UN SANTO AL GIORNO # 14 giugno: Sant’Eliseo
Continuatore dell’opera di Elia, era un ricco possidente, originario di Abelmeula. Il suo nome, Eliseo (“Dio salva”), risponde bene alla natura della missione profetica svolta tra il popolo di Israele.
“Elia andò in cerca di Eliseo – si legge al capitolo diciannove del primo Libro dei Re – e lo trovò che stava arando: aveva davanti a sé dodici paia di buoi; egli arava col dodicesimo paio. Giunto a lui, Elia gli gettò addosso il proprio mantello. Allora Elisco, abbandonati i buoi, corse dietro a Elia e gli disse: «Permettimi di passare a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elia gli disse: «Va’ e torna presto, poiché tu sai ciò che ti ho comunicato». Eliseo, allontanatosi, prese un paio di buoi e li immolò, quindi col legno dell’aratro e degli strumenti da tiro dei buoi ne fece cuocere le carni e le dette a man lare ai suoi compagni di lavoro. Poi partì e seguì Elia, mettendosi al suo servizio”. Il ricco agricoltore, con quel gesto, voleva dire al suo maestro che era disposto a rinunciare a tutto per rispondere alla vocazione. Con altrettanta prontezza Eliseo eseguì gli ordini del maestro fino al momento del misterioso commiato, oltre il Giordano, quando Elia scomparve dentro un turbine di fuoco.
Fu il più taumaturgico dei profeti. La Bibbia ricorda una serie di prodigi da lui operati: stendendo il mantello di Elia divise le acque del Giordano; con una manciata di sale rese potabile l’acqua di Gerico; rese inesauribile l’olio d’oliva di una vedova; risuscitò il figlio della sunamita che lo ospitava; moltiplicò i pani sfamando un centinaio di persone; guarì dalla lebbra Naaman, generale del re di Damasco. Operò miracoli anche dopo la morte: un morto, gettato frettolosamente sulla tomba del profeta da un becchino impaurito dall’arrivo di alcuni predoni, “risuscitò, si alzò in piedi e se ne andò”.