UN SANTO AL GIORNO # 18 maggio: San Felice da Cantalice
Nel 1544, travolto da giovenchi non domi e rimasto miracolosamente incolume, si decise a mettere in atto senza altri rinvii il proposito, lungamente meditato, di rendersi religioso tra i Cappuccini.
Ebbe un temperamento mistico. Dormiva appena due o tre ore e il resto della notte lo trascorreva in chiesa in preghiera, che per lo più era contemplazione dei misteri della vita di Gesù. Nei giorni festivi soleva peregrinare alle “Sette Chiese” oppure visitava gli infermi nei vari ospedali romani. Nutrì una forte devozione alla Vergine Madre, che gli apparve più volte.
Fu consigliere spirituale tanto di gente umile quanto della stessa aristocrazia della Roma rinascimentale. Per molti anni dopo la sua morte ragazzi e signore seguitarono a cantare ballate da lui composte e insegnate, come questa:
“Se tu non sai la via / d’andare in paradiso / vattene a Maria / con pietoso viso / ch’è clemente e pia / t’insegnerà la via / d’andare in paradiso”.