Successivamente agli eventi drammatici che hanno interessato San Sebastiano al Vesuvio nelle scorse settimane, e alla morte tra venerdì 1 e sabato 2 novembre di un giovane di diciannove anni in piazza Raffaele Capasso, un gruppo di cittadine e cittadini dei paesi vesuviani ha lanciato un appello all’attivazione politica e civica per la riappropriazione degli spazi pubblici, anche con l’obiettivo di trasformare le relazioni sociali dominanti sul territorio. Questo primo gruppo, molto ristretto, ha riscontrato la necessità di un confronto più ampio per riflettere sulle modalità con cui cittadine e cittadini possano prendere parte maggiormente alla vita sociale dell’area vesuviana. Ne è nata la chiamata per un’assemblea pubblica con la volontà di partire da ciò che sta accadendo, ma l’obiettivo di riflettere sulle modalità per l’organizzazione di iniziative che possano contribuire ad animare il territorio.
Mercoledì 6 novembre, in piazza della Concordia a San Sebastiano, si è svolta questa prima assemblea, mettendo in moto un processo abbastanza raro da queste parti: un confronto tra persone accomunate dall’impegno in attività civiche per la promozione della cultura della convivenza civile, della solidarietà sociale e della pace, della cura del benessere collettivo, ma anche dall’essere genitori di bambine e bambini, adolescenti e giovani che vivono su questo territorio.
Erano presenti circa trenta persone: genitori, studentesse e studenti del liceo, insegnanti, nonne e nonni, cittadine e cittadini provenienti da San Sebastiano, San Giorgio, Massa, Cercola, Somma. Il gruppo promotore ha quindi deciso di fare una sorta di passo indietro. Alla domanda: “Qual è la vostra proposta?”, abbiamo risposto: “Non ne abbiamo, parliamone”. Abbiamo semplicemente facilitato l’assemblea, chiedendo che si svolgesse nel rispetto di valori comuni da cui era partito l’appello, che non si parlasse né di micro-cronaca e ricostruzione minuziosa dei fatti di inizio mese, né di “sicurezza” o interventi securitari, che si provasse a inquadrare la questione come una questione ampia, non cedendo alla spinta dominante per cui dell’accaduto se ne debba occupare solo chi è nato o vive a San Sebastiano.
Durante il confronto, di oltre due ore, si è ragionato su come si vive lo spazio pubblico, sui bisogni della nostra comunità, su attività e iniziative culturali e sociali da immaginare e proporre per contribuire all’animazione sociale del territorio, promuovendo al contempo modi diversi di vivere le relazioni sociali.
Tra le proposte c’è stata quella di sottoscrivere un patto tra cittadine e cittadini incentrato sulla volontà di non delegare a nessuno la scelta delle modalità con cui si vivono gli spazi pubblici, assumendosi una responsabilità collettiva e reciproca di cura; sperimentare le nostre capacità a collaborare in questa direzione, per esempio attraverso la costruzione di un festival che lasci il protagonismo ai più giovani, dando vita a un cantiere di immaginazione e costruzione della città che vogliamo; all’interno del percorso, lavorare a una piattaforma di rivendicazioni dei cittadini per processi trasformativi.
Soprattutto gli studenti e le studentesse presenti hanno abbracciato con entusiasmo la proposta e si sono presi la responsabilità di farsene promotrici e promotori nelle loro scuole, nelle associazioni che frequentano e tra i coetanei e le coetanee. Ci siamo così dati appuntamento per una seconda assemblea, chiedendo a loro di stabilire una data, che hanno individuato in sabato 16 novembre (alle 16.30, in piazza della Concordia a San Sebastiano al Vesuvio).
Prevedendo una partecipazione in crescita, soprattutto di giovani uomini e giovani donne, stiamo raccomandando a chi ha partecipato all’ultima assemblea di lasciare il giusto spazio di espressione a chi vi parteciperà per la prima volta, per poter poi successivamente dialogare e sviluppare un ragionamento collettivo.
Contiamo inoltre sulla presenza dei bambini. Abbiamo chiesto ai genitori di non lasciare figlie e figli a casa, ma di dare loro l’opportunità di partecipare alla giornata: per rendere fruibile l’assemblea e lo spazio pubblico a tutti e tutte stiamo provando a costruire un servizio di cura e animazione, organizzato in modo volontario e aperto a chiunque voglia contribuire. (marianna garofalo, giulio iocco, regina scamardella)