UN SANTO AL GIORNO # 26 giugno: San Vigilio
Nato probabilmente a Trento, Vigilio, divenne vescovo della città, terzo della serie tridentina. Collocato in una regione periferica egli ebbe da Ambrogio vescovo di Milano le institutionis insignia, con una lettera impegnativa sui modi dell’evangelizzazione. Il momento della cristianità era infatti particolare: l’imperatore Teodosio aveva reso la fede cristiana la sola legittima nell’impero (mentre i Germani premevano sempre più: nel 410 sarebbe avvenuto il sacco di Roma). Le conversioni in massa non erano conversioni intime e convinte, mentre le istituzioni politiche tendevano a favorirle anche con la forza. Nella regione trentina la fede era stata annunciata in città, dove una comunità esisteva, ma poco o nulla era avvenuto nelle valli, anche in quelle più vicine.
Vigilio aveva accolto, su indicazione di Ambrogio, tre giovani preti arrivati a Milano dalla Cappadocia: Sisinnio, Martirio e Alessandro. I tre giovani vengono inviati nel territorio della Val di Non, ma nel 397 vengono uccisi: era loro riuscito di costruire un luogo di culto, ci fu un contrasto tra pagani e neoconvertiti che degenerò in rissa e i tre, postisi a difesa dei cristiani, furono sottoposti a diverse forme di martirio.
Il nome di Vigilio è legato a questa vicenda, oltre che in genere alla sua opera di vescovo evangelizzatore. Gennadio di Marsiglia lo descrive come martire mentre tenta di evangelizzare un’altra valle, la Valle Rendéna: avendo abbattuto un idolo, messosi a predicare, sarebbe stato lapidato dai pagani, ma sulla storicità del martirio qualche critico ha dubitato. Il martirio di Vigilio può essere la duplicazione immediata, nella coscienza e nell’immaginario della gente trentina, di quello dei tre giovani cappadoci, tanto nella loro vicenda egli stesso con la sua comunità si era immedesimato. Il suo corpo fu messo in un sepolcro nella chiesa cimiteriale della città, che è poi diventata, dopo varie strutturazioni e ricostruzioni, l’attuale cattedrale. Molte chiese gli sono dedicate in Italia del nord (soprattutto in Trentino e in Tirolo) e in Baviera. È rappresentato come vescovo, imberbe, con in mano uno degli strumenti con cui fu ucciso.