UN SANTO AL GIORNO # 17 aprile: San Roberto di La Chaise-Dieu
Come nelle fiabe, San Roberto nacque in mezzo a una foresta, poco avanti il Mille. Fu figlio di una nobildonna della famiglia di Turlandia, colta dalle doglie del parto nel fitto di un bosco, mentre si recava al castello. Si disse subito che il neonato era destinato a diventare eremita e poiché rifiutò il latte di due nutrici poco oneste, si disse anche che sarebbe stato uomo di grande virtù e purezza. Giovanissimo, fu consacrato sacerdote, canonico della chiesa di San Giuliano a Brioude. Una virtù caratteristica di San Roberto era la sua carità verso gli infermi. Non si limitò a soccorrerli, ma aprì un ospizio per loro, e vi si prodigò in assistenza costante.
Successivamente tentò di ritirarsi nel monastero francese di Cluny, ma ne fu impedito da una specie di sollevazione popolare. Era troppo caro agli abitanti di Brioude, che lo rincorsero convincendolo a tornar tra loro. San Roberto, turbato, si recò a Roma, e sulla tomba degli apostoli pregò di poter conoscere la volontà di Dio. Al ritorno incontrò un soldato, chiamato Stefano. Questi gli chiese quale fosse la strada migliore per una vita di penitenza: «Lascia ogni cosa – disse Roberto – e mettiti al servizio del Signore». «Lo farei volentieri – rispose Stefano – se questo sacrificio potessi compierlo con te». Forse era quello il segno che Roberto aspettava. Confidò a Stefano la sua aspirazione, e insieme decisero di ritirarsi in un luogo solitario, sotto la protezione della Vergine. A loro si unì un altro soldato, Dalmazio, stanco di odio e di battaglie. Si stabilirono tra i ruderi di una vecchia chiesa, e attorno vi sistemarono le loro cellette di frasche.
Nasceva così l’abbazia della Chaise-Dieu, che significa “Sedia di Dio”, ma anche “Casa di Dio”. Dopo infinite difficoltà, guidata dal suo abate, la Chaise-Dieu divenne uno dei più importanti focolari monastici francesi, dopo Chartres e Cluny. Assicurava il culto a cinquanta paesi vicini, e si era dilatata in un grandioso complesso di edifici, che ospitavano ben trecento monaci. San Roberto, nato in una selva di alberi, terminava così la sua vita in una selva di monaci, addormentandosi nella morte il 17 aprile dell’anno 1067. (torna ai santi)