UN SANTO AL GIORNO # 20 luglio: Sant’Elia
Il profeta Elia (il cui nome significa “il mio Dio è Yahweh”) della città di Tishbà nel paese di Galaad, è una delle figure più rilevanti dell’Antico Testamento. Egli svolse la propria missione sotto il re Acab. Risuscitò il figlio della vedova di Sarepta che lo ospitava durante una carestia; ultimo fedele al Dio di Abramo, sfidò e vinse i profeti del dio Baal sul monte Carmelo: qui, dopo che essi furono svenuti, dimostrò la potenza di Dio accendendo, con la preghiera, una pira di legna verde e bagnata. Dopodiché, presso il torrente Kison, scannò tutti i quattrocentocinquanta sacerdoti di Baal. Fuggì sul monte Oreb, presso il quale gli porgeva cibo un angelo, e dove parlò con Dio. Chiamò Eliseo a seguirlo e a essere il suo successore. Infine venne rapito in cielo con “un carro di fuoco e cavalli di fuoco”.
Elia proviene dalla tribù di Beniamino. Ha una grande importanza nel sentimento religioso ebraico in quanto si ritiene che non morto sia stato assunto in cielo, e di tanto in tanto ricompaia sulla terra “sotto mentite spoglie” per aiutare il popolo ebraico in difficoltà. Il profeta Malachia profetizzò che Elia tornerà prima del giorno del Signore dell’era messianica.
Punto d’importante indagine e riflessione teologiche, pure per il Cristianesimo, è l’esperienza vissuta da Elia sull’Oreb. Secondo la religione cristiana, la profezia di Malachia si è adempiuta in Giovanni il Battista. Inoltre Elia apparve con Mosè durante la trasfigurazione di Gesù, a rappresentare la sua continuità con i patriarchi (Mosè) ed i profeti (Elia, appunto). Secondo i vangeli, alcuni pensavano che Gesù fosse Elia ritornato o che lo chiamasse sulla croce (mentre invece invoca Dio: equivoco derivante dall’etimologia del nome stesso di Elia, che in ebraico significa “il Signore è il mio unico Signore”).
Nella tradizione cattolica è il modello dei contemplativi e dei monaci. L’ordine del Carmelo lo considera proprio padre e ispiratore. È protettore contro i fulmini e i temporali, poiché nella Bibbia si dice che era in grado di far discendere “il fuoco dal cielo”. Inoltre, proprio per essere stato assunto in cielo, è patrono degli aviatori.