Il Mattino, 15 ottobre 2015
da: Il Mattino, del 15 ottobre 2015
Due volte nella polvere, due volte sull’altare. È la storia – anche – di Pino Mauro, raccontata ne La Sfida, un libro di Riccardo Rosa (Monitor, pag. 162, 13 euro, immagine di copertina timbrata a mano da cyop&kaf). Tutto ei provò, o quasi: le sue discese ardite, le sue risalite, sono al centro del romanzo-biografia autorizzata, montata con cronologia sbilenca, in stile cinematografico: «Mi piacerebbe che diventasse un film», ha ammesso l’altra sera, presentato da Marco Giusti e Nicola Vicidomini alla Sala Assoli, il mai domo leone veteroneomelodico.
All’apice del successo con ‘A sfida, instant-song ispirata a Toni Iglio dallo scontro – a colpi di pistola, ma trasformato nella canzone in duello “curtiello pe’ curtiello” – tra Michele Spavone, ‘o Malommo, e Gennaro Ferrigno, che ebbe la peggio, nonché con la successiva sceneggiata, Mauro (all’anagrafe Giuseppe Mauriello, classe 1939) è arrestato nel 1982, accusato di essere coinvolto in un traffico di droga. Rinchiuso a Poggioreale, e poi all’Ucciardone, resta in carcere per due anni, poi viene assolto con formula piena.
Una carriera distrutta per un errore di persona, miliardi (di lire) di debiti, manager che non lo volevano, strozzini che lo seguivano, passioni che finivano, Ammore amaro.
Rosa perde e ritrova brandoli di una vita spericolata tra donne e whisky, guappi buoni e morti ammazzati. Mauro vive borderline, il successo in America lo porta alla corte di Gambino come a conoscere il suo idolo Frank Sinatra. La mafia che lo ingaggia come cantante non gli fa paura, o almeno lui la nasconde dietro gli occhiali. Gli incontri prestigiosi sono tanti: Tom Jones, Frank Sinatra, Carmelo Bene, Carmine Coppola che lo vorrebbe per Il Padrino II, di suo figlio Francis; Sergio Bruni è voce ‘e Napule, ma anche maestro ingombrante, e non solo perché vengono entrambi da Villaricca; Merola è l’eterno rivale, e il sottotitolo del libro (Storia del re della sceneggiata), richiama il titolo altrimenti attribuito coram populo a don Mario.
Quando Pino ritrova il vento in poppa, o quasi, e Roberto De Simone («Tutti hanno le loro resurrezioni») lo vuole per il ruolo di re Ferdinando ne L’opera buffa del giovedì santo, ecco un nuovo arresto, nel 1999. Ritenuto legato al clan camorrista di Aniello Palumbo, che avrebbe inondato Milano di droga, è accusato di detenzione di cocaina. Questa volta a Poggioreale ci resta solo un mese, ma all’uscita De Simone ha ormai trovato un altro protagonista.
Il racconto attraversa la sottile linea – grigia, nera o rossa che sia – che distingue il mondo di un cantante e attore, che dalla sceneggiata passò ai film, popolarissimo negli anni Settanta, dal mondo della criminalità organizzata; racconta la “mala-vita”, come anche il documentario ancora in fieri di Carlo Luglio, che ne ha seguito la sua seconda rinascita tra matrimoni, feste di piazza e trasmissioni tv locali. Titolo: L’ultimo fuorilegge, da usare magari anche per l’album anch’esso in fieri, con i suoi successi duettati con Franco Ricciardi, Enzo Gragnaniello, James Senese, Valentina Stella, M’Barka Ben Taleb, gli Osanna. Sarebbe, questa, la terza volta sull’altar. (federico vacalebre)