vita alla prima fuga del campionato.
La notte tra il 30 e il 31 alcune persone vengono scoperte mentre tentano di incendiare la propria casa per intascare i soldi dell’assicurazione. Avvertiti da una telefonata anonima, i carabinieri intervengono pochi minuti prima che il rogo venga appiccato. Ne nasce una rissa, tre denunciati. (redazione)