Pagina99, 11 agosto 2017
Quando nel 2007 le ruspe entrarono nelle casas baratas di Bon Pastor, molti non credevano ai loro occhi. Da decenni si ventilava l’idea che il Comune avrebbe demolito le settecento ottantaquattro casette di edilizia pubblica a un piano costruite per l’Expo del 1929 sulla riva del Besòs.
Bon Pastor, quartiere storico dell’anarchismo barcellonese, è caduto in tempo di democrazia grazie alla retorica della “partecipazione cittadina”. Con la promessa della proprietà, il Comune ha convinto gli abitanti a contrarre mutui per acquistare i nuovi appartamenti che contrastano drasticamente con le casette orizzontali. E con la crisi, molti non riescono più a pagare i mutui.
Le case popolari, per quanto umili, garantivano l’appartenenza a una comunità in cui ci si sosteneva tra vicini, una “città orizzontale” di cui le ultime case rimaste ancora conservano il ricordo.
La storia del quartiere e la resistenza degli abitanti è raccontata da Stefano Portelli ne La città orizzontale. Etnografia di un quartiere ribelle di Barcellona (Napoli Monitor, 2017).