UN SANTO AL GIORNO # 8 aprile: Sant’Agabo
Sant’Agabo è uno dei tanti personaggi citati da San Luca negli Atti degli Apostoli. Vissuto a Gerusalemme nel I secolo, il suo nome compare la prima volta nel capitolo undici, collocato tra i profeti giudeo-cristiani, come erano note alcune figure carismatiche, testimoni di Cristo dotati un carisma che gli permetteva di scrutare i cuori delle persone, nonché di prevedere eventi futuri. Lo steso Paolo, elencando i “carismi”, cioè i doni dello Spirito Santo, collocò la profezia al secondo posto dopo la missione apostolica.
Agabo è uno dei “profeti che scesero da Gerusalemme ad Antiochia” e come racconta Luca, “alzatosi in piedi annunziò che sarebbe scoppiata una grave carestia su tutta la terra. Cosa che di fatto avvenne sotto l’impero di Claudio”. In effetti attorno al 49-50 l’impero romano soffrì un simile periodo, prima in Grecia, poi a Roma e quindi nel resto del bacino mediterraneo. L’annunzio di Agabo aveva in realtà una finalità di solidarietà: la più ricca comunità cristiana di Antiochia (Siria) infatti si autotassò per sostenere i fratelli più poveri della Giudea.
Agabo riapparve più avanti, quando San Paolo si diresse per l’ultima volta a Gerusalemme. Giunto al porto di Cesarea, questi fu ospitato da un evangelista cristiano, un certo Filippo, appartenente alla cerchia dei Sette Diaconi, che aveva quattro figlie anch’esse dotate del carisma profetico. Dalla Giudea sopraggiunse anche Agabo che nuovamente riuscì a intuire il futuro, in questo caso dell’apostolo delle genti: “Agabo, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: ‘Questo dice lo Spirito Santo: l’uomo a cui appartiene questa cintura sarà legato così dai Giudei a Gerusalemme e verrà consegnato nelle mani dei pagani’. All’udire questo, tutti pregarono che Paolo non andasse più a Gerusalemme. Ma Paolo replicò: ‘Perché fate così, continuando a piangere e a spezzarmi il cuore? Io sono pronto non soltanto a essere legato, ma a morire a Gerusalemme per il nome del Signore’”. (torna ai santi)