UN SANTO AL GIORNO # 4 agosto: Sant’Enrico Jozef Krysztofik
Nasce il 22 marzo del 1908 in un villaggio polacco e al battesimo gli viene imposto il nome Giuseppe, che cambia in Enrico entrando tra i Cappuccini. Studia filosofia in Olanda e teologia a Roma, poi torna in Polonia come insegnante e diventa rettore del seminario nel convento di Lublino. Anche quando scoppia la seconda guerra mondiale, anche quando la Polonia è invasa dai tedeschi e professare apertamente la propria fede equivale a mettere a repentaglio la vita, si mostra predicatore appassionato e convinto. I primi a dover lasciare il paese sono i confratelli olandesi, espulsi da Hitler. Tra questi, c’è Gesualdo Wilem, padre guardiano del convento di Lublino, così che Enrico si trova, dalla sera alla mattina, a doverne prendere il posto.
Nella duplice veste di rettore del seminario e guardiano del convento, assiste all’inferocirsi della persecuzione: gli arresti si susseguono a raffica e sugli edifici religiosi si sfoga tutta la ferocia nazista. Il 25 gennaio 1940 la Gestapo fa irruzione nel convento di Lublino e arresta i ventitré cappuccini che vi trova. Ma nel carcere, strapieno per gli arresti di massa, non c’è posto per loro e devono così essere confinati nel castello della città, guardati a vista da carcerieri senza scrupoli. In quel clima di oppressione, Enrico riesce comunque a garantire alla sua comunità la messa quotidiana, celebrata clandestinamente all’alba.
Il 18 giugno 1940 tutti i frati vengono tradotti nel campo di concentramento di Sachsenhausen, nei pressi di Berlino. Qui Enrico, nelle condizioni disumane in cui vive, si dedica interamente a quelli che più faticano a sopportare quell’inferno. Ricoverato nell’ospedale da campo per la sua estrema debolezza e denutrizione, scrive ai confratelli di essere “paurosamente dimagrito, perché disidratato. Peso trentacinque chili, mi fanno male tutte le ossa”. Ma si sente “disteso sul letto come sulla croce insieme a Cristo” e qui, offrendo le sue sofferenze per tutti i cappuccini, muore il 4 agosto 1942. Il suo corpo viene bruciato nel forno crematorio del campo 12.