MONiTOR
  • Home
  • Ultimi
  • temi
    • ambiente
    • casa
    • detenzioni
    • iniziative
    • lavoro
    • migrazioni
    • notizie
    • sanità
    • scuola
    • spazi pubblici
    • storie
    • turismo
  • Città
    • bologna
    • milano
    • napoli
    • roma
    • torino
    • altre città
  • linee
  • culture
    • arti
    • cinema
    • fotografia
    • libri
    • musica
    • teatro
  • Foto
    • fotogallerie
    • fotoreportage
  • storie disegnate
  • Autori
  • edizioni
  • Lo stato delle città
italia
17 Giugno 2020

La chiamavano street art. Come la Regione Puglia sperpera quattro milioni di euro

Angelo Milano
(disegno di elena mistrello)

Ci sono delle persone con gli occhiali in un ufficio comunale che indossano giacche leggere blu scuro o marroncine e camicie con delle fantasie sul celestino, che se le guardi da vicino ti accorgi di quanto sia brutto il disegno del pattern, da lontano si vede solo il celestino. Ricevono delle signore sulla cinquantina con vestiti larghi fucsia e giallo, #weareinpuglia e stiamo parlando di assessorini dell’ultima lista civica dal nome improponibile, al tavolo con associazionisti culturali di provincia. Fate attenzione, siamo fra ottimisti.

La scrivania è brutta, di quelle che quando le spezzi si vede che dentro non era legno vero, è probabile che l’impianto dei condizionatori del comune faccia così tanto rumore soprattutto in questo ufficio e avete visto? Anche lui fuma iqos. Pochi convenevoli quindi, prima che gli venga in mente di accenderne una qui dentro, che si può anche dentro, è vero, ma è vero soprattutto che puzza di merda, facciamo presto, il discorso è semplice.

La Regione ha messo quattro milioni di euro in mezzo a questi due e il testo fa più o meno cosi: «Che dici Mimmo, riusciamo a farci dare trentamila euro per il discorso dei murales?».

Questa mattina anche la mia ex dalla Francia mi ha mandato il link all’articolo di Repubblica ma neanche questa volta ho avuto voglia di leggerlo davvero. L’ho rigirato a mia volta ai miei amici dell’intellighenzia, come facciamo sempre per sentirci salvi almeno fra di noi e ho chiesto a cyop&kaf di scrivere un articolo su sta roba. «Dovresti scriverlo proprio tu», mi ha risposto, e anche se non ho le sue credenziali alla fine ha ragione. Dopotutto sono più parte lesa io in questa storia, anzi io sono LA parte lesa di questa storia, sono pugliese e anche senza volerlo sono la street art in Puglia.

Scrivo un articolo quindi a partire dal fastidio che mi ha regalato un articolo che non ho letto, a volte basta il titolo e dovete sapere che mi piace anticipare i tempi. Come quella volta che dodici anni fa organizzavo un festival in cui pittavamo il cazzo che ci pareva in giro per Grottaglie e nel giro dei successivi cinque anni trasformammo un paese di merda in un paese di merda con i muri colorati.

Non avevamo la pretesa di cambiare un bel niente, non abbiamo mai recitato il rosario della retorica di queste stronzate (dacci oggi il nostro museo a cielo aperto, rigenera i nostri quartieri e riqualifica le periferie), mai scritto bandi, chiesto permessi, firmato contratti eppure sì, ha funzionato: il Fame festival è stato l’unico evento al mondo in cui la pratica di dipingere in giro non ha perso di senso ed è rimasta divertente, se vogliamo bella.

Non l’abbiamo mai chiamata street art dopotutto, non siamo arrivati neanche a dire “arte urbana”, abbiamo solo fatto il cazzo che ci pareva e soprattutto, vengo al dunque: non abbiamo mai speso una lira.

Non servirà togliermi questo sassolino dalle scarpe con cui cammino dodici anni avanti, ma una domanda ve la devo fare: come cazzo è che la Regione butta quattro milioni di euro nel cesso e nessuno dice niente? (angelo milano)

Share on Facebook Share on Twitter Share on Google+
Previous Article Prima la libertà. Le molte anime della rivolta di Hong Kong
Next Article Solidi, una mostra di cyop&kaf. Venerdì e sabato gli ultimi giorni di esposizione

Related Posts

  • Se non sai il perché, è perché una ragione non esiste. Breve storia delle zone rosse urbane

  • Referendum su diritto al lavoro e alla cittadinanza. Alcuni spunti di riflessione

  • Riflessioni sul referendum per la riforma della legge sulla cittadinanza

  • Una questione nucleare. La Basilicata e il Centro Trisaia di Rotondella

Appuntamenti

  • 27 Giugno 2025 / h18:00, – Dibattito a partire da "Contro l'integrazione" di Enrico Gargiulo / Spazio Neruda, Torino

Edizioni MONiTOR

Lo stato delle città, n°14

Le case dei sogni

Un compagno

Lo stato delle città, n°13

Lo stato delle città, n°12

Lo stato delle città, n°11

Lo stato delle città, n°10

Lievito

La memoria bucata

Lo stato delle città, n°9

Confini

Le guarattelle

Lo stato delle città, n°8

Le fragili alleanze

Lo stato delle città, n°7

La settimana santa

L’estate è finita

La Venere degli stracci

Lo stato delle città, n°6

Baby Gang

Lo stato delle città, n°5

Lo stato delle città, n°4

Solidi

Detti

Lo stato delle città, n°3

Lo stato delle città, n°2

Risalendo la china

Quartieri Spagnoli

L’infelicità italiana

Lo stato delle città, n°1

Lo stato delle città, n°0

Heroes

Lo sparo nella notte

Qualcosa che bruci. Oroscopo di Foucault

Il cielo in una stanza

Lo sparo nella notte

La città orizzontale

Grigio

Primavera breve

Fino all’urdemo suspiro

Vai mo

Palude

iL SINDAKO

Lo stato della città

Il fuoco a mare

La sfida

Odissee

SUPPORTA NAPOLIMONiTOR

AUDIODOC, PODCAST, VIDEO

GALLERIE E REPORTAGE

Storie Disegnate

Lo stato delle città / LA RIVISTA

Newsletter

Loading

Chi siamo

Napoli Monitor è stato un mensile cartaceo, in edicola dal 2006 al 2014.
A partire dal 2010 è un sito di informazione e approfondimento.
Dal 2015 pubblica anche libri e dal marzo 2018 la rivista “Lo stato delle città”.

contatti

La redazione di Napoli Monitor si trova in via Broggia, 11; 80135 – Napoli – info: [email protected]

MONiTOR

© Copyright 2015 - 2023. Proudly supported by dopolavoro and Shift-Left