UN SANTO AL GIORNO # 14 febbraio: San Valentino
La Passione del santo di Terni ci parla di tre nobili ateniesi, Proculo, Efebo e Apollonio, giunti a Roma per studiare presso il retore Cratone, maestro di lingua greca e latina; questi aveva un figlio, di nome Cheremone, affetto da una malattia che lo costringeva a stare rannicchiato su se stesso, e nessun medico era riuscito a guarirlo. Un tale Fonteio informò Cratone che anche un suo fratello era stato a lungo affetto dalla stessa malattia ed era stato guarito da Valentino, vescovo di Terni. Cratone allora lo mandò a chiamare, e gli promise la metà di tutti i suoi beni se avesse guarito il figlio. Quando Valentino declinò l’offerta Cratone, promise che si sarebbe fatto battezzare non appena suo figlio avrebbe riacquistato la salute.
Valentino si ritirò allora in una stanza con il ragazzo, facendolo distendere sul proprio cilicio; dopo una notte di preghiera, una luce avvolse i due e Cheremone balzò in piedi completamente risanato. Insieme alla famiglia di Cratone si fecero battezzare anche Proculo, Efebo e Apollonio, così come Abbondio, altro studente e figlio del Prefetto di Roma, Furioso Placido. Questi era uno dei rappresentanti di quella classe senatoria che pur dopo l’Editto costantiniano del 313 continuava a seguire gli antichi culti della città; proprio su mandato del Senato, Furioso, fece arrestare Valentino e decapitare al secondo miglio della via Flaminia. Il tutto avvenne quasi di nascosto, durante la notte, per evitare la reazione della ormai numerosa componente cristiana della città. Dopo una prima sommaria sepoltura sul luogo del martirio, Proculo, Efebo e Apollonio portarono il corpo del martire a Terni e qui lo seppellirono poco fuori della città. Ma a Terni il consolare Lucenzio, informato del fatto, fece catturare i tre e, ancora durante la notte, per paura che la popolazione li liberasse, li fece decapitare fuggendo dalla città insieme ai funzionari del suo ufficio.
Il patronato di San Valentino sui fidanzati si fonda su un antico scritto dell’inglese Geoffrey Chaucer, il quale racconta come nel giorno di San Valentino gli uccellini iniziassero le loro danze d’amore. Forse, però, lo scrittore ha fatto confusione tra la festa del martire ternano e quella dell’omonimo santo vescovo di Genova. (torna ai santi)