UN SANTO AL GIORNO # 3 ottobre: San Gerardo di Brogne
Gerardo nacque intorno all’898 a Stapsoul, vicino a Lomme, nella regione di Namur. Era figlio di Sancio, proprietario di territori tra la Sambre e la Mosa, e da parte di madre era forse nipote del vescovo Stefano di Liegi. In giovinezza fece mostra di rare qualità morali e fisiche e si dedicò a una brillante carriera come cavaliere al servizio del conte Berengario. Un giorno, rientrando da una battuta di caccia, entrò nella chiesa di Brogne. Volendo assistere alla messa chiese un sacerdote e, mentre lo aspettava, si raccolse e si addormentò. In sogno vide San Pietro passeggiare attorno a una piccola chiesa e invitarlo a costruire un oratorio e a farvi arrivare le reliquie di Eugenio, martire di Toledo.
Senza dubbio Gerardo non sapeva niente sull’esistenza di Sant’Eugenio. Questo vescovo era stato compagno di San Dionigi e che, mentre il secondo stava evangelizzando la regione parigina, egli giunse a Toledo dove operò numerose conversioni e fondò la cattedrale. Tuttavia, desideroso di rivedere l’amico Dionigi, Eugenio partì alla volta della Gallia; arrivato a Deuil venne a conoscenza del martirio di Dionigi e dei suoi amici e compose un inno in loro onore. Fatto prigioniero dai pagani, venne a sua volta martirizzato. I suoi assassini ne gettarono il corpo nello stagno del Marchais. In seguito, un proprietario del luogo sognò un vecchio che gli disse che avrebbe trovato il corpo di Eugenio e che avrebbe dovuto seppellirlo onorevolmente.
Gerardo si recò così presso il priorato di Deuil, ove ricevette le reliquie di Sant’Eugenio. La traslazione di San Dionigi a Brogne venne compiuta nel mese di agosto del 919. Gerardo ricevette anche diversi oggetti, qualche manoscritto, un altare portatile, e pare che sia tornato con alcuni monaci di Saint Denis, che decisero di popolare il nuovo monastero. Difficile è sapere se Gerardo in quel momento fosse abate, oppure se abbia ottenuto la direzione dell’abbazia solo in un secondo tempo. Alcuni storici hanno supposto che avesse ricevuto l’ordinazione a sacerdote solo nel 927. È noto che egli si recò a Tours per ottenere alcune reliquie di San Martino e che là incontrò l’abate laico Ugo il Grande. In una data che è difficile precisare, sotto l’episcopato del vescovo di Liegi Ricario, l’oratorio fu benedetto, le reliquie messe in una cassa e il monastero posto sotto la protezione di Sant’Eugenio. Tali reliquie erano destinate a rimanere in quello stesso luogo eccetto che nel 954 quando, minacciate da un’invasione degli Ungheresi, i monaci si ritirarono momentaneamente a Namur.
Il duca Gisleberto di Lorena, essendo venuto a conoscenza della fama di Gerardo, lo chiamò per riformare l’abbazia di San Ghislano, fondata nel VII secolo, a partir dalla cella di un santo, e distrutta durante le invasioni normanne, poi caduta in mano ai laici. Nel 930 furono ritrovate le reliquie di San Ghislano. Si verificarono alcuni miracoli e il vescovo di Cambrai dette il via alla traslazione di queste reliquie nella chiesa di santi Pietro e Paolo. Successivamente Gerardo fu in Fiandra, dove regnava Arnolfo il Grande, valente cavaliere, spesso violento ma molto pio, e che come molti dei suoi contemporanei amava collezionare reliquie. Arnolfo, sofferente di calcoli renali, avendo sentito parlare dell’abate di Brogne chiese a quest’ultimo di venire. Gerardo persuase il conte che i suoi peccati erano all’origine della sua malattia e gli disse di riparare ai propri errori distribuendo i suoi beni; lo fece digiunare per tre giorni, celebrò la messa e operò la guarigione. Il conte offrì allora a Gerardo tutto ciò che volle. Questi rifiutò l’oro e l’argento, accettando solo qualche dono che distribuì ai poveri, ai monaci e al suo monastero. Arnolfo fece però stilare un atto in cui decise di donare un possedimento terriero al monastero di San Pietro di Gand, in cui si trovavano sepolti i suoi genitori, e affidò la riforma di tale monastero all’abate Gerardo.
Per molti anni il santo continuò la sua opera di riforma di molti monasteri in giro per l’Europa. Al termine della sua vita si sarebbe recato a Roma dove avrebbe ottenuto un privilegio da papa Stefano VIII, sebbene alcune recenti ricerche abbiano comprovato che tale atto è un falso fabbricato a Brogne a metà dell’XI secolo; è certo invece che, durante quel pellegrinaggio a Roma, si verificò un miracolo, quando Gerardo protesse il carro che stava per rotolare in un precipizio fra le Alpi con le pietre in porfido destinate ad abbellire la chiesa di Brogne. Gerardo mori il 3 ottobre 959. (torna ai santi)