MONiTOR
  • Home
  • Ultimi
  • temi
    • ambiente
    • casa
    • detenzioni
    • iniziative
    • lavoro
    • migrazioni
    • notizie
    • sanità
    • scuola
    • spazi pubblici
    • storie
    • turismo
  • Città
    • bologna
    • milano
    • napoli
    • roma
    • torino
    • altre città
  • linee
  • culture
    • arti
    • cinema
    • fotografia
    • libri
    • musica
    • teatro
  • Foto
    • fotogallerie
    • fotoreportage
  • storie disegnate
  • Autori
  • edizioni
  • Lo stato delle città
roma
7 Marzo 2022

Un nuovo spazio occupato a Roma, intitolato all’attivista indigena Berta Cáceres

Monitor

Domenica 6 marzo all’alba un gruppo di attiviste e attivisti hanno occupato una grande villa abbandonata nel parco della Caffarella, sull’Appia Antica. La data dell’occupazione non poteva essere più significativa: il giorno successivo alla grande manifestazione contro la guerra in Ucraina, due giorni prima della manifestazione trans-femminista dell’otto marzo. “Ci schieriamo contro questa e tutte le guerre condotte dal capitale contro popoli e terra – dice il comunicato diffuso domenica mattina –. La guerra in Ucraina rinsalda la continuità di interessi globale attorno all’energia fossile e mette a rischio la nostra necessità di cambiare il paradigma vigente a livello energetico e sistemico”.

Nel panorama politico romano, indebolito e frammentato da due anni di pandemia, questa iniziativa sintetizza la necessità di ricostruire legami, sia tra strutture politiche diverse che tra tematiche normalmente considerate separate. Il gruppo si è consolidato durante gli ultimi mesi intorno alla necessità di ragionare sulla catastrofe ecologica all’interno della Rete ecosistemica: al “climate camp” che ha organizzato la Rete a Roma in occasione dell’incontro del G20 a fine ottobre, era riuscito a radunare in un fine settimana di dibattiti sia movimenti femministi che realtà attive contro la catastrofe climatica come Extinction Rebellion e Friday for Future Roma. Lo spazio occupato ha preso il nome di Berta Cáceres, l’attivista indigena honduregna uccisa esattamente sei anni fa, il 3 marzo 2016, per la sua battaglia contro l’appropriazione delle risorse indigene da parte delle corporazioni idroelettriche, sotto l’egida della Banca Mondiale.

L’area dell’Appia Antica, salvata dalle speculazioni urbanistiche del dopoguerra grazie alle mobilitazioni cittadine, adesso è attaccata da nuove privatizzazioni: la villa appartiene alla Regione Lazio, ma è abbandonata dal 2011; come centinaia di altri edifici pubblici, è stata ceduta a una società partecipata al 100% dal ministero delle finanze – Invimit – che sta gestendo la sua vendita all’asta. Riaprire uno spazio come questo, in una delle zone in cui si vedono più chiaramente le potenzialità incredibili che ha la città di Roma e l’enorme ipoteca che le sue amministrazioni stanno facendo gravare sui suoi cittadini svendendo ai privati risorse collettive fondamentali, permette di riaprire il dibattito anche sulla continuità tra l’urbanistica pubblica neoliberale e la rapacità della finanza immobiliare.

Già da due giorni centinaia di persone stanno ridando vita a questo spazio, sin dall’assemblea pubblica della mattina; tra di loro anche i comitati di quartiere di zona, da decenni impegnati contro la svendita di pezzi del parco. “A pochi metri da qui vi è l’edificio che dimostra la profonda distanza tra l’ecologia e i palazzi: il ministero della transizione ecologica, governato da un ministro sprezzante nei confronti dell’ambientalismo e strenuo difensore dell’élite economica del paese”. 

 

Share on Facebook Share on Twitter Share on Google+
Previous Article Rassegna Stampa. Il nemico alle porte
Next Article Un volantino per l’8 marzo

Related Posts

  • Rewind Roma, dicembre # Diritti negati, privilegi in regalo

  • C’è un clima di merda. Cronaca di un’azione di Extinction Rebellion a Roma

  • Rewind Roma, novembre # Sfratti, occupazioni e cortei

  • Il diritto di restare: espulsioni e radicamento tra Roma e Ostia. Un estratto dal libro di Stefano Portelli

Appuntamenti

  • 13 Giugno 2025 – 14 Giugno 2025 / h18:00, – L'impresa del bene. Terzo settore e turismo a Napoli / Gridas, Napoli
  • 15 Giugno 2025 / h17:30, – Falastin Hurra, una giornata per la Palestina / Benevento

Edizioni MONiTOR

Lo stato delle città, n°14

Le case dei sogni

Un compagno

Lo stato delle città, n°13

Lo stato delle città, n°12

Lo stato delle città, n°11

Lo stato delle città, n°10

Lievito

La memoria bucata

Lo stato delle città, n°9

Confini

Le guarattelle

Lo stato delle città, n°8

Le fragili alleanze

Lo stato delle città, n°7

La settimana santa

L’estate è finita

La Venere degli stracci

Lo stato delle città, n°6

Baby Gang

Lo stato delle città, n°5

Lo stato delle città, n°4

Solidi

Detti

Lo stato delle città, n°3

Lo stato delle città, n°2

Risalendo la china

Quartieri Spagnoli

L’infelicità italiana

Lo stato delle città, n°1

Lo stato delle città, n°0

Heroes

Lo sparo nella notte

Qualcosa che bruci. Oroscopo di Foucault

Il cielo in una stanza

Lo sparo nella notte

La città orizzontale

Grigio

Primavera breve

Fino all’urdemo suspiro

Vai mo

Palude

iL SINDAKO

Lo stato della città

Il fuoco a mare

La sfida

Odissee

SUPPORTA NAPOLIMONiTOR

AUDIODOC, PODCAST, VIDEO

GALLERIE E REPORTAGE

Storie Disegnate

Lo stato delle città / LA RIVISTA

Newsletter

Loading

Chi siamo

Napoli Monitor è stato un mensile cartaceo, in edicola dal 2006 al 2014.
A partire dal 2010 è un sito di informazione e approfondimento.
Dal 2015 pubblica anche libri e dal marzo 2018 la rivista “Lo stato delle città”.

contatti

La redazione di Napoli Monitor si trova in via Broggia, 11; 80135 – Napoli – info: [email protected]

MONiTOR

© Copyright 2015 - 2023. Proudly supported by dopolavoro and Shift-Left