UN SANTO AL GIORNO # 25 giugno: San Guglielmo di Montevergine

All’età di quattordici anni, spinto dal fervore, il giovane Guglielmo iniziò un pellegrinaggio. A piedi, da Vercelli, vestito di una sola tunica e cinto di cilicio, si recò a Campostela, al celebre santuario di San Giacomo. Successivamente, assecondando la sua tendenza alla vita religiosa ed eremitica, salì sul Monte Solicchio. Qui vi passò due anni , digiunando e dormendo sulla nuda terra.
Avendo ridata la vista a un cieco, si sparse la fama della sua santità, e un gran numero di persone andava a trovarlo. Disturbato nella sua solitudine, pensò di fare un pellegrinaggio a Gerusalemme, ma Dio gli apparve durante il viaggio e gli manifestò quanto voleva da lui. Fermatosi nel regno di Napoli, si nascose in una selva e ricominciò la sua vita eremitica. Alcuni boscaioli recandosi a far legna nelle vicinanze della sua grotta, lo trovarono, e di ritorno alle loro abitazioni, avendo raccontate meraviglie di lui, moltissimi accorsero per vederlo e per udirlo.
Così Guglielmo si recò in un luogo aspro e quasi inaccessibile, chiamato Montevergine. Anche qui fu di nuovo scoperto e fra i visitatori vi furono anche numerosi giovani desiderosi di fare vita santa con lui. Aiutato da coloro che volevano seguirlo, innalzò un monastero, aumentando sempre più il numero dei postulanti.
Numerosi furono i miracoli da lui operati. Per sua intercessione i muti parlavano, i ciechi vedevano, i sordi sentivano e gli ammalati si vedevano liberati da ogni genere di malattie. Cambiò anche l’acqua in vino, e un giorno che una perfida persona volle tentarlo sulla castità, per vincere la tentazione si ravvoltolò nudo su carboni ardenti. Ruggero, re di Napoli, all’udire le meraviglie da lui operate, concepì una grande venerazione per il Santo e raccomandò se stesso, la sua famiglia e tutto il regno alle sue preghiere. Dopo aver predetto al re e ad altri il giorno della loro morte, e benedetti i suoi religiosi, si spense il 25 giugno dell’anno 1142.