UN SANTO AL GIORNO # 19 settembre: San Gennaro
San Gennaro nacque a Napoli nella seconda metà del III secolo. A trent’anni era sacerdote e vescovo di Benevento, quando scoppiò la persecuzione di Diocleziano. Grande era la sua amicizia col diacono Sosio, che consultava spesso circa gli affari della diocesi. Un giorno, mentre Sosio leggeva il Vangelo, il vescovo vide scintillare sopra il suo capo una fiamma che riconobbe come preannunzio del martirio. Pieno di giubilo per tanta grazia, gli baciò il capo e si mise in attesa che si compisse la volontà di Dio. Dopo poco tempo, per ordine del giudice Draconzio, Sosio fu chiuso in prigione. Saputo ciò Gennaro andò a visitarlo, e appena entrato nel carcere chiese: «Perché quest’uomo di Dio è tenuto prigioniero senza alcun motivo?». Riferite queste parole a Timoteo, prefetto della Campania, questi fece arrestare anche lui.
Gennaro fu così gettato in una fornace ardente, ma ne uscì illeso. Il prefetto, preso da sdegno, ordinò di stirare il corpo del martire, fino a rompergli le articolazioni. Intanto un altro diacono, Sisto, e il lettore Desiderio, presi e incatenati, furono trascinati insieme a lui davanti al carro del prefetto, fino a Pozzuoli e gettati nella stessa prigione dove erano detenuti Sosio, Proculo e i cristiani Eutiche e Ponzio, già condannati alle belve.
Il giorno dopo furono tutti esposti alle fiere nell’anfiteatro, ma queste si accovacciarono ai piedi di Gennaro. Il prefetto, attribuendo ciò a incantesimi, pronunciò contro i martiri di Cristo la sentenza capitale. Mentre ciò avveniva, però, diventò cieco sull’istante, e recuperò la vista solo grazie alle preghiere del Santo. A questo miracolo quasi cinquemila uomini abbracciarono la fede di Cristo. Ma proprio per questo il giudice, non convertito dal beneficio, anzi sdegnato per la moltitudine delle conversioni e fanatico osservatore dei decreti imperiali, ordinò che il vescovo e i suoi compagni fossero uccisi di spada il 19 settembre.
I napoletani accorsero a raccogliere in ampolle parte del sangue del martire e trasportarono il corpo prima a Benevento, poi a Montevergine e infine nella cattedrale di Napoli, ove fu eletto a patrono della città. Napoli attribuì alla sua protezione la grazia di essere stata liberata da molteplici e violenti eruzioni del Vesuvio, e dalle armi di molti nemici che avevano giurato la sua rovina.
Nella Cappella del Tesoro della cattedrale si conserva il capo e due ampolle di sangue del santo: qui da sedici secoli si ripete il miracolo detto di San Gennaro. Nella ricorrenza del suo martirio e della sua consacrazione episcopale si pone il capo del martire, racchiuso in una preziosa custodia, alla presenza del suo sangue raggrumato in due ampolle di cristallo. Senza l’intervento di alcun agente esterno, la massa del sangue passa dallo stato solido allo stato liquido e lo si vede bollire. (torna ai santi)