UN SANTO AL GIORNO # 22 ottobre: San Giovanni Paolo
Karol Wojtyla nasce a Wadowice, in Polonia, il 18 maggio 1920, ultimo di tre figli. Quando la Polonia è occupata dalle truppe naziste, le università chiudono i battenti e Wojtyla deve mettere da parte i libri e cercarsi un lavoro, che trova prima in una cava e poi nella fabbrica chimica Solvay. Continua nella clandestinità a coltivare interessi culturali, come la passione per il teatro. Recita con una compagnia sperimentale e intraprende lo studio delle lingue. Nel 1942 si iscrive ai corsi del seminario clandestino di Cracovia. La vocazione ha origine da un incidente occorsogli nel febbraio 1944. Sta rincasando dal lavoro quando un camion tedesco lo investe: trauma cranico acuto, escoriazioni varie, una ferita alla spalla. Vede nell’essersela cavata un segno della chiamata del Signore.
Nell’agosto 1944, durante la rivolta di Varsavia, sfugge alla deportazione. Quando la Gestapo perquisisce Cracovia, alla caccia di polacchi maschi, Karol riesce a nascondersi in arcivescovado, dove rimane fino a guerra finita. La notte del 17 gennaio 1945 i tedeschi abbandonano la città. Quando il seminario riapre, Wojtyla riprende gli studi, iscrivendosi alla facoltà di teologia dell’università Jagellonica e nel novembre 1946 viene ordinato sacerdote.
Nel 1958, Pio XII lo nomina vescovo ausiliare di Cracovia. Nel 1964 è arcivescovo della stessa città e, tre anni dopo, cardinale. A Cracovia deve fare i conti con il regime comunista, a cui si contrappone pubblicando nel giornale diocesano libri colpiti dalla censura, come Ipotesi su Gesù di Vittorio Messori e Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci. Nell’agosto 1978, partecipa al conclave che elegge Albino Luciani, che prende il nome di Giovanni Paolo I. Trentatré giorni dopo, la Cappella Sistina accoglie i cardinali per un nuovo conclave, dal momento che Luciani è prematuramente scomparso. Il 16 ottobre i cardinali eleggono il giovane (ha cinquantotto anni) arcivescovo di Varsavia, cardinale Karol Wojtyla. Con il nome di Giovanni Paolo II, inizia il suo pontificato, uno dei più lunghi della storia della chiesa.
I viaggi missionari ne sono un tratto caratteristico: ne fa ben centoquattro, nel corso dei quali incontra milioni di fedeli in tutto il mondo. Il 13 maggio 1981 è vittima di un attentato in piazza San Pietro. A colpirlo è un giovane killer turco, Mehmet Ali Agca. Su chi abbia armato la sua mano non è mai stata fatta completa luce. Il pontefice è sottoposto a un difficile intervento chirurgico. Si salva e attribuisce la salvezza all’intervento della Madonna, apparsa a Fatima un 13 di maggio. L’anno successivo si reca in Portogallo a ringraziarla e fa incastonare il bossolo del proiettile nella corona che le cinge la testa. Interrogandosi sul senso di quanto accadutogli e conoscendo il contenuto dell’ultimo dei segreti confidati dalla Madonna ai pastorelli di Fatima, intravede se stesso nel vescovo vestito di bianco colpito a morte, descritto nel segreto, e collega il tutto a quanto successogli. Vive con intensità, nonostante il progredire della malattia, la preparazione e la celebrazione del giubileo del 2000. Muore in Vaticano il 2 aprile 2005. (torna ai santi)