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UN SANTO AL GIORNO # 7 novembre: Sant’Ercolano di Perugia

(disegno di mp5)
(disegno di mp5)

Del santo compatrono di Perugia vi sono poche notizie della vita, ma qualcosa in più di dopo la morte. Visse nel VI secolo, e Papa San Gregorio Magno, che compilò i famosi Dialoghi (III, 13), scrisse che Ercolano faceva vita monastica tra i canonici regolari di Sant’Agostino, prima di essere chiamato alla cattedra episcopale di Perugia, come successore del defunto vescovo Massimiano.

Verso il 547, dopo tre anni di assedio, i Goti di Totila (re degli Ostrogoti dal 541 al 552), in guerra con i bizantini nella penisola italiana, penetrarono nella città di Perugia, favoriti dalla delazione di un chierico, che informò i nemici sui piani di difesa della città; il vescovo Ercolano, che aveva resistito eroicamente con i concittadini, fu catturato, scorticato vivo, e poi decapitato davanti a Porta Marzia, per ordine di Totila, impegnato intanto nell’assedio di Roma; il suo corpo fu gettato fuori delle mura cittadine.

Come per gli antichi martiri cristiani, le mani di alcuni fedeli raccolsero e ricomposero il suo corpo e lo seppellirono insieme a quello di un bambini trovato morto nello stesso luogo. Una quarantina di giorni dopo, i profughi perugini ebbero dal comandante dei Goti il permesso di ritornare in città, e allora ricordando il loro vescovo, morto per mano dei barbari, ne trasferirono il corpo nell’antica cattedrale di San Pietro. Quando fu aperta la primitiva sepoltura, trovarono il corpo del bambino in avanzata fase di decomposizione, mentre quello del vescovo intatto, quasi fosse morto quel giorno stesso. La meraviglia fu anche maggiore quando si poté costatare che il capo era unito al corpo, come se non fosse mai stato tagliato, né vi erano cicatrici al collo, né segni delle torture e scorticature subite.

Ercolano, nei secoli successivi, fu confuso con un omonimo santo martire del I secolo, ricordato a Perugia il 1° marzo. Lo sdoppiamento va ricercato in una famosa leggenda, conosciuta sotto il nome di Leggenda dei dodici Siri, riportata per tutto il Medioevo con altri nomi. E fra i dodici leggendari santi, tutti parenti fra loro, venuti in Umbria dalla Siria, al tempo dell’imperatore Giuliano, vi era appunto un Sant’Ercolano. Questo sdoppiamento resisté nella storia, giungendo fino al 1940, quando il vescovo Giovan Battista Rosa riportò ordine stabilendo il 7 novembre come festa di Sant’Ercolano, vescovo e martire, e il 1 marzo la memoria della prima traslazione delle sue reliquie, avvenuta nel 723. (torna ai santi)

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